L'itinerario cicloturistico che abbiamo percorso tra la val Tidone e la val Trebbia in bicicletta si immerge nella Natura di queste due vallate portandoti anche a scoprire alcuni castelli, borghi storici come Bobbio e il canyon del fiume Trebbia. Nel percorso di cicloturismo non mancano un paio di brevi ma divertenti sterrati, un paio di salite durante le quali spingere sui pedali e istanti da dedicare alla contemplazione dei luoghi che contraddistinguono questa area geografica tra Lombardia ed Emilia Romagna.
Dati tecnici
Val Tidone e Val Trebbia in bici
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Nibbiano |
Tempo |
2 giorni
|
Dislivello |
2000 metri circa |
Lunghezza |
136 km circa |
Tipologia di fondo |
95% Asfalto
5% Sterrato
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Bici consigliata |
Bici da viaggio
Gravel
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
Valli piacentine in bicicletta
Verso Bobbio e il ponte Gobbo - 1° giorno
Da
Nibbiano, paese natale di Milena Gabanelli, la giornalista divenuta famosa per il programma Report, inizia il nostro
itinerario di due giorni attraverso la val Tidone e la val Trebbia in bici. Il percorso parte a 284 m di quota e segue per un tratto la Sp34 nella stessa direzione in cui scorre il torrente Tidone superando il
castello Corticelli, una vecchia residenza signorile ora location per matrimoni. Chi volesse aggiungere un tratto in più di sterrato adatto anche a bici gravel potrà imboccare all'uscita di Nibbiano, sulla destra, il Sentiero del Tidone ma ne parleremo più avanti...
A
Trevozzo lasciamo la strada provinciale per attraversare il Tidone ed entrare nel comune di
Pianello. Questo piccolo borgo ha origini molto antiche e girando per le vie del paese si può ancora respirare quell'
aria medievale tipica di certe località italiane. Pianello, con la sua
rocca eretta nel X secolo e la sua
chiesa dedicata a San Maurizio e San Colombano innalzata sui resti di un edificio religioso voluto dai monaci di Bobbio, è un luogo tranquillo dove sostare per un caffè prima di continuare la pedalata.
All'uscita di Pianello si imbocca un divertente sterrato che taglia i campi e attraversa il torrente Chiarone prima di rispuntare sull'asfalto dopo 4 km, giusto in tempo per iniziare l'ascesa. Il territorio della
Val Tidone è prettamente collinare e in bicicletta ci si accorge subito che il tracciato non sarà scontato.
In salita superiamo il cartello per Montecanino e Nala manifesta subito un certo entusiasmo. Poco sopra la nostra testa spunta il Castello della Boffalora con le sue torri ben conservate, ma noi proseguiamo baciati dal sole fino ad Agazzano, in Val Luretta.
Il borgo di Agazzano vanta un maestoso castello affiancato da un'altrettanta suggestiva rocca che consigliamo di visitare se si ha tempo a disposizione (
Castello di Agazzano aperto da marzo a novembre - 8,50€ adulti).
Lasciamo Agazzano attraversando il torrente Luretta e immettendoci, per un breve tratto, sulla Sp40, fino in prossimità di
Gazzola. Dal comune si prende subito una strada comunale per nulla trafficata che conduce al
castello di Rivalta, in Val Trebbia. In bici, fino a questo punto, non si comsumano molte energie, ma il bello deve ancora arrivare...
Decidiamo di fermarci alla fortezza per fare due passi con Nala al suo interno tra bici decorate di fiori e grandi portali in legno. La funzione di questo avamposto sorto su un burrone appena sopra il fiume Trebbia era quella di presidiare il passaggio su un'antica e importante via di comunicazione chiamata
Caminus Genue che, passando per la provincia di Genova, arrivava al mare, quindi di sicuro una via strategica.
La leggenda vuole che il castello di Rivalta, come molti altri manieri, sia abitato da due fantasmi: quello del cuoco Giuseppe e Pietro Zanardi Landi, entrambi uccisi nell'edificio in epoche diverse.
Con un brivido che ci percorre la schiena, naturale conseguenza della storia degli spettri, ripartiamo da Rivalta lungo la SP40. Gli occhi sono già pieni di meraviglie e l'umore è alle stelle: siamo felici di essere finalmente giunti in Val Trebbia in bicicletta. Pedaliamo prima in piano e poi su dolci saliscendi superando
campi dorati di frumento, d
istese prative verdeggianti e
freschi boschetti.
L'itinerario prosegue poi sul costone di una colline tra vigne ordinate, piantate in posizione non proprio comoda per la raccolta. Oltrepassiamo il
castello di Statto e continuando su facile tracciato giungiamo presto a
Donceto. In paese, per evitare di ritrovarci su forestali o strade piuttosto impegnative, decidiamo di scendere fino al Trebbia per attraversarlo e continuare il nostro viaggio sulla riva orografica opposta.
A
Perino, dove si produce un rinomato vino chiamato
Trebbianino DOC, riprendiamo l'itinerario lungo il Trebbia mantenendoci leggermente in quota rispetto alla SS45 che corre nella vallata. In bici ci si immerge nei profumi e nei colori che si incontrano lungo la strada e noi, visto l'orario, abbiamo una gran voglia di un panino con la coppa piacentina. Dopo Perino seguono Palazzo Torre e Ponte Sotto poco oltre il quale la strada secondaria finisce sulla principale. Restiamo per un paio di chilometri sulla statale (piuttosto trafficata nei fine settimana estivi, accettabile negli altri periodi) prima di deviare verso
Mezzano Scotti, una frazione di Bobbio. Il piccolo centro è animato e così approfittiamo dei negozi aperti per rinfrescarci con un gelato prima di riprendere la via. Bobbio è vicina ma la strada secondaria vicino al Trebbia, quella che vorremmo seguire per giungere alla nostra destinazione di giornata, è bloccata dai lavori in corso. L'alternativa più facile sarebbe quella di seguire la statale fino in paese ma ci aspetterebbe una lunga e pericolosa galleria... l'unica possibilità sicura è quella di salire a
Centomerli lungo una strada solitaria che sfiora i 520 m.
Armati di pazienza e di una gran voglia di arrivare alla meta, saltiamo in sella per l'ultima fatica della giornata che ci porterà alla meravigliosa Bobbio.
Con il Ponte Gobbo di costruzione romana e l'Abbazia di San Colombano, Bobbio, in passato la
storica repubblica di Bobbio, è senza dubbio la destinazione più celebre della Val Trebbia anche per la sua posizione sulla
Via degli Abati (la Via Francigena di Montagna già raccontata da Girumin) e raggiungerla in bici è un'emozione indimenticabile.
Il Canyon del Trebbia e il Passo del Brallo - 2° giorno
Il risveglio a Bobbio ha un sapore particolare... questo paese della Val Trebbia è avvolto da un'aura di sacralità e misticismo e trovarsi dinanzi al
Ponte Gobbo poco dopo l'alba trasmette una strana energia. Bobbio, nelle prime ore del mattino, è ancora addormentata e noi ne approfittiamo per un ultimo giro in bicicletta per le vie del centro storico. Dopo una corsa con Nala sull'argine del Trebbia sotto il c
aratteristico ponte ad undici arcate, partiamo in direzione sud pieni di aspettative.
La strada è deserta e solo
due caprioli, mamma e piccolo, si scomodano per un saluto. Poco prima che il torrente Carlone scompaia nelle limpide acque del Trebbia attraversiamo un ponte per raggiungere la sponda orografica orientale: anche oggi
pedaleremo controcorrente guardando il fiume scorrere verso il Po nella direzione opposta alla nostra. La strada avanza seguendo il serpentone d'acqua sottostante, supera una breve galleria e approda a
San Salvatore.
Due figure con casco e due ruote procedono nel senso opposto al nostro, l'impatto è inevitabile. Si dice spesso che il mondo sia piccolo ed anche in questa occasione ne abbiamo avuto la conferma: Diego, che con Cassandra forma la coppia del Tandem Volante, sta tornando da una lunga escursione in Liguria con un amico... incontrarci su questa strada senza alcun appuntamento è davvero incredibile.
In questo angolo della Val Trebbia in bicicletta si percorre un
grande canyon che il fiume ha formato nel corso dei secoli.
Su uno sperone roccioso sopra l'acqua sorge
Brugnello, un piccolissimo borgo che ormai conta solo 11 abitanti. Dalla sua posizione privilegiata sembra controllare il passaggio sottostante, pronto a dare l'allarme alla sua esigua popolazione in caso di invasione nemica.
Marsaglia, sede amministrativa del comune sparso di Corte Brugnatella, si trova poco più avanti, racchiuso tra la strada e il Trebbia. Approfittiamo di una stretta via che scende verso il corso d'acqua per raggiungere la riva e rinfrescarci un po'. L'acqua è gelida ma la giornata calda compensa perfettamente: una volta entrata fino alle ginocchia nel Trebbia non uscirei più. Nala è titubante: non sa se tuffarsi di pancia per cercare di catturare il gabbiano poco più in là o se restare asciutta sulla sponda... alla fine opterà per la seconda alternativa.
La Val Trebbia prosegue ancora oltre Marsaglia incuneandosi tra le rocce e il suo fiume e regalandoci scorci sempre più piacevoli.
Ponte Organasco è il punto di incontro tra le strade provenienti da Bobbio, da Genova e da Pavia e il nostro
paese di svolta. Un tempo a questa latitudine, sulle cangianti acque del Trebbia, sorgeva un suggestivo ponte romano del quale ormai non rimane alcuna traccia (noi non ne abbiamo trovate purtroppo!). Il nostro itinerario cicloturistico lascia Ponte Organasco e il Trebbia in direzione della provincia di Pavia e del Passo Brallo.
Da