Avete mai pensato ad organizzare un viaggio in Armenia? Con tutti i luoghi che vorremmo visitare nel mondo, una selezione fra quelli che attraggono maggiormente il nostro spirito di viaggiatori e quelli rimasti nell'ombra và fatta per forza!!! L'Armenia, forse, rimane spesso fra i paesi un po' più trascurati...
Due giorni fa un nostro amico ciloviaggiatore, Marco, ci ha comunicato la sua imminente partenza per l'Armenia e questo ha destato la nostra curiosità ed il nostro interesse soprattutto per la sua intenzione di viaggiare in bicicletta, per questo piccolo paese asiatico!!! Nei prossimi giorni cercheremo di seguire il suo viaggio in diretta scoprendo angoli nascosti di questo paese insolito!!! Buon viaggio Marco!
Qui di seguito una breve introduzione al grande viaggio in Armenia sulle due ruote scritta da Marco in persona e il diario di viaggio dei giorni in Oriente sulle due ruote!
L'Armenia e il mio viaggio
Stasera parto per l’Armenia. Questo piccolo stato poco conosciuto, che confina ad ovest ed a est con la Turchia e l’Adzerbaijan ed a nord e sud con Georgia ed Iran, è in perenne lotta per mantenere la propria identità.
Mi fermerò un paio di giorni a Yerevan, la capitale, per poi partire in bici verso nord in direzione della valle di Lori e la gola del Deben. Da li mi dirigerò verso est al lago Sevan da cui farò ritorno a Yerevan. Dovrei percorre complessivamente circa 400 km, ma, considerato che mi trovo in quota (la capitale Yerevan è a 1000 mt di altezza e la zona del Nord varia tra 1500 e 1900 mt di quota) tutto sarà molto condizionato dal tempo… per ora le previsioni fino a martedì danno abbastanza bello… speruma
A presto
Marco
Yerevan e dintorni
Yerevan è una città piuttosto trafficata e caotica con i contrasti classici delle grandi città dei paesi meno sviluppati, dove la ricchezza è in mano a pochi. Non è raro vedere macchinoni di grossa cilindrata con vetri scuri che sfrecciano a tutta velocità lungo i corsi principali, ostentando la loro potenza e prepotenza, e agli angoli dei marciapiedi incontrare vecchietti che vendono, su banchetti improvvisati icone religiose o souvenirs datati. Rimango dell’idea che più piccolo è l’uomo, più grosso è il coltello… Ho la fortuna di trovarmi in Armenia nello stesso periodo in cui è qui un mio amico armeno di nome Garen, che ci tiene molto a far si che il mio viaggio qui sia il miglior viaggio possibile, e ci sta riuscendo scuramente. Stamane mentre lui si dirigeva a Sevan a portare materiale in una scuola che segue, lui e la famiglia armena che lo aiuta, mi hanno dato un passaggio al Tsitsernakaberd, il Monumento in memoria del genocidio armeno. Il posto si trova in punta ad una collina che sovrasta Yerevan ed è un luogo piuttosto importante per gli armeni perché ricorda il genocidio effettuato dai turchi dal 1915 al 1922 in cui sono state uccise e torturate migliaia di persone. Il posto è molto suggestivo in quanto son presenti un Bosco dei ricordi, che è un luogo in cui in occasione di visite di persone “importanti” ogni volta viene piantato un albero in memoria, ed il Monumento principale in cui brucia una fiamma perenne ed intorno alla quale sono depositate a corona delle rose di vari colori. Da qui, a piedi, ho girovagato per il centro di Yerevan visitando i monumenti principali. Alle 14.30 mi sono incontrato col Signor Sos, che è un amico, molto gentile, di Garen, ma che non parla una parola di inglese. Il Signor Sos è venuto a prendermi all’aeroporto ieri ed oggi mi ha accompagnato a Khor Virap a 38 km a sud di Yerevan. Questo monastero si trova su una collinetta ai piedi del monte Ararat, simbolo dell’Armenia (anche se si trova in Turchia) che però non son riuscito a vedere perché era coperto dalle nuvole. Ho avuto la fortuna però di assistere ad un paio di matrimoni sempre molto festosi ed al sacrificio di una gallina sulla collinetta a fianco, che non ho ancora ben capito che significato abbia. Al rientro il Signor Sos mi ha accompagnato nella piazza centrale e come ieri, nonostante le tre ore impiegate, non ha voluto essere pagato. Con la visita a Khor Virap ho avuto un assaggio della vera Armenia, non quella dei macchinoni coi vetri scuri che sfrecciano a tutta velocità, ma quella di persone semplici con sguardi fieri e sorrisi sinceri, che incontrerò sicuramente durante il viaggio in Armenia in bicicletta…
La fatica non esiste...
