Dopo i preparativi del viaggio in bici sulla ciclovia del Po, oggi si parte. Tutto è pronto, anche se il dubbio che manchi qualcosa c’è sempre. All’ultimo momento penso che forse un the caldo ogni tanto non ci starebbe male, così aggiungo un thermos, il fornellino e l’alcool. La giornata è splendida, sembra di essere a Ferragosto, io sono equipaggiato come se partissi per il polo nord.
Verso est sulla ciclovia del Po
Forse sono troppo vestito, tolgo qualcosa e lo metto nelle borse. Il nuovo assetto della Goat mi consente di agganciare le borse al portapacchi, ho quindi tolto il telaio di traino a spalla del carrello che serviva anche per metterci il sacco con le cose da tenere a portata di mano. È tutto pronto, saluto Fabio che alterna gli strimpelli alla chitarra con la verniciatura del box, gli dico che forse non è la stagione adatta per verniciare una saracinesca, ma gli dico anche che non è neppure adatta per partire in bici…
Sono le 14.30 esatte, avrei voluto partire prima, ma non ce l’ho fatta. Questo viaggio in bici sarà come la fiaba di Cenerentola, al tramonto io dovrò essere a destinazione! Non mi va certo di muovermi al buio, per il momento ho stabilito dove mi fermerò le prime due notti, per le atre tappe devo ancora valutare. Conto comunque di muovermi fra le nove del mattino e le cinque del pomeriggio, vorrei evitare il traffico e il buio. Conto di stare il più possibile su strade secondarie, meglio se sull’argine maestro, ma potrebbe essere necessario passare su strade trafficate e voglio evitare di farlo nelle ore di punta.
Dove vado?
Questa è una domanda classica, chissà perché? Vado verso Est, vado vero il mare. Continuo a pensare che l’idea di accomunare fiumi e bici sia una buona idea. Continuo a crederci e a provarci. Le rive del Po le ho già esplorate, ma solo in piccola parte, sono milletrecento chilometri, ci vuole un po’ di tempo per farlo e io questa volta proverò a farne un altro pezzetto.
In Dicembre?
Perché no?
Forse farà un po’ freschino, ma forse non sarà così spaventoso, per il momento ci provo, poi vedrò se si poteva fare oppure no, io credo di sì. Parto un po’ teso, non sono poi così convinto che il telaio regga, ma non posso passare la vita a sistemarlo. Seguo la pista ciclabile lungo il corso d’acqua mentre nel prato di fianco e me eccheggia il suono ritmico della BCS.
Girumin ha fatto innumerevoli viaggi in bici e, tra di essi, ultimamente ci ha raccontato il suo viaggio con il Velocipede Tradizionale Tipico Essenziale e quello con la Goat sulla via Francigena.
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