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Bikepacking sulle Alpi: 3 giorni tra Val di Vizze, Tux e monte Sella
Tre giorni di bikepacking sulle Alpi, tra Italia e Austria, su strade militari e single trail da brivido. Un itinerario entusiasmante da fare in estate, tra l'Alto Adige e il Tirolo, partendo da Vipiteno e salendo la meravigliosa Val di Vizze, tuffandosi nell'angusta Zillertal, scavalcando le alpi di Tux per concludere seguendo la spettacolare strada di confine Grenzkamm tra il monte Sella e il valico di Santicolo. Percorso per palati fini.
In questo articolo
Da Vipiteno al passo di Vizze
Un mini-tour transfrontaliero in bikepacking di tre giorni nelle Alpi Orientali, di una bellezza e varietà estrema in ogni singola tappa.
Si parte da Vipiteno, di per sé già meritevole di una sosta. Noi la raggiungiamo in auto, che lasciamo nel parcheggio appena fuori dall'autostrada.
Attraversiamo la cittadina per far un po' di provviste, tralasciando la visita al centro altoatesino che già conosciamo per proseguire spediti verso le alte quote.
Poco oltre la stazione dei treni (è comodo raggiungere il punto di partenza del percorso anche con questo mezzo), la strada devia, supera l'Isarco ancora giovane e si avvia verso la val di Vizze.
3000 anime sperdute su un territorio immenso ai piedi delle Alpi della Zillertal ci attendono. All'inizio invita a spingere forte sui pedali con le sue dolci pendenze ma non ci facciamo trarre in inganno. Tiriamo le briglia, trattenendo il fervore iniziale, consci delle asperità che arriveranno.
Il percorso segue la strada fino a entrare nel piccolo borgo di Prati dove troviamo la prima di numerose fontane. Riempite le borracce, ci innestiamo sul percorso sterrato che segue l'argine del rio di Vizze (Pfitscher Bach).
In fondo al borgo lasciamo il rio addentrandoci nel bosco. Una bella forestale sale sempre dolce fino ad incrociare una strada che s'inerpica sulla sponda orientale della vallata. Le pendenze si fanno più decise fino a quando raggiungiamo una chiesetta che domina il paesaggio. Qui lasciamo la strada per imboccare un sentiero divertente fino a ritrovare la provinciale della val di Vizze. La diga che forma un lago più simile a un acquitrino è lì vicina e la traccia spiana sulle sue sponde.
A Novale lasciamo di nuovo la via maestra per intraprendere un altro tracciato nel bosco. Niente traffico, dolci pendenze e ombra: cosa chiedere di meglio?
Ritroviamo la provinciale a Saletto ma tenendoci sulla sponda orografica sinistra (a destra salendo), raggiungiamo il biotopo Grafau fuoristrada.
Più avanti, tra prati brillanti e balconi traboccanti surfinie sgargianti, raggiungiamo San Giacomo seguendo l'asfalto in un traffico irrisorio anche ad Agosto.
Si prosegue ancora su asfalto per un chilometro circa, fino alla frazione di Stein-Sasso. Sono le ultime indomite abitazioni in fondo alla valle e qui la ghiaia prende il sopravvento.
Il passo di Vizze dista ancora 9 chilometri ma il dislivello da colmare si è ridotto a poco più di 700 m.
Il primo tratto gravel sale a strappi nel bosco. Si suda: temperature da basse quote anche se i 2000 m si avvicinano.
Incastonato tra Alpi Breonie Orientali (Tuxer Kamm) e Alpi Aurine, questo valico segna il confine tra Italia e Austria a 2276m di quota. Dominati dal Gran Pilastro per buona parte dell'ascesa, giungiamo lassù nel primo pomeriggio, con temperature che sono più consuete 1000 m più in basso.
Una piccola deviazione e ci infiliamo nel rifugio Pfitscher Joch-haus, proprio sopra al lago del Passo.
Dopo esserci ristorati e riempiti gli occhi nuovi di panorami alpini, riprendiamo la marcia.
