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Livigno in MTB
lifeintravel.it
Partenza/Arrivo
Livigno
Luogo
Lombardia, Svizzera
Stagione
Estate
Durata
Weekender (2-3 giorni)
Lunghezza
96 km
Percorso
Ad anello
Dislivello
2001 - 5000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
MTB (fuori strada)
Asfalto
15%
Sterrato
55%
Single Trail
20%
Valutazione
Difficoltà
4/5
Panorama
5/5
Bici consigliata
MTB
 
 

Livigno è un piccolo paradiso per bikers, è la verità. Centinaia di MTB, ciclisti su asfalto, intere famiglie in bicicletta, cosa chiedere di più da una cittadina tra le Alpi?

In questo itinerario di due giorni siamo partiti proprio da Livigno in MTB per risalire la Val Alpisella e raggiungere i cangianti laghi di Cancano. Dai bacini lacustri artificiali, oltrepassate le suggestive Torri di Fraele, abbiamo percorso la Decauville per approdare nella Val Viola Bormina. Una notte in quota e una ripartenza a 6°C sono quello che ci vuole per affrontare con entusiasmo la seconda giornata tra i single trail della Val di Camp, l'asfalto pungente del Passo del Bernina e la salita tra le nuvole della Val da Fain per concludere l'anello nuovamente a Livigno.

 

La ciclabile di Livigno e la Val Alpisella

Il punto di partenza del nostro itinerario MTB di due giorni intorno alla conca di Livigno inizia dal parcheggio P6, alle porte della località. Provenendo dal Passo della Forcola, suggestivo valico che collega Livigno alla val Poschiavo, si incontra sulla strada principale. La comodità del parcheggio è il numero di posti disponibili e la mancanza di limitazioni nel tempo di sosta. Adiacente al P6 corre la pista ciclabile che conduce in paese e oltre, spingendosi fino all'imbocco della Val Alpisella

pista ciclabile livigno

Si pedala in piano tra decine di bici da corsa, famiglie, MTB e skiroll, costeggiando gli edifici di Livigno tra le montagne che la circondano e che la rendono così suggestiva. Qualche chilometro in sella e si raggiunge il lago, sulla sponda più orientale. Il tracciato diventa sterrato ma il fondo è buono e adatto a tutti. Al rifugio Alpisella, alla fine del percorso pianeggiante si è costretti a svoltare a destra su una ripida salita che decreta l'ingresso in Val Alpisella. Seguiamo la segnaletica 29, non ci si può sbagliare, che dopo una prima rampa si addolcisce addentrandosi nella Val Alpisella.

val alpisella

Il fragore dell'acqua accompagna il ritmo della pedalata e l'entrata nel canyon è davvero piacevole. Si oltrepassano dei rivoli d'acqua e, appena dopo il ponte di legno sulla cascatella, la strada riprende la sua drastica ascesa. Si scala il rapporto velocemente e con i polmoni pieni d'aria si prosegue su pendenze importanti, anche 16-17%, in direzione dei laghi di Cancano. In circa 4 km di ascesa si raggiungono il lago Valle Alpisella e, subito oltre, il passo omonimo a quota 2292 m: finalmente si può riprendere fiato.

passo val alpisella

Single trail e laghi di Cancano

Tra le austere formazioni rocciose del Pizzo Aguzzo, del Monte Pettini e delle altre vette comincia la divertente discesa prima su sterrata e poi, imboccando un bivio a sinistra, su single trail. Con una piccola deviazione dal tracciato è possibile raggiungere anche la sorgente dell'Adda che poi può essere costeggiato più a valle con il Sentiero Valtellina che unisce Bormio a Colico sul lago di Como.

discesa alpisella

Il single trail, divertente e panoramico sui laghi di Cancano, non è particolarmente impegnativo anche se bisogna prestare la massima attenzione alla presenza di escursionisti a piedi. I laghi di Cancano, che nelle giornate uggiose appaiono cupi e sbiaditi, sotto i raggi del sole risplendono sgargianti e maestosi. Al termine della discesa, dove incrociamo anche l'itinerario di 2 giorni in Alta Rezia, ci si ritrova sulle sponde del lago di San Giacomo di Fraele, il primo dei due bacini lacustri, e mantenendosi bassi vicini all'acqua si può costeggiare fuoristrada fino alla diga evitando così di pedalare sulla strada carrozzabile più alta.

Affacciati sui laghi sorgono diversi rifugi dove sostare o mangiare qualcosa, noi abbiamo fatto un break al Val di Fraele per una polenta concia e una fetta di torta. I prezzi non sono proprio economici per un rifugio raggiungibile in auto (fetta di torta 4,5 € e polenta con formaggio 9€), ma per riscaldarsi e mettere qualcosa sotto i denti si può fare. I due laghi, artificiali come abbiamo già detto, raccolgono l'acqua dall'Adda e dai ghiacciai dei dintorni e questo attribuisce loro un colore inconfondibile, due piccoli gioielli del Parco nazionale dello Stelvio. Una volta raggiunta la diga decidiamo di attraversarla per portarci sulla sponda occidentale del secondo bacino, il lago di Cancano. 

laghi di cancano

In questo punto ci si può collegare all'itinerario ad anello che torna a Livigno attraverso l'Alpe Trela. Paesaggi mozzafiato si mostrano all'orizzonte, oltre l'acqua del lago. I ghiacciai dell'Alta Valtellina e i picchi oltre i 3000 m lasciano a bocca aperta e sembra realmente di pedalare ad un passo dal cielo. Il secondo lago termina ai piedi del Monte Scale mentre noi seguiamo il tracciato, indicato come n° 24, costeggiando il laghetto delle Scale.

torri di fraele mtb

Le torri di Fraele e la Decauville

Un breve tratto di asfalto permette di raggiungere le due torri di Fraele costruite per difendere la strada di collegamento tra Valtellina e Engadina.

Si dice che costasse 12 denari trasportare un carico oltre le due torri nel XVI secolo, chissà... Un tunnel scavato nella roccia viva è l'inizio della breve discesa su asfalto verso la Decauville che si intravede poco più sotto. 

decauville

Seguiamo ora l'itinerario 32, la trans-Altarezia in MTB, percorso a tappe di 5 giorni tra Samnaun e Tirano, ed imbocchiamo la Decauville. Questa lunga sterrata pianeggiante era una ex ferrovia di servizio e percorre la Valdidentro fino ad Arnoga. Lungo la Decauville, rilassante e piacevole da pedalare, si hanno scorci sui paesi della Valdidentro, Isolaccia e Semogo tra tutti, la vedretta di Piazzi e il Corno di Dosdè che sovrasta la Val Viola all'orizzonte. 

salita passo val viola

Notte in Val Viola

Da Arnoga, dove si incontra la strada asfaltata del Passo Foscagno, si prosegue in leggera salita per pochi metri per lasciare la statale al primo tornante svoltando a sinistra. Si imbocca qui la strada che porta verso la Val Viola e dopo qualche chilometro di asfalto si ritrova, all'ultimo parcheggio, l'amato sterrato. Siamo ufficialmente nella Val Viola Bormina che si arrampica sotto la cresta del Corno di Dosdè fino al Passo Viola e la Svizzera.

val viola bormina

Una valle laterale chiamata Val Verva si stacca sulla sinistra ma non ci facciamo troppo caso e procediamo verso la meta della nostra prima giornata in MTB a Livigno, il Rifugio Viola. Man mano che passano i minuti ci sentiamo sempre più soli nel silenzio della montagna e questa sensazione ci piace. Superiamo il bivio per il rifugio Federico Valgoi e sotto il Pizzo Bianco, alto ben 2828 m, sostiamo ad ammirare il lago Viola dove vivono anche le trote. Manca ormai poco al rifugio e le ultime pedalate sono la scusa per goderci appieno l'ambiente alpino che ci circonda. Il rifugio Viola dispone di due camerate con letti a castello e fermarsi con il trattamento di mezza pensione costa 35€ a testa.

Variante del Passo Val Viola e Val da Camp

Dal rifugio il Passo Val Viola, confine naturale tra Italia e Svizzera, non è lontano. Presto al mattino su sterrata, protetti dal Corno di Dosdè, saliamo per poche centinaia di metri fino al bivio sulla destra per la Val da Camp. Aggiriamo il dosso giungendo al passo Val Viola che guarda sulla sottostante vallata svizzera.

passo viola

La discesa nella Val da Camp è impegnativa: il single trail sassoso scende nervosamente tra tornanti stretti, piccoli salti e guadi.

discesa val da camp

L’attenzione deve essere massima e la fatica, alla fine, si fa sentire. Il single trail, dopo un tratto davvero arduo da fare in sella, spunta sulle rive del lago da Val Viola. Dal piccolo lago alpino il trail si allarga rientrando nel bosco, da qui in poi sarà tutto più semplice, almeno fino alla strada per i passi del Bernina e della Forcola.

La discesa prosegue tranquilla su forestale tra baite in legno che rimandano a qualche fiaba ascoltata da bambina.In fondo all’Alpe Camp, poco prima di Sfazù lo sterrato lascia il posto all’asfalto trafficato del Passo del Bernina. L’itinerario MTB prevede la scalata del valico ma, per evitare il primo tratto e continuare ancora un po’ su sterrato, proviamo a seguire un’alternativa nel bosco in direzione di La Rösa.

Il nostro tentativo si tramuta in 35 minuti di bici a spinta con brevissimi tratti pedalabili e quindi evitiamo di consigliartelo: meglio proseguire in discesa fino a Sfazù e pedalare un po' più a lungo sulla strada verso il passo del Bernina.

lago bianco

Passo del Bernina e il bike park naturale

La strada del Passo del Bernina sale guadagnando presto quota, supera il bivio per la Forcola che ci riporterebbe subito a Livigno, e in pochi chilometri abbastanza faticosi si è in cima, a 2330 m, al cospetto del gigante e del suo lago Bianco.

ascesa bernina

Ospizio Bernina, con il suo grande parcheggio e la possibilità di passare una notte in quota, è una delle fermate più gettonate del Trenino Rosso che parte da Tirano ogni giorno attraversando la Val Poschiavo e portando decine di viaggiatori in quota. Dal Passo ritorniamo subito su sterrato scendendo verso il lago Bianco e iniziando a costeggiarlo tra tortuosi saliscendi su single trail. Il divertimento è assicurato e i paesaggi che ci circondano rendono questo tratto uno dei migliori dell’intera due giorni.

Alla fine del lato orientale del lago svoltiamo a sinistra su sterrato per poi riprendere, a destra, il trail lungo il lago Nero. Saliamo e scendiamo in un susseguirsi di curve strette, pulite come quelle di un vero e proprio bike park. Perdiamo quota velocemente azzardando curve più accentuate del solito e piccoli salti. Al parcheggio della funivia del Diavolezza ci fermiamo un attimo a riprendere fiato e a ridere come bambini all’uscita di un luna park.

single trail lago bianco

Val da Fain e discesa a Livigno

Dal parcheggio della funivia poche decine di metri su asfalto verso St. Moritz ci portano all’imbocco della Val da Fain, una vallata poco conosciuta e popolata da mucche al pascolo (nella parte più bassa) e da marmotte. I più fortunati, pedalando nella vallata, potrebbero avere la fortuna di scorgere il leggendario avvoltoio degli agnelli meglio conosciuto come gipeto.

val da fain

La Val da Fain fin da subito mostra la sua faccia più dura e i rapporti scalano sotto le sferzate delle rampe sterrate. Si sale per qualche chilometro e l’ascesa, sotto i colpi della stanchezza, sembra non finire mai. A 2427 m, nei pressi di una grande stalla in legno dove vengono proposti anche alcuni dolci in estate, la sterrata lascia il posto ad un single trail sassoso e impegnativo anche se pianeggiante, unica via da seguire fino al punto più alto de La Stretta, a 2476 m. A La Colma, poco oltre, il panorama si apre inaspettato sulla valle della Forcola in fondo alla quale si trova Livigno. 

single trail valle del fieno

La prima parte di discesa è molto esposta e ripida, su gradoni sconnessi e pericolanti, così decidiamo di caricarci la bici in spalla e scendere. La seconda parte diventa pedalabile anche se comunque esposta, quindi prestare il massimo dell’attenzione. Velocemente si perde quota approdando sulla lingua di asfalto della strada del passo Forcola.Una bella sterrata corre parallela all’asfalto ma per raggiungerla si è costretti a tagliare i pascoli in discesa. Lontani dal traffico ci si gode la bassa valle, superando i vari parcheggi e spuntando poi, dopo aver tenuto la sinistra lungo il torrente, sulla pista ciclabile di Livigno che ci riconduce al punto di partenza dell'itinerario.

scalinata da la colma

Il percorso descritto, nonostante il tempo un po' uggioso, ci ha regalato due giorni di assoluto divertimento sia per la tipologia di tracciato, con molto sterrato sia in salita che in discesa e qualche bel single trail, sia per i paesaggi assolutamente tra i più suggestivi dell'arco alpino. I più allenati possono concludere questo percorso anche in un solo giorno ma personalmente consiglio di godersi lentamente tutto l'itinerario.

 
 
Ultima modifica: 21 Gennaio 2025
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Vero

Correva l'anno 1983: anch'io vidi per la prima volta la luce del sole estivo e sorrisi.  Nel 2007 ho provato per la prima volta l'esperienza di un'avventura a due ruote e, da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno... nel 2010 sono partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la nostra prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, Il Sudafrica e Lesotho... e il #noplansjourney...

Se non siamo in viaggio, viviamo sul lago d'Iseo!

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