La Revelate Designs, fondata ad Anchorage in Alaska nel 2007, è la prima azienda ad aver iniziato la produzione di borse da bikepacking. Dopo alcuni anni, precisamente nel 2013, nasce la borsa da sottosella Terrapin, la prima versione della borsa da bikepacking attuale (seconda versione), l'accessorio di cui parlerò oggi in questa recensione.
La Terrapin della Revelate Designs è una tra le borse sottosella più capienti dell'azienda americana e ci è stata molto utile nella
nostra avventura in MTB ad Ibiza...
Terrapin® della Revelate Designs: caratteristiche
Per prima cosa vediamo le caratteristiche tecniche di questa borsa da bikepacking:
- Borsa rinforzata con ale laterali in foam, banda inferiore in polietilene ad alta intensità (HDPE) e pannello superiore in plastica e gommapiuma
- Presenza di una valvola per l'uscita dell'aria e la compressione della borsa
- Aggancio facile con una fascia in velcro e due cinturini centrali con clip
- Sacca impermeabile in nylon TPU (Poliuretano termoplastico) e involucro anti-abrasione
- Peso: 550 grammi inclusi di sacca
Recensione borsa bikepacking Terrapin®
Non lo nascondo: è la prima volta che affronto un
viaggio in MTB in modalità bikepacking, con la
Terrapin e lo
Sweetroll della Revelate Designs abbiamo pedalato sui terreni sconnessi dell'isola di Ibiza percorrendo un anello di 200 km. Nonostante fosse un modo nuovo di viaggiare ci siamo trovati da subito in sintonia: il montaggio della Terrapin è davvero intuitivo e veloce e l'ingombro minimo.
La borsa può essere riempita prima di essere agganciata al sottosella o direttamente sulla bici sfruttando la valvola sfiato della quale dispone per guadagnare spazio facendo uscire l'aria contenuta all'interno della sacca impermeabile; i
14 litri di volume permettono, nel caso di un'avventura di alcuni giorni appoggiandosi alle strutture ricettive del territorio, di trasportare un cambio completo per la sera, una ventina, qualche accessorio per la pulizia personale e ancora alcuni piccoli oggetti.
Come riempire la borsa
Seguendo la logica della Terrapin, vista la presenza degli attacchi al sottosella nella parte anteriore della borsa , i primi oggetti da riporre al suo interno dovrebbero essere i più pesanti per non sconvolgere eccessivamente l'assetto finale e garantire maggiore stabilità alla borsa una volta agganciata alla sella.
Con l'aiuto della valvola e con un pizzico di malizia dato dall'esperienza, riuscirai ad incastrare perfettamente tutto quello di cui hai bisogno anche se
lo spazio non è, ovviamente, quello di una borsa laterale agganciata al classico portapacchi da cicloturismo.
Ma andiamo sui dettagli: la borsa è composta da due parti ben distinte (che si possono reperire anche singolarmente): un involucro esterno e una
sacca impermeabile, da inserire nel rivestimento, che protegge perfettamente il bagaglio trasportato da piogge, fango o guadi insidiosi.
Per sfruttare al meglio questa peculiarità, se stai per affrontare un viaggio di qualche giorno in completa autonomia, potrai disporre nella sacca ogni componente del tuo equipaggiamento che dovrà preservarsi asciutto ad ogni costo come, per esempio, il sacco a pelo.
Come si aggancia la borsa
La Terrapin è una
borsa da sottosella e come tale viene agganciata in posizione aerodinamica al posto del borsellino in cui solitamente si conservano la camera d'aria di scorta e gli attrezzi per la sostituzione della stessa. L'accessorio della
Revelate Designs è dotato di una
robusta cinghia con velcro che viene fissata al canotto passando all'interno di un anello in lega mentre altre
due cinghie simmetriche rivestite in plastica, che possono essere spostate in due anelli adiacenti in base alla lunghezza della sella o alla comodità del viaggiatore, permettono di bloccare la borsa al telaio del sellino attraverso due clip.
La parte inferiore delle due cinghie è regolabile e, in base al carico, potrà essere allargata o meno.
La sacca impermeabile, già riempita o ancora vuota, andrà, come abbiamo anticipato, collocata all'interno dell'involucro rigido esterno. Una volta terminato il carico della sacca poi, le due cinghie regolabili dell'involucro potranno essere chiuse e tirate a dovere.
Qualche dettaglio in più sulla Terrapin
- La Terrapin della Revelate Designs è stata ideata con materiali impermeabili, molto resistenti all'abrasione come il nylon TPU, il VX21 e il Rhinotec.
- In posizione perpendicolare alle cinghie di chiusura dell'involucro esterno sulla sacca sono presenti due fasce parallele dove può essere fissata una luce, una action cam o qualche piccolo attrezzo.
- Due linguette in tessuto resistente e antiscivolo rappresentano i punti di contatto rtra la borsa e il reggisella prevenendo eventuali sfregamenti.
La capacità di carico rende la Terrapin molto appetibile anche per avventure che richiedono un bagaglio medio-impegnativo ma bisogna tenere conto di una possibile problematica.
I bikers più bassi, per esempio, che utilizzano bici con ruote da 29", con la Terrapin a pieno carico, rischierebbero di sfregarla ripetutamente sugli pneumatici. Lo stesso problema, riscontrato personalmente, può verificarsi utilizzando una full da 27.5" su terreni particolarmente ostici (e quindi sfruttando l'ammortizzatore posteriore fino a fine corsa). In sintesi mi sento di consigliare questa tipologia di
borsa da bikepacking per un utilizzo su MTB front, bici da viaggio, bici gravel o bici da corsa.
Costo
Il prezzo di vendita della Terrapin firmata Revelate Designs
si aggira intorno ai 190€ e non si può dire certo economico se comparato a quello delle classiche
borse da cicloturismo. La struttura di questi accessori da bikepacking, nati per essere agganciati direttamente alla bicicletta, è però più complessa: la ricercatezza nei dettagli, nelle forme e nell'utilizzo dei materiali fanno della Terrapin un prodotto di alta qualità utilizzabile anche sui single trail e sui sentieri più difficoltosi come alternativa al classico zaino da MTB. Se ami viaggiare leggero e asciutto, la borsa sottosella Terrapin è la scelta giusta!
Ultime considerazioni personali
Ho testato la borsa bikepacking Terrapin per 200 km provandola su ogni tipo di terreno, dalla sabbia all'asfalto, dai single trail rocciosi ai tracciati gravel. Il carico della borsa non ha infastidito la pedalata in nessun modo, il peso di circa 5 kg non ha interferito con l'andatura, l'ingombro non ha sfiorato alcun ostacolo sul percorso. A fine giro la Terrapin ha riportato solo qualche segno di sfregamento sulla parte inferiore dell'involucro (problematica già spiegata in precedenza) e diverse macchie di fango che abbiamo rimosso facilmente con un panno umido e una buona dose di olio di gomito.
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