Si pedala ancora e abbiamo deciso che sarà l'ultima giornata in bici in Albania... il tempo a nostra disposizione è poco e vorremmo dedicarlo anche alla visita di Girocastro, meta del tragitto odierno, e Berati, altra cittadina dell'entroterra albanese.
L'occhio azzurro
Lasciamo i grattacieli di Sarande per riprendere il nostro viaggio in bici in Albania ed il suo bel panorama costiero per deviare decisi verso est. Il muro di alte montagne che ci si staglia di fronte un po' ci spaventa ma sappiamo che oggi il percorso sarà breve e quindi non ci scoraggiamo. Dopo aver passato un'area di povertà estrema raggiungiamo il monastero di Mesopotami, piccolo e carino ma non paragonabile a quello esplorato furtivamente ieri.
Risaliamo in sella e la strada inizia a salire addentrandosi in un canyon stretto ma suggestivo. Quando ne usciamo, una deviazione di un paio di chilometri ci porta a raggiungere la sorgente denominata 'Occhio Azzurro': un'acqua cristallina sgorga dalla roccia formando una piscina naturale turchese che invoglia davvero a tuffarsi... peccato che l'aria sia circa 15° e l'acqua 10°! Rinunciamo al tuffo e dopo aver evitato l'ennesimo agguato canino (ormai abbiamo appurato che il detto 'can che abbaia non morde' calza a pennello ai poveri randagi qui in Albania), riprendiamo l'ascesa.
Dal mare ai monti
Questa volta la strada sale più decisa ed il panorama sulla vallata cambia ad ogni tornante. Tra una sosta fotografica e l'altra, in men che non si dica ci ritroviamo sul valico che ci permetterà di raggiungere la vallata dove è situata Girocastro. Ci sediamo a bordo strada per ristorarci con qualche oliva... di certo uliveti, piante di arancio e limone non mancano in Albania. Proseguiamo il nostro viaggio in bici lanciandoci in picchiata su una strada decisamente più esposta e per questo più panoramica, di quella fatta in salita. Sotto di noi si apre un'ampia valle di cui non avremmo mai immaginato l'esistenza, mentre l'orizzonte è chiuso da vette innevate dalle recenti precipitazioni.
Anche la discesa è interrotta spesso da soste fotografiche ma giungiamo comunque rapidi sul fondovalle che ci accoglie con una serie di bunker, ricordo dell'epoca comunista di Enver Hoxha. Imbocchiamo una strada scorrevole e pianeggiante che ci condurrà, in una ventina di chilometri, ai piedi di Girocastro. Dopo gli ultimi quattro-cinque chilometri nel traffico con la strada che d'improvviso si è ridotta ad una lingua d'asfalto malcurato, siamo felici di faticare in salita sulle ripide rampe che conducono al centro della città vecchia di Girocastro.
Tristemente splendida Girocastro
Girocastro, le sue viuzze ciottolate, le ripide stradine, le case in legno intonacate di bianco e punteggiate di finestre, l'enorme castello che domina il paesaggio... sono una vera perla in cui è un piacere passeggiare ma l'incuria, la sporcizia e la rovina in cui giacciono alcuni edifici rovina quella che potrebbe essere senza ombra di dubbio una delle più belle cittadine d'Europa.
Concludiamo la giornata in una stanza gelida di uno squallido alberghetto in centro, rifacendoci però con una cena da principi in un ristorantino locale gestito da un'anziana coppia gentilissima e cordiale.
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