Zamster Grund e notte nella Zillertal
Non serve nemmeno la giacca antivento per la discesa nella Zamser Grund, anche perché il sentiero è piuttosto smosso e richiede tutte le nostre attenzioni, facendoci sudare su grossi lastroni in pietra.
Alcuni gradoni mi fanno rimpiangere la full, lasciata a casa per prediligere la capacità di carico della Genesis alla comodità della Focus.
Cascate straripanti d'acqua evidenziano quanto i ghiacciai siano in sofferenza.
I copertoni da 2.8" svolgono egregiamente il loro lavoro e mi conducono senza troppi patemi allo Schlegeis Stausee, sbarramento incastonato tra alte vette, imbiancate da quel che resta di imponenti ghiacciai.
Il sentiero diventa strada, le auto riempiono il parcheggio. Passiamo un breve tunnel imboccando la picchiata che ci porta ai piedi del muro di cemento che trattiene l'acqua del bacino appena costeggiato.
Un paio di divertenti deviazioni ci fanno evitare buona parte della discesa asfaltata per raggiungere Ginzling.
A metà discesa uno spartano campeggio è pieno e così proseguiamo verso il paese, dove troviamo un becero ristoro serale prima di accamparci ai margini del torrente Zemmbach.
Siamo consapevoli che l'umidità la farà da padrona in questa serata col cielo impreziosito dalla via Lattea che taglia di netto il minimo scorcio di volta celeste aperto sulla stretta gola.
Domani sarà ancora salita e fatica, ma per oggi ci godiamo un meritato riposo al fresco.
Si sale verso Tux
Il risveglio ai margini della Zillertal è fresco e umido. La tenda è inzuppata di rugiada, segnale che anche oggi ci sarà da sudare.
La lieve discesa iniziale che ci permette di oltrepassare lo stretto canyon dello Zemmbach è pura illusione. Seguiamo la strada tra le rocce godendoci l'avanzata facile e veloce.
Prima di raggiungere Mayrhofen lasciamo l'arteria principale e subito la strada si impenna. Un paio di tornanti ci conducono a Dornau e da lì, su strada secondaria e deserta, ci inoltriamo verso Tux. Le pendenze si inaspriscono un po' ma la frescura mattutina ci fa proseguire di buona lena.
La strada finisce e un breve single track guidabile ci porta di nuovo sulla statale facendoci perdere qualche decina di preziosi metri di dislivello.
Inizia il tratto più brutto dell'intero itinerario, con 3 km nel traffico, conditi da un paio di gallerie. La ciclabile sterrata sulla piana di Tux ci porta, di nuovo fuori dal traffico, nel centro cittadino dove assaltiamo un panificio prima di prepararci alla conquista del punto più alto dell'intero percorso.
Tuxer Joch, salita spezzagambe
Lo sterrato vallivo si impenna poco prima di raggiungere Hintertux. Il fondo danneggiato dalle piogge recenti mette a dura prova le nostre abilità tecniche ma torniamo presto su asfalto attraversando l'arteria principale della valle. Un paio di tornanti tra i prati appena falciati e inondati di letame ci conducono all'imbocco di una forestale larga e popolata da orde di camminatori, tutti rigorosamente in discesa.
Il ghiacciaio che un tempo dominava il versante settentrionale delle alpi Breonie Orientali sanguina cascate cariche d'acqua in ogni angolo e langue ormai relegato sugli speroni più alti del gruppo.
Gli impianti salgono sulla roccia come cicatrici scoperte e i teli bianchi stesi sulla coltre ghiacciata sono minuscoli cerotti con cui si tenta di arginare un'emorragia inarrestabile.
Le bici non esistono, solo ebike su questo tragitto, e ne scopriremo il motivo negli ultimi chilometri.? Salutiamo le vacche al pascolo della Bichlalm quando siamo ancora vigorosi ma già le prime rampe verso la stazione "bassa" di Sommerberg fiaccano le mie scarse energie. Luca viene sconfitto solo dall'ennesima rampa ben oltre il 20%.
Gli ultimi 2 chilometri si insinuano in un paesaggio comunque prezioso, seppur ferito. Spingiamo a tratti fino a conquistare un ottimo strudel nella serra incandescente della veranda del rifugio Tuxerjoch Haus.
