L’itinerario ciclabile della Valchiavenna collega la lunga vallata al Sentiero Valtellina e al lago di Como in bicicletta. La Valchiavenna, proprio all’altezza della sua città principale, Chiavenna, si divide in due ramificazioni: la Val Spluga che abbiamo visitato in MTB e la Val Bregaglia dove corre l’itinerario ciclabile lungo il fiume Mera fino al confine con la Svizzera.
Partendo da Colico, punto di arrivo (o di partenza!) del
Sentiero Valtellina, si percorre a ritroso una parte di percorso cicloturistico raggiungendo il ponte sull’Adda. Dopo averlo attraversato su strada condivisa, le indicazioni sono presenti e chiare, si inizia a costeggiare la
riserva naturale di Pian di Spagna, una pianura ricca di biodiversità e facili sterrati da scoprire in bicicletta.
Il lago di Mezzola
La prima parte di avvicinamento alla pista ciclabile zigzaga tra i paesini che dividono il lago di Como, la Valtellina e il lago di Mezzola. Questo bacino lacustre, separato dal lago di Como solo dal corso del fiume Mera, non è balneabile ma vanta comunque una ricca biodiversità sia ittica che ornitologica.
Appena oltre Nuova Olonio,
il paese di Olonio fu sommerso dal fiume Adda nell’alluvione del 1520, si entra sulla piacevole pista ciclabile lungo il lago passando dalle località di Verceia (ideale punto di partenza per l’escursione sul
tracciato del Tracciolino), Campo Mezzola e Novate Mezzola, dalla cui spiaggia si hanno alcuni tra i più bei panorami sul lago.
La ciclabile verso Chiavenna
L’itinerario della
Valchiavenna in bici, dopo Novate Mezzola, lambisce i centri di Giumello e Giumellasco per poi inoltrarsi tra i campi coltivati. I panorami cambiano rapidamente e dopo i bei scorci sul
Sasso Manduino (2888 m) che sovrasta Verceia, cominciano ad apparire gli alti picchi dell’alta valle, della Val Spluga e della Svizzera.
Presto ci si immette su un lungo rettilineo ciclabile che ci avvicina rapidamente alla bella città di Chiavenna, il principale centro della vallata.
Visitare Chiavenna: 5 cose da non perdere
Scoprire la Valchiavenna in bicicletta significa anche dedicare un po’ di tempo a Chiavenna, centro da cui si diramano le due valli di confine: la Val Spluga e la Val Bregaglia. Chiavenna, poco più di 7000 abitanti, ha origini romane e può vantare davvero tanti luoghi caratteristici che la contraddistinguono.
- La Collegiata di San Lorenzo – Fondata diversi secoli fa, divenne basilica nel 1098. L’accesso avviene da un porticato realizzato nel XVII secolo da maestri ticinesi in pietra ollare. La costruzione dell’imponente campanile fu invece terminata nel 1603. Nel battistero è ancora conservata una fonte battesimale del periodo romanico mentre nel Museo del Tesoro si può vedere La Pace di Chiavenna, un manufatto medievale in argento tra i più prestigiosi d’Europa.
- Portone Vecchio e Piazza Rodolfo Pestalozzi – Dalla località Reguscio si accede al centro storico di Chiavenna attraverso il suggestivo Portone Vecchio. Pedalando verso il cuore cttadino si arriva presto alla piazza Rodolfo Pestalozzi dove una suggestiva fontana ottagonale realizzata in pietra ollare attira subito l’attenzione. Questa è una delle piazze principali della città con case color pastello, locali e una vivace presenza di locali.
- Parco archeologico botanico del Paradiso - Situato su due colli, adiacente a Palazzo Balbani, questo parco permette di avere scorci unici sulla città oltre alla possibilità di percorrere diversi sentieri e attraversare la spaccatura, chiamata Caurga, che divide i due colli su una pittoresca passerella.
- Le case sul fiume Mera – Con i numerosi loggiati e uno degli ultimi tratti di antiche mura ancora conservate eretto direttamente sulle rocce, questo pittoresco scorcio cittadino èuna delle cartoline indimenticabili di Chiavenna
- Marmitte dei giganti – Uscendo da Chiavenna, lungo la pista ciclabile che segue il Mera verso il cuore della Val Bregaglia, si scorgono le indicazioni per questa riserva naturale. Le formazioni rocciose modellate dall’azione del ghiaccio durante l’ultima glaciazione sono incredibili: alcune sembrano grandi scodelle, altri prendono sembianze di enormi animali. Sulle numerose rocce del sito sono presenti anche incisioni rupestri che evidenziano la frequentazione dell’area. Ah, quasi dimenticavo:dalla riserva si hanno anche panorami di notevole bellezza sulle montagne della zona e sulla città di Chiavenna
La Val Bregaglia in bici
L’itinerario della Valchiavenna in bici, che da qui coincide con il
percorso numero 6 della rete ciclabile svizzera, si lascia la città alle spalle passando ai piedi del
parco archeologico botanico del Paradiso, davanti al suggestivo
Palazzo Balbani che ricorda un castello e in prossimità del
Museo Mulino di Bottonera. L’area è stata di recente recuperata e tra le opere che ne risaltano la bellezza è assolutamente da citare la
fontana del Viandante. Dalla città quindi ci si avvicina al sentiero di accesso alle
Marmitte dei giganti pedalando tra grandi rocce e passaggi stretti lungo il corso del fiume Mera.
Appena fuori Chiavenna si costeggiano
alcuni crotti, in origine cavità rocciose dove le infiltrazioni di aria dal sottosuolo mantengono la temperatura costante a 8° C , ora divenuti ristoranti o luoghi dove degustare i prodotti tipici della tradizione chiavennasca. All’altezza della chiesetta della Beata Vergine Assunta si attraversa il ponte e si continua in bici sempre a ridosso del fiume in direzione del bivio ciclabile per raggiungere la cascata di Acquafraggia.
Acquafraggia e San Martino, due gioielli da non perdere
Il torrente Acquafraggia nasce a Cima di Lago a 3050 m di quota e sfocia nel fiume Mera con un salto maestoso, quello delle
cascate di Acquafraggia. Pensa che anche Leonardo Da Vinci intorno al 1495 citò la cascata all’interno del suo Codice Atlantico.
Le cascate si può facilmente raggiungere in bicicletta lungo il bivio ciclabile che si dirama dall’itinerario principale. Superato il tratto panoramico sul salto d’acqua, la
Val Bregaglia e il suo itinerario ciclabile si inoltrano nel fitto di un bosco silenzioso che termina in prossimità di un’azienda agricola. La vallata cinta da cime innevate per buona parte dell’anno è punteggiata da case con i tetti in pietra e i camini fumanti. Dopo una breve, ma impegnativa salita su strada promiscua (ma non passa quasi mai nessuno se non i residenti) si entra nel borgo di
Aurogo dove si erge fiera la più antica chiesa della Valchiavenna, quella di
San Martino.
All’interno del sito religioso risalente all’XI secolo sono ancora presenti alcuni affreschi coevi.
Verso il confine con la Svizzera
Da Aurogo la strada continua dolcemente la sua ascesa avvicinandosi al
confine con la Svizzera. Si passa da Giavera, luogo in cui la ciclabile si trasforma in una sterrata divertente ma piuttosto scivolosa durante la stagione fredda. 600 m di salita bastano a giungere al
lago artificiale di Villa di Chiavenna.
Dal bacino manca solo un chilometro a
Dogana, il confine con il territorio svizzero. Se si volesse continuare il viaggio in bici si potrebbe proseguire tra le montagne svizzere fino al
passo del Maloja dove nasce l’Inn o anche oltre.
Crotti e piatti tipici
Non si può visitare la Valchiavenna in bicicletta senza concedersi almeno un pranzo in un caratteristico crotto. I crotti, come spiegato sopra, sono vecchie cavità rocciose dove la temperatura resta sempre costante e quindi sono luoghi ottimali per la conservazione di molti prodotti come anche il vino. In Valchiavenna devi assolutamente assaggiare: la brisaola, il violino della Valchiavenna, gli gnocchetti chiavennaschi, la torta fioretto e i biscottini di Prosto. C'è molto altro da assaggiare ma te lo lascio scoprire durante il tuo viaggio in bici in Valchiavenna!
Bici + Treno in Valchiavenna
La Valchiavenna, e in particolar modo Chiavenna, è raggiungibile in treno da Milano, Lecco o altre città italiane. Prendedo come riferimento la stazione di Milano Centrale considera circa 2 ore per raggiungere Chiavenna con un cambio treno a Colico, all'incontro del lago di Como con la Valtellina.
Un'alternativa è anche quella di viaggiare in treno fino a Colico e iniziare l'itinerario dalla cittadina lacustre.
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