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Quattro passi in MTB in Val di Fiemme
Scritto da Gotico
Di recente ho avuto la fortuna di trascorrere due giorni sui sentieri e sulle sterrate della Val di Fiemme in MTB, percorrendo un paio di itinerari di diversa difficoltà. Il primo percorso MTB in Val di Fiemme si svolge al confine delle province di Trento e Bolzano, lambendo il gruppo dolomitico del Latemar e scavalcando ben 4 passi: Pampeago, Lavazè, Oclini e Cugola.
Da Cavalese al passo Pampeago
Il paesaggio che caratterizza il primo giro ha un forte carattere alpestre con la foresta di conifere curata e disciplinata dai regolamenti della Magnifica Comunità di Fiemme. La partenza è da Cavalese, dal palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme, a due passi dall’Hotel Orso Grigio che mi ha ospitato in queste giornate di MTB in Val di Fiemme. Si percorre in salita la via che costeggia il rio Gambis che taglia il paese sino all’abitato di Varena. Ci si immette sulla strada che porta al passo Lavazè giusto un attimo quindi a destra si prende via Borgonuovo in direzione Stava (segnavia 228).
Dall’asfalto si passa allo sterrato che taglia l’alpeggio del monte Cucal, con bella vista sulla valle e sull’assembramento di vacche. La stradicciola quindi entra nel bosco e per brevi tratti si inerpica sino alla località Pozzole, sopra Stava, nome che evoca consapevolezza, rispetto e silenzio. Sceso di poco imbocco la S.P. 215 di Pampeago e si inizia a salire su asfalto con pendenza media dell’11,5%. Erano ben 18 anni che non percorrevo questa strada… Per due volte, nel ’98 e ’99 salii per vedere l’arrivo della tappa del giro d’Italia, con Pantani sempre protagonista. Nel ’99 era la tappa prima di Campiglio; ricordo il fragore, la festa, il profumo delle grigliate, i cartelloni… oggi invece silenzio e caldo.
Al primo ponte sulla destra si può prendere la sterrata parallela alla provinciale sino al successivo ponte sul rio Stava, giusto per variare terreno. Arrivato al piccolo centro turistico, praticamente deserto fuori stagione, mangio, faccio foto e mi immergo nei ricordi. La carrozzabile risale la testata della valle e superato il limite della vegetazione arrivo all’ampia sella prativa del Passo Pampeago a 2006 metri. Una fetta di strudel presso malga Ganischger è obbligatoria.
"Sconfinamento" in Alto Adige
Sono in Alto Adige ed all’orizzonte sulla mia destra si aprono in successione Latemar, Catinaccio e Sciliar. La mia attenzione viene calamitata da una sfera realizzata in legno locale di larice che rimanda al bulbo oculare. L’installazione mi regala una veduta esclusiva e privilegiata sulle Dolomiti. Con la riduzione del campo visivo, Eye to the Dolomites invita a focalizzare l’attenzione sul particolare che solo le Dolomiti sanno donare nella quiete della montagna che allontana la frenesia quotidiana. Dopo alcune centinaia di metri di pianoro, presso malga Toler sulla sinistra si scende lungo i prati per prendere la strada forestale che taglia varie piste da sci e tra le abetaie conduce ad un tornante a quota 1590 metri della S.S. 620 per Lavazè. Si riprende a salire sino appunto al passo posto a quota 1808 metri, paradiso per gli appassionati dello sci da fondo.
Tre passi in successione: Lavazé, Oclini e Cugola
All’altezza degli alberghi a destra si prende la strada asfaltata che in quasi 4 chilometri porta al passo degli Oclini (segnavia 224). Questo devo dire è un tratto piuttosto noioso: un’ampia dolce salita che come un tagliafuoco si insinua in un bosco ancora giovane. Al passo, posto fra i due Corni, quello Nero e Bianco, le cose cambiano. Dalla stanga si ritorna su sterrata bianca la quale tocca varie malghe e con alcuni tornanti scende fra verdissimi pascoli. Ora attenzione che alla successiva stanga sulla sinistra bisogna prendere la forestale per passo Cugola, stradella che presto si tramuta in sentiero che corre a mezzacosta nel bosco.
Solo da questo punto l’itinerario si fa tecnico data la presenza di radici e sassi, con la necessità di scendere qualche attimo per superare un valloncello solcato da un rivo. In questo modo si giunge alla forcella di Cugola a 1923 metri. Con lo sguardo rivolto a valle ci si infila dopo pochi metri nel sentiero n. 14 che scende prepotente per riportare la nostra MTB in Val di Fiemme, mantenendosi sempre tecnico ed erto. Coi freni messi a dura prova si conclude questo gran bel giro, assai completo nella sua varietà. Dall’abitato di Daiano proseguo senza tanti patemi su asfalto sino a Cavalese, dove potrò mangiare e riposare.
Hotel Orso Grigio
Dormire in Val di Fiemme
L’hotel Orso Grigio, sito in un'antica dimora del ‘400 e compreso tra il palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme ed il museo di arte contemporanea, è moderno e sensibile nel contempo. Moderno nel confort e nei servizi. Sensibile perché molto attento nell’accoglienza e nella gestione degli ospiti. Inoltre consapevole delle potenzialità che la Valle di Fiemme offre dal punto di vista sportivo, si sta attrezzando per diventare un riferimento per tutti quei ciclisti che desiderano natura, panorami e tranquillità.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico