Quest’oggi il mio focus saranno i monti Pisani in mountain bike. Per la prima volta ho modo di pedalare nella provincia di Lucca, in Toscana, tra verdi colline e meravigliose tracce storiche e quindi per un inizio soft opto, nonostante la bici, su un itinerario pedalabile anche con una gravel bike.
Da Orentano verso i monti Pisani
Partenza dal Residenze Corte Tommasi, poco fuori Orentano. Arrivato in paese svolto a sinistra puntando i monti Pisani e Lucca. Di tutto questo tragitto, l’inizio è forse quello che abbisogna di maggiore attenzione in quanto sono costretto a percorrere poco meno di 200 metri della strada provinciale Bientina; una lunga via diritta delimitata da guardrail ove le auto, nonostante i limiti imposti, sfrecciano dunque si deve porre la massima prudenza nell’inserimento e stare il più possibile a destra.
Per fortuna imbocco la prima strada di campagna sulla destra per arrivare al lago della Gherardesca, un’area naturale protetta ai piedi dei monti Pisani, punto di appoggio per la migrazione degli uccelli. Noto dai cartelli che l’area è privata perciò costeggio il lago dalla parte ove il passaggio è permesso. Alterno tratti asfaltati e tratti sterrati scorrevoli ben compatti anche se nei numerosi avallamenti, a seguito delle copiose piogge dei giorni scorsi, si sono formate consistenti pozze che evito come in una danza sinuosa.
Tornato su asfalto percorro la prima dolcissima salita di giornata sino alla Pieve e Sant’ Andrea di Compito, che assieme formano il Borgo delle Camelie, caratterizzato da torri, piccoli cortili, antichi portali, ville nobiliari, secolari alberi di camelie ed il Camelieto, il parco naturale che raccoglie circa 1.000 esemplari diversi di camelie. Presso lo scollinamento noto la chiesa di Lucia del VII secolo con la sua torre di segnalazione del X. La discesa è altrettanto facile ed educata. Poco dopo il centro di Massa Macinaia devo attraversare la provinciale allora in pianura seguo le indicazioni per Lucca.
La città di Lucca in mountain bike
Lucca è un gioiello incastonato nelle sue mura rinascimentali ed il girarla in bici mi permette di coglierne subito la sua cifra. Un tempo sentii parlare un urbanista a proposito del rapporto fra bellezza e spazio ottenuto appunto dal “contenimento” delle mura difensive. Vedendo Lucca potrei definire la sua teoria perfetta. La storia del centro è davvero importante e basterebbe citare la sua data di fondazione, il 180 a.C. ad opera dei Romani, per avviare un lungo proficuo discorso.
Naturalmente noto che l’urbanistica attuale conserva l’impianto ortogonale romano, come noto pure il gran numero di edifici di culto.
Il tempo è tiranno purtroppo. In questo mosaico di vicoli e scorci mi concedo una visita alla chiesa di San Michele in Foro, all’incrocio storico fra il Cardine ed i Decumano Massimi, e ad uno dei simboli della città, l’affascinante piazza Anfiteatro, sede dell’antica arena romana.
Dopo aver preso alcuni depliant presso il punto informativo sgattaiolo via sotto le mura e la ferrovia in direzione dei monti e per fare ciò prendo come riferimento l’acquedotto Nottolini in stile neoclassico, dal 1851 utilizzato per l’approvvigionamento idrico ed ora simbolo monumentale dell’ingegno umano.
Eccezion fatta per l’attraversamento autostradale pedalo alla sua base su sentieri e stradine secondarie sino a Verciano indi rimbalzo fra sentieri ed altre stradelle per raggiungere Vorno. Tale zona, rigogliosa e mite, è costellata di ville signorili, giardini, frutteti, torrenti… La particolarità di questo tratto sta nel fatto che il percorso è tutto circondato da muri di pietra grigia, come a proteggere da sguardi indiscreti le predette meraviglie. Presso la Pieve di Vorno dedicata a San Pietro dell’867 inizia la salita.
In bici sui monti Pisani
I monti Pisani sono un sistema montuoso di dimensioni modeste (la quota maggiore è il monte Serra di 917 metri) che divide Lucca da Pisa.
È un luogo ricco di sentieri ed itinerari di varia lunghezza e difficoltà.
Avendone studiato la mappa mi ero reso conto della loro peculiarità, ed ora ne prendo atto. In prospettiva lo si potrebbe definire un grande bike park. La salita che compio non è difficile, anzi, spesso tende a spianare. La strada è assai ampia, prima asfaltata poi bianca, a volte all’ombra dei pini, lecci, olmi, a volte si apre permettendo lo sguardo verso la valle sottostante. A più riprese viene intersecata dai sentieri, tutti forniti di segnaletica. Non sarebbe male poterne affrontare almeno uno ma non oggi.
Raggiungo la quota massima presso il pianoro di Santallago (730 metri circa). Da qui si potrebbe scendere in direzione Pisa, che mi sembra di scorgere, mentre io devo tornare al Residence Corte Tommasi, dunque, ripreso l’asfalto viro a sinistra per percorrere in discesa la val Cantiere. La valle esposta a nord est è piuttosto angusta e completamente all’ombra quindi mantellina e guanti lunghi sono indispensabili. La strada, più stretta della precedente, è caratterizzata da alcuni tornanti nel suo inizio con pendenze che a volte superano il 10%. In entrambe le carrozzabili non è previsto il divieto per le vetture. Arrivato a Sant’Andrea in Compito mi riallaccio alla strada percorsa in mattinata sino al Residence, concludendo con un bel tramonto il mio giro sui monti Pisani in mountain bike. Tale atmosfera è di buon auspicio per la pedalata di domani attorno ai monti Pisani.
Percorsi alternativi
Questo anello svolto in senso antiorario, più appendice (colore blu) può essere naturalmente accorciato escludendo il passaggio da Lucca e concentrandosi unicamente sui monti Pisani. Da Sant’Andrea in Compito è possibile affrontare la salita (senso orario) e scendere sfruttando pure dei sentieri per giungere all’imbocco dell’acquedotto Nottolini e ritornare dalla provinciale.
Oppure dalla chiesa di santa Lucia sempre presso Sant’Andrea in Compito si può salire per una carrareccia allo scopo di scollinare ad una quota inferiore (530 metri circa) e tramite sentiero ricollegarsi alla strada sterrata fatta oggi in salita.
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