La fortuna ha sorriso agli organizzatori dell'ottava edizione della Val di Fassa bike che presentava un percorso inedito sul quale si sono testati bikers giunti un po' da tutta Italia. Fortuna perché la giornata è iniziata con il sole e si è chiusa con la pioggia, giunta però soltanto verso sera, quando tutti gli atleti avevano già tagliato il traguardo. Come si dice però, la fortuna aiuta gli audaci... e così è stato! Il nuovo tracciato è davvero tecnico e impegnativo ma la soddisfazione di portare a termine un percorso del genere vale tutta la fatica ed il sudore lasciato per strada... anche da chi, come me, pedala con ritmo da "bisonte".
Marathon o Classic, c'è comunque da sudare
Visto lo scarso allenamento di quest'anno, ho deciso di cimentarmi sul percorso più breve evitando la salita a Le Cune sul Lusia per conservare le forze e dedicarle alla seconda parte del percorso, per me del tutto inedita. Le salite, alla fine, sono state cinque. Tutte piuttosto brevi, ma al termine del tracciato si sono fatte sentire, dato che anche le discese non lasciavano respiro! Tanto di cappello dunque ai coraggiosi che alle nove del mattino sono partiti sul percorso Marathon per raggiungere località Le Cune a 2200 m di quota per poi seguire lo stesso tracciato di noi comuni mortali. Per loro circa 3000 m di dislivello, per noi mille in meno.
La gara vista dai bisonti
Erano anni che non mi cimentavo in una Granfondo di MTB e la
Val di Fassa bike è stata una piacevole riscoperta. Ho vissuto la gara con gli occhi dei bisonti, quelli che se la prendono con calma, che si salutano, che si fermano ai ristori per bere un po' di sali o mangiare qualche biscotto e un po' di frutta. Nella
pancia del gruppo si condivide fatica e divertimento, sudore e risate, sole e fango. I primi chilometri si procede più o meno compatti, ci si sgrana sulla prima salita e lentamente le posizioni si stabilizzano. Quando i chilometri aumentano inizi a riconoscere le maglie di chi ti sta intorno... c'è chi va più lento in salita e recupera in discesa, chi si ferma ai ristori per poi accelerare nei tratti (pochi) di collegamento. In salita ci si incita a vicenda, si impreca quando c'è da spingere forte sui pedali, si scherza quando si può. In discesa ci si dà consigli, si suggerisce la traiettoria migliore e si lascia passare i più veloci.
I volontari, anima e cuore di queste manifestazioni, salutano e applaudono anche e soprattutto gli ultimi, quelli che soffrono per tagliare il traguardo e riuscire ad evitare la mannaia del tempo massimo! Sono gli angeli custodi di tutti i bikers: segnalano i pericoli, aiutano chi è in difficoltà, distribuiscono viveri e incitano a suon di campanacci e trombette.
Il tracciato di gara
Come dicevo, il tracciato di quest'edizione è del tutto inedito e personalmente l'ho apprezzato anche e soprattuto per i divertenti single trail in discesa, tecnici al punto giusto!
La partenza per entrambi i percorsi è prevista dalla zona meridionale di Moena. Si attraversa poi il centro del paese per svoltare a destra lungo la Strada de Longiarif ed iniziare una breve ascesa fino agli impianti dell'Alpe Lusia proseguendo in salita sulla pista fino al primo tornante. Qui i maratoneti proseguono verso l'Alpe Lusia e località Le Cune mentre i classici svoltano in discesa per ricongiungersi, in prossimità del parcheggio degli impianti, con il percorso Marathon di rientro da Le Cune. Dopo un breve tratto asfaltato, un'erta micidiale su cemento (35% pendenza massima!) conduce in località Pianac. Oltrepassato un impianto sportivo si inizia un primo single trail verso Soraga Alta, da cui inizia la seconda vera ascesa che conduce a località Pociace a quota 1700 m in circa sei chilometri. Ancora discesa principalmente su strada sterrata con un breve tratto in divertente single trail e finale in slalom sulla pista da sci.
Dopo il ristoro si percorre forse l'unico vero tratto di collegamento su ciclabile tra Pozza di Fassa e Soraga da dove si riprende a salire verso Col de La Chiusa dove inizia il single trail più lungo della gara di circa 2,5 km. Bello, divertente e impegnativo! Non c'è tempo di riprendersi dallo sforzo in discesa che si inizia subito a salire verso località Costaccia da dove si ridiscende fino a Moena (a parte una breve risalita oltre malga Panna). L'ultima asperità di giornata è davvero tosta: un primo tratto asfaltato e poi un'aspra sterrata fino a località El Prà. Il sentiero di discesa è veloce e panoramico e si conclude al campo sportivo di Moena da cui si segue l'Avisio fino all'arrivo...
Risultati e qualche dato statistico
Ora, per puro esercizio estetico, diamo anche qualche dato statistico.
Nel Marathon si è imposto Leonardo Paez che ha dominato precedendo il compagno di squadra Tony Longo e Samuele Porro. Tra le donne ha vinto l'austriaca Christina Kollmann davanti ad Elena Gaddoni e Valentina Frasisti.
Interessante vedere anche il tratto di discesa cronometrato... Martino Fruet (vincitore del percorso Classic) è stato un fulmine percorrendo i 2,5 km a quasi 40km/h di media in 6'02". Paez, vincitore del percorso lungo, ha impiegato oltre un minuto in più... per intenderci, io ho concluso il single trail in quasi 19'!
Concludendo devo dire che mi sono divertito sui sentieri della Val di Fassa bike e se ci sarà occasione tornerò anche l'anno prossimo, magari in compagnia... con un po' più di allenamento nelle gambe non mi dispiacerebbe giungere in cima al
passo Lusia come in questo itinerario e portare a termine il percorso Marathon.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico