Saranda soffoca: un'accozzaglia di palazzi hanno invaso l'invidiabile baia, le colline non si vedono quasi piú, solo cemento e la sensazione di trovarsi in luoghi più esotici, sicuramente non in Albania. Il nome più gettonato per gli hotel é BoraBora, ma anche Ibiza o Puerto Sol piacciono abbastanza. Anche stamattina il sole non ha dato forfait e si é presentato puntuale all'appuntamento con il giorno e con noi. La nostra stanza, affacciata sulla baia e sull'isola di Corfú, ci é costata solo 15€ e non é affatto male. Per oggi non affronteremo saliscendi faticosi trascinandoci le borse cariche di chilometro in chilometro, oggi si viaggia leggeri, destinazione il sito archeologico di Butrint.
Costeggiando il lago di Butrint
Questo viaggio in bici in Albania si sta rivelando più faticoso del previsto e la tappa di oggi servirà a recuperare le energie per domani... o almeno spero.
Scendiamo nella hall ed il nostro gentile oste ci offre un nerissimo caffê turco ( nel mio faccio aggiungere un goccio di latte, giusto per alleggerirlo un po'), siamo pronti!
Il lungomare di Saranda scivola sulla baia dove i pescatori, appena rientrati in porto con i barconi pieni di pesce, si trasformano con abilità in esperti commercianti. Percorriamo tutta la mezzaluna con la voce ipnotica del muezzin che ci insegue. Il boom edilizio é arrivato anche qui deturpando pendii e colline... almeno il mare resiste cristallino! Superata una collinetta ci ritroviamo quasi immediatamente a costeggiare il lago di Butrint, una macchia di blu fra le montagne brulle e le paludi rossastre. Rapaci, passeriformi, cormorani, gabbiani, pecore, capre, mucche e cani convivono in questo ambiente idilliaco, l'unica nota stonata é la mia catena che cigola senza ritegno e l'olio é rimasto a casa... Son solo 20 i chilometri tra Saranda e Butrint e ne abbiamo giá percorsi 8 quando ci troviamo di fronte alla sagoma ben delineata di Corfù. Girando in bici l'Albania ci siamo ritrovati faccia a faccia con la possibilitá di attraversare quel breve corridoio di mare e sbarcare sull'isola greca. La tentazione é stata forte ma poi ci sarebbero senz'altro mancati lo spirito e l'accoglienza albanesi... decliniamo l'invito, sará per la prossima volta.
Sito archeologico di Butrint, patrimonio UNESCO
Ksamili è un frizzante centro di bar, market ed hotel con calette cristalline e greggi di pecore che attraversano la strada quando meno te lo aspetti. Uomini, donne, bambini... oggi sono tutti a spasso a godersi il tepore primaverile del 29 dicembre: gli alberi di limoni, i mandarini e gli aranci sono stracarichi di frutta da raccogliere, noi pedaliamo in maniche corte e solo una montagna é incappucciata di bianco... è davvero pieno inverno? Io e Leo amiamo il caldo e i paesaggi dove mare e monti sembrano sfiorarsi senza mai toccarsi veramente, non sarebbe poi male cambiare vita: potremmo acquistare un piccolo lotto di terra e produrre olive, olio e, perchè no, anche arance... che bella idea! Butrint è una piccola penisola attaccata alla terraferma per un soffio; fondata e sviluppata da Greci, Romani e poi anche dai Veneziani, Butrint custodisce ancora molti resti archeologici sepolti dalla terra e dal tempo che forse non verranno mai alla luce per mancanza di fondi.
Paghiamo l'ingresso, 500 lek, il sito è tutto per noi: ci perdiamo fra Storia, fantasia e immagini di un tempo lontano che non ci apparterrà mai. Davanti alla Basilica scoperchiata del VI secolo mi ritrovo a pensare alla cattedrale senza tetto della Val di Merse nel senese, un di quei luoghi da vedere almeno una volta nella vita. Dal castello veneziano sul culmine della collina di Butrint si vede perfettamente la
fortezza triangolare aldilà del canale di collegamento fra il lago e il mare, per attrversarlo si può prenotare un viaggio su una grossa zattera tirata sulla sponda opposta con l'ausilio di una corda... ricorda il traghetto di Leonardo ad Imbersago sulla
ciclabile dell'Adda. Caronte sorride a tutti, anche a noi che non usufruiremo del suo passaggio. Su un'isolotto poco distante da Butrint, si scorgono le rovine del
castello di Ali Pasha raggiungibili solo in barca.
Rientro con sosta al monastero di San Giorgio
Sotto il sole del primo pomeriggio è tempo di pedalare nuovamente verso Saranda e la sua lussureggiante baia. Abbiamo ancora tre ore di luce e non vogliamo sprecarle: con non poca fatica spingiamo le biciclette in salita lungo una strada dissestata zigzagando fra grossi massi disposti alla perfezione per impedire il passaggio veicolare. Abbiamo deciso di risalire la ripida via che conduce al monastero sopra il lago, il luogo è dedicato a San Giorgio e viene aperto solo in occasione dei festeggiamenti nel giorno del santo, ma questo lo scopriremo solo più tardi. Parcheggiamo le bici nascoste e riprendiamo la nostra camminata verso il punto più alto della collina: vecchi ulivi intarsiati dal tempo protendono verso il mare, i campanacci delle mucche suonano nella brezza pomeridiana, Saranda giace immobile davanti a noi. Sulla collina del monastero c'é tutto quello che un uomo semplice possa desiderare: un panorama a 360° sulle montagne, sul mare e sul lago, piante aromatiche spontanee, spazio per coltivare un orto, la protezione delle mura, un recinto per mucche e pecore... siamo in paradiso. Non vedo l'ora di entrare, di scoprire, di fare due chiacchiere con i monaci... ma il portone principale è chiuso! Proviamo con la porticina sul retro, niente da fare! Non ci credo, il monastero è deserto, ero talmente eccitata da sentire delle voci inesistenti... e invece qui non c'é nessuno. Un ultimo sguardo al balconcino in legno oltre le mura e... c'é un ragazzo e non sembra un monaco visto che si sbraccia con un tablet in mano. Aspettiamo qualche minuto e vediamo apparire i due furbi con l'aria soddisfatta, chiediamo spiegazioni: allora il monastero é aperto!
Il ragazzo del tablet ci spiega che solo in occasione di San Giorgio viene organizzata una grande festa, il resto dell'anno é chiuso ma se vogliamo ci mostra come entrare a fare due fotografie! Con un muro alto tre metri non sarà facile ma con la scaletta fatta da Leo riesco a superare le mura, risalire dall'altra parte sará molto più semplice. L'interno del monastero é straordinario e rafforza la mia idea di un immediato trasferimento... ora nn mi resta che convincere Leonardo ed i monaci ortodossi... insomma un gioco da ragazzi!!!
Ti è piaciuto questo racconto? Continua a leggere il diario del viaggio in bici in Albania:
Da Fier a Valona inseguiti dai cani Il passo di Llogora tra Valona e Dhermi Mangia e bevi verso Sarande Alla scoperta di Butrint Dal mare di Sarande ai monti di Girocastro...e dopo il racconto delle nostre avventure, qualche consiglio utile:
Dieci cose da vedere in un viaggio in bici in Albania
Ultimi commenti