La luce tiepida del sole del mattino illumina L'Ilè Rousse, una delle perle della Corsica del nord. Ho deciso che stamattina esplorerò alcuni borghi della Balagne in bicicletta, la Corsica dopotutto si presta veramente bene a questa attività! Forse scoverò i più suggestivi partendo proprio da Place Pascal Paoli, intitolata all'indipendentista corso, u babbu di a patria..
Dal centro di L'Ilè Rousse, dopo essere passata a salutare Pascal, raggiungo la strada principale per Calvi per poi inerpicarni verso la torretta in rovina.
Complice le indicazioni mancanti e la convinzione di essere sulla retta via, smarrisco la strada dopo meno di un chilometro ritrovandomi a gironzolare su me stessa più e più volte...
L'ascesa a Munticellu
Maledizione, ho sbagliato strada. Il miraggio della torre mi ha teso una trappola e, in pochi minuti, ho già macinato un dislivello inutile su sterrato.
La strada per Munticellu sale regolare regalando scorci da mille e una notte. Che l'acqua del mare sia limpida è un dato di fatto, ma che si riesca a vederla anche dall'alto e da una discreta distanza mi colpisce non poco. Si sale e si soffre (un pochino!) per il caldo soffocante, ma Munticellu si avvicina inesorabile. Abbarbicato sulla montagna sopra L'Ilè Rousse, Munticellu è uno dei borghi della Balagne che ha qualcosa da raccontare a chi lo visita... Sapete ascoltarlo? Potrebbe narrarvi di quando Napoleone si fermò in paese per qualche giorno per esempio. Gironzolo un po' senza trovare la Maison Malaspina (o forse trovandola ma senza rendermene conto!) dove soggiornò il condottiero. Alla rotonda del paese non posso sbagliarmi: a sinistra si segue per Spiluncatu!
Verso Spiluncatu in bicicletta: che fatica!
Da Munticellu un cartello indica una distanza di 15 km a Spiluncatu. Costeggio la vallata tenendomi in quota e godendo dei continui scorci su Isula Rossa e la costa sottostante. Un biker appare all'orizzonte, stà venedo dalla strada che seguirò... la tentazione è di chiedergli qualche informazione ma forse è meglio attendere la sorpresa per... sorprendersi di più!
Passano paio di chilometri e la strada aggira la montagna per poi iniziare a scendere con decisione.
Il fondo non è il massimo ma aprendo la forcella i colpi si sentono meno e posso quasi rilassarmi osservando i paesaggi intorno. Il traffico è inesistente fatta eccezione per qualche turista avventuratosi in queste lande ancora poco conosciute per caso. La discesa inizialmente mi diverte, ma dopo qualche chilometro inizia a spaventarmi: se si scende così tanto poi si risalirà, oh no!!! Le previsioni purtroppo si rivelano azzeccate e dopo aver incontrato i binari ferroviari (incredibile che il treno passi anche di qui!) a Regino, la strada ricomincia a salire con pendenze dolci ma decise. Un rapace, forse una poiana, plana sopra di me tenendosi a soli due metri di distanza: non ci posso credere!!! Scatto per cambiare obiettivo alla macchina fotografica, se riuscissi a montare il teleobiettivo, lo immortalerei e sarebbe la prima volta così vicino... ma i miei pensieri sono più lenti del battito d'ali del rapace che si dilegua in pochi secondi fra la folta vegetazione. Ogni tratto della strada si interseca con dei sentieri che portano allo stesso luogo: chissà se in montain bike siano praticabili...
All'incrocio con la D71 per Calvi la distanza per Spiluncatu è irrisoria, solo 4 km di salita anche se a me sembrano ancora tanti.
Ricomincia la pedalata, ma stavolta è più affaticata. Bevo, mi fermo, scatto una fotografia, perdo un sacco di tempo. Spiluncatu è poche decine di metri sopra la mia testa ma non lo vedo ancora. Altri borghi della Balagne invece si mostrano pittoreschi in tutti i loro colori e particolarità dall'altra parte della vallata, uno deve essere Belgodere, un nome che dice tutto. Anche il lago di Codole formato dall'omonima diga si fa vedere a fondovalle, chissà se si avrà il tempo di avvicinarsi un po'...
Nella roccia
Al primo sguardo Spiluncatu mi delude: non vedo grandi rocce a sovrastarlo nè particolarità incredibili che possano farmi dire "Ohh Spiluncatu è magnifica!", no niente di tutto questo. Pedalo per il paese alla ricerca di qualcosa che mi faccia cambiare idea. Salgo oltre la piazza principale ritrovandomi in un'altra piazzetta deserta. Con la coda dell'occhio noto dei movimenti sospetti: rondini, cornacchie e anche due simpatici cardellini svolazzano a destra e sinistra come se stessero giocando. La facciata della chiesa risale al XVI secolo ma non mi ammalia per davvero, quello che spinge a sedersi e ammirare il luogo è l'insieme di edifici accostati, quasi per caso, l'uno all'altro in modo perfetto. L'armonia dei colori e dell'architettura mi trasmettono un grande senso di tranquillità, ne avevo bisogno. Non comprendo la reale bellezza di Spiluncatu fino a quando non lascio la cittadina in direzione di Nessa. Il borgo è davvero un tutt'uno con le rocce su cui è stato costruito e da questa parte si vede bene; mi ricorda Pentedattilo, nel profondo sud della Calabria, solo che il fratello corso è più valorizzato e promosso.
Scendo lentamente: voglio assaporare ogni istante e ogni panorama che mi si presenti di fronte e poi la via dopo Spiluncatu è fantastica da pedalare: stretta, ma non troppo, un po' accidentata, a strapiombo sulla valle sottostante, nel bel mezzo della macchia mediterranea. Prima di Nessa la strada torna ad essere pianeggiante nonostante tagli la montagna. Sulla strada del vino sono presenti diverse aziende vinicole, peccato non potersi fermare, inoltre questa è zona di cinghiale, un piatto assolutamente da assaggiare!!! Oltre Feliceto seguirò il Regino in direzione di L'ilè Rousse sperando di non impiegarci tutto il giorno...
Un ultimo saluto a Pascal Paoli
Si scende (non gioisco mai quando si scende troppo perchè poi.... c'è la sorpresa!) e il lago artificiale sembra sempre più vicino. Le acque sono immobili, come disegnate. Un saliscendi facile e il borgo di Sant'Antonino appare sulla cima di una collina, suggestivo e invitante ma... non ho voglia di salire ancora così tanto, sono già piuttosti stanca!!! Senza neanche rendermene conto giungo a L'Ilè Rousse per la stessa strada scoperta per caso all'inizio del percorso, quando in bicicletta avevo smarrito la via, una giusta chiusura del cerchio di questo itinerario ciclabile davvero piacevole.
Pascal è sempre in piazza, immobile ad attendere un po' di attenzione dalle migliaia di turisti indaffarati in altro.
L'itinerario di cicloturismo sopra descritto fa parte di un viaggio in bicicletta in Corsica del quale trovate la prima tappa a due ruote a Saint Florent qui. Il tour dei borghi della Balagne (Corsica) ve lo sconsigliamo nella stagione più calda!
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