Trail strepitoso con 65 tornanti!
Riprese le forze, copriamo in fretta le poche centinaia di metri che ci separano dal passo vero e proprio.
Il laghetto nei pressi del valico è il preludio al paradiso: 4 chilometri e mezzo, 65 tornanti e un trail tutto pedalabile per scendere dai 2338 m ai 1770 m della valle di Schmirn. Ce lo gustiamo come un corteggiamento, accelerando e rallentando il ritmo a piacimento, fermandoci sui tratti più panoramici e dando gas sui brevi rettilinei tra una curva e quella successiva.
La strada che imbocchiamo in fondo al trail, prima sterrata e poi asfaltata, ci conduce prima a Schmirn e poi , in un batter d'occhio, nel canyon del torrente omonimo, evitandoci la risalita sulla sponda opposta della valle.
Siamo a St Jodok am Brenner poco più tardi e decidiamo che per oggi possa essere sufficiente. Un ristorante in paese ci offre la scusa per un lauto pasto e il prato appena alle sue spalle è perfetto per bivaccare.
Il secondo giorno di questo anello transfrontaliero si chiude in maniera rocambolesca e forse un giorno vi racconterò anche questa storia, ma per ora accontentatevi di lavorare di fantasia e godetevi le immagini delle Alpi nel loro splendore.
L'ultima fatica verso il Saddelberg (monte Sella)
È già arrivato l’ultimo giorno di questo spettacolare anello in MTB sulle Alpi orientali tra Tirolo e Alto Adige.
Come sempre, quando si viaggia in bici il tempo sembra fermarsi e contemporaneamente volare. Una dicotomia appagante e inebriante, di cui non vorresti fare mai a meno.
In sella mi sembra di vivere più a lungo, lontano dagli orrori del mondo reale, dai pensieri quotidiani che spesso scacciano i sogni. Con questo spirito leggero e stralunato mi risveglio e partiamo, dopo una notte travagliata, verso l’ultima asperità del viaggio.
La giornata è meno intensa delle precedenti, ma ci aspetta un altro angolo di alpi tutto da esplorare. I primi chilometri aiutano a scaldare la gamba sulla statale che sale verso il Brennero, tra Stafflach e Gries am Brenner.
Deviamo dall'arteria principale verso le alpi dello Stubai. A Vinaders l'aria è ancora frizzante quando una rampa subito cattiva ci conduce su un nuovo tratto gravel dove iniziamo la scalata verso la malga Saddelberg e l’omonimo monte Sella.
Lo sterrato prende il sopravvento e le pendenze accelerano la loro impennata. La malga è enorme, illuminata dal sole nella piana pascoliva sotto la strada, tra impianti che in inverno mi immagino presi d'assalto da variopinti sciatori estasiati dal paesaggio imbiancato.
Il confine è un cancello in legno per le vacche: l’uomo ormai è libero di muoversi in questi territori che un tempo sono stati teatro di aspre contese. Qualche tratto, breve per fortuna, a spinta e raggiungiamo la cosidetta “fascia periferica” del Vallo Alpino in Alto Adige.
Sul monte Sella il panorama si apre sui ghiacciai delle Alpi di Tux a occidente, mentre a oriente l’occhio spazia lungo la linea di confine verso le Alpi dello Stubai nelle Retiche orientali, dominate dal Tribulaun di Fleres e dal Pan di Zucchero più a est.
Grenzkammstrasse fino al passo Santicolo
La strada militare di confine tra monte Sella (Saddelberg) e Santicolo (Sandjöch), che ci condurrà verso il passo Santicolo (Sandjochl) è un paradiso fatto di dolci pendenze e larghe vedute. Si sale e si scende senza mai faticare troppo.
Una fontana in legno nei pressi di una malga ai piedi del monte Croce nasconde un tesoro inatteso: casse di birra, radler e succo di frutta sono lasciate al fresco nell’acqua corrente. Basta lasciare 2€ nel salvadanaio e servirsi e non mi faccio pregare due volte.
Una scrofa anarchica è riuscita a uscire dal suo recinto e scovare un sacchetto di rifiuti. I copertoni della mia ruota la distraggono per un attimo dalla sua furia devastatrice ma non devono essere troppo di suo gusto, per fortuna, perché se ne torna con il muso i sacchetti di patatine vuoti e i tappi di birra sparsi sul prato.
Provare a cacciarla si rivela più arduo di quanto sembrasse e così lasciamo che sia il malgaro al suo ritorno, sicuramente infuriato, a ripulire quel porcilaio che si isola nella perfezione dell'ambiente circostante.
Manca l’ultima asperità ma le dolci pendenze non ci fanno faticare più di tanto per raggiungere il passo di Santicolo. La valle di Fleres e la valle Isarco si manifestano là in fondo e noi, sazi di tanta bellezza, ci tuffiamo verso il fondovalle.
La strada militare plana lenta e sinuosa sulla ciclabile del Brennero che qui si insinua verso la val di Fleres, per addolcire il suo tragitto di discesa.
La intercettiamo e ci lasciamo trascinare prima a Colle Isarco e poi, con un'inattesa rampa conclusiva, verso il centro storico di Vipiteno.
Ma prima intravvediamo un miraggio e non possiamo non concederci una sosta all’Imbiss del paese. Patate e birra per festeggiare un giro MTB di tre giorni sulle Alpi di confine tra Italia e Austria.
Tre giorni che son sembrati un’ora. Tre giorni che son sembrati un mese. In bici il tempo è relativo, basta lasciarlo scorrere.
- il panorama sul Gran Pilastro nelle Alpi Aurine
- il passo di Vizze e il confine Italia-Austria
- le cascate della Zamster Grund
- il ghiacciaio di Tux
- i 65 tornanti della discesa dal passo di Tux
- la strada militare tra il monte Sella e Santicolo
- Come raggiungo Vipiteno? Vipiteno è ottimamente collegato con l'Italia e l'Austria attraverso l'autostrada del Brennero o la linea ferroviaria del Brennero e quindi raggiungibile sia con l'auto che con i treni
- L'itinerario è segnalato? No, il percorso non è segnalato anche se si trovano svariate indicazioni di percorsi MTB lungo l'itinerario. Per il resto è fondamentale disporre della traccia GPS. Per questo ti consiglio di scaricare il file gpx
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario si trovano molte fonti d'acqua e quindi avrai sempre a disposizione una fontana per riempire la borraccia
- Com'è la qualità delle strade e dei sentieri in generale? Il percorso è in buono stato. Lungo il percorso incontrerai tanti sterrati e single trail, pochissimo traffico se non nei 3-4 km prima di arrivare a Tux. anello bikepackign sulle alpi? In questo itinerario si raggiungono i 2300 m di quota quindi la stagione indicata è l'estate, anche se meteo permettendo potrebbe essere molto bello anche Settembre oppure inizio Giugno.
- Quanto costa dormire sul percorso? Ci sono diversi punti di appoggio lungo l'itinerario. Siamo in Austria quindi i costi sono medio-alti ma si può trovare alloggi a partire da 50-60€ a notte a persona.
- Dove dormire lungo l'itinerario? I rifugi principali sono tre: il Pfitscher Joch Haus sul passo di Vizze, il Dominikus Hutte nei pressi del lago di Schlegeis e il Tuxer Jock Haus al passo di Tux. Sono presenti alloggi anche a Ginzling, Dornau, Tux, St Jodok am Brenner e le rispettive vallate.
- Dove posso mangiare lungo l'itinerario? Come per il pernottamento, i rifugi di riferimento sono quelli ai passi mentre nei vari paesi è possibile trovare dei ristornanti e dei negozietti.
- Cosa posso mangiare? I piatti tipici sono quelli della tradizione tirolese: gulasch zuppe, strudel, canederli ma anche schnitzel o wurstel in tutte le salse.
- Tirolo turismo: il sito ufficiale del turismo in Tirolo
- Sudtirol info: il sito ufficiale del turismo in Alto Adige
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Buone pedalate!