Finalmente si inizia a pedalare... Mi mancava quella
sensazione di fatica lungo una strada sconosciuta in direzione di un posto sconosciuto, ogni kilometro è una scoperta… ieri è stato il primo giorno in bici ed avevo in programma
la tappa più dura da Yerevan a Vanazdor nella regione del Lori, 1150 mt di dislivello in 120 km, tutto con una bici di 33 kg, Quello che non avevo programmato era che 800 dei 1150 mt di dislivello li avrei fatti nei primi 50 km di strada. La fatica è stata veramente tanta ma una volta arrivato a 1800 mt di quota sull’altopiano, il paesaggio mi ha ampiamente ripagato dello sforzo. C’èra un sole caldo che contrastava l’aria frizzante, la strada era un susseguirsi di saliscnedi che mi permettevano di mantenere una buona andatura senza un eccessivo sforzo ed Intorno a me prati immensi contornati da fantastiche montagne, mi
sembrava di essere tornato in Tibet o sulle Ande peruviane… Purtroppo la nota dolente sono i paesi che si incontrano. A fianco della strada corrono dei tubi fuoriterra ad un’altezza di circa 2 mt, questi tubi sono le condutture del gas o dell’acqua che hanno costruito i russi durante la loro occupazione. Molti sono anche i rottami di camion e macchine abbandonati lungo le strade, il colore della ruggine è uno dei più presenti, o le case completamente diroccate o mezze costruite e abbandonate. Questa è l’eredità che hanno lasciato i russi agli armeni dopo la loro ritirata nel 1991, oltre tanta povertà e disoccupazione. Quello che continua a colpirmi di questa popolazione è la loro gentilezza e la loro tranquillità nonostante le loro condizioni di vita. Domenica pomeriggio ho girato per il
Vernissage a Yerevan, il mercato dell’antiquariato, e mi aspettavo di essere assalito da venditori fastidiosi, invece passeggiavo serenamente tra le bancarelle, dove la maggior parte dei venditori era impegnata in una partita a scacchi o a
bere un caffè e
fumarsi una sigaretta, e quando incrociavo il loro sguardo non mancavano mai di porgermi un saluto. Solo un ragazzo mi si è avvicinato mentre guardavo una bancarella, e timidamente mi ha chiesto in inglese da dove arrivavo. Quando gli ho risposto che ero italiano, si è precipitato alla sua bancarella ed ha cominciato a cercare qualcosa, ed io subito ho pensato: “ adesso torna con qualche cianfrusaglia da vendermi” invece è arrivato con un sacchettino pieno di Euro e mi ha chiesto se potevo cambiarli con delle Dracme Armene… ho fatto tre respiri profondi… Oggi invece ho fatto un giro nella
gola del Debed, che si trova a nord della Regione del Lori ed è l’
unica strada che porta alla Georgia.
La mia intenzione era quella di arrivare al monastero di Hnevank e da li prendendo una strada secondaria scendere fino ad Alaverdì per andare a visitare i monasteri di Sanahin e Hagpat che sono patrimonio dell’Unesco. Purtroppo anche in questo caso non avevo fatto i conti col dislivello e col fatto che in Armenia i monasteri non sono segnalati come tutte le strade secondarie. Non trovando la direzione che cercavo ho continuato lungo la strada principale sul fondo della gola, attraversando un paio di brevi gallerie completamente buie dove entri sperando di uscire intero. Arrivato a Kobayr verso le 14.00 ho deciso di tornare indietro perché mancavano ancora 18 km ad Alaverdì ed il ritorno sarebbe stato quasi tutto in salita. Fino a qui la gola del Debed non mi aveva entusiasmato, essendo un paese povero la sporcizia ai lati delle strade principali non manca. Sulla strada del ritorno superata l’ultima galleria, ho visto una strada sterrata con indicazione Stepanavan, che è una località piuttosto distante, ma che in teoria avrebbe potuto essere la strada che cercavo la mattina. Ho deciso di imboccarla e dopo aver pedalato per circa 5 km in salita sono arrivato in cima alla gola e mi si è aperto un panorama fantastico, prati verdissimi e alberi con colori che sfumavano dall’oro al rosso (qui in Armenia lo chiamano l’Autunno dorato) e la vista della gola sullo sfondo. Purtroppo era troppo tardi per continuare su questa strada, peccato avrei visto sicuramente dei paesaggi fantastici. Ho girato la bici e son tornato indietro sapendo che mi aspettavano circa 20 km di salita e un paio di cani con cui avevo il conto aperto dalla mattina, che puntualmente non si son fatti aspettare e mi hanno costretto a volate da professionista… Domani parto in direzione Dilijan, soprannominata la Svizzera armena, che dista soltanto una quarantina di km, quindi dovrebbe essere una giornata rilassante… speruma p.s. qui a Vanazdor son finito nell’albergo di Shining, è un casermone in stile sovietico con 30 stanze per piano, mezzo ristrutturato e mezzo no, con gli asciugamani cosi ruvidi e duri che vanno bene per fare lo scrab ai talloni. Per fortuna il guardiano è un vecchietto gentile…
Potrei scrivere fiumi di parole ma non riuscirei mai a trasmettervi l'emozioni provate... ecco due righe e qualche foto, per cercare di trasmettervi almeno in parte ciò che ho visto e vissuto...
Un paese da scoprire
Il mio giro dell’Armenia del Nord è finito. Sono arrivato a Yerevan nel pomeriggio ed ho finalmente ritrovato una connessione a internet. Negli ultimi tre giorni ho attraversato il sud della valle del Lori passando per i villaggi degli ultimi Russi Molokan di Lermontovo e Fletovo, ho attraversato il passo Sevan, attraversano il paese di Semyonovka uno dei posti più assurdi che abbia mai visto, ho fatto il giro intorno al lago Sevan, al confine con l’Azerbaijan, dove ad un posto di blocco un poliziotto ci ha offerto un gelato ed un caffè preparato da lui… Passando per questi villaggi, vedendo case fatiscenti, rottami di camion e auto arrugginite in ogni angolo, mi son trovato a pensare di frequente: ”vedrai che il prossimo paese sarà più bello” ed invece puntualmente la situazione era la stessa. Ma l’errore lo stavo facendo io, qui bellezza non è nelle case con giardini rigogliosi, nelle strade pulite e ordinate o nelle vetrine di negozi chic, qui il bello è nei paesaggi e nei colori, nelle semplicità e nella dignità delle persone, nella timidezza di un ragazzo che ti chiede di cambiargli dieci euro di monete, nella fierezza con cui un vecchietto novantenne porta al petto le medaglie che raccontano la storia della sua vita, il bello è in un pastore di un paesino sperduto al confine con l’Azerbaijan, che dopo avergli chiesto un’informazione ti chiede: “… come posso ospitavi? … l’Armenia…
Tappe principali del viaggio in Armenia in bici
- 1° tappa - da Yerevan a Vanazdor - 120 km circa - 1200 mt di dislivello. Questa è stata la tappa più difficile perchè era la più lunga
- 2° tappa - Giro nella Gola del Debed - 80 km percorsi - 700 mt circa di dislivello. Ho trovato la strada che cercavo e che portava in cima alla gola solo nel pomeriggio, ma una volta in punta il paesaggio è fantastico.
- 3° tappa - da Vanazdor a Dilijan - 60 km - 400 mt di dislivello. In teoria tra i due paesi ci sono 700 mt di dislivello negativo, ma c'è sempre un passo da superare in Armenia.
- 4° tappa - da Dilijan a Sevan - 60 km - 1000 mt di dislivello. Questa è stata sicuramente la tappa più bella. Mi son trovato a salire sulla strada vecchia per il passo Sevan completamente solo in un paesaggio fantastico e poi appena scollinato il passo a 2150 mt., si apre la vista sul lago Sevan che è spettacolare.
- 5° tappa - giro del lago Sevan in macchina, sono 300 km quindi per farlo in bici ci vogliono almeno 4 giorni... però ne è valsa assolutamente la pena.
- 6° tappa - dal Lago di Sevan a Yerevan - 80 km circa - 300 mt di dislivello Sicuramente la tappa più brutta. Da Sevan a Yerevan c'è l'unica strada a due corsie dell'Armenia, quindi molto trafficata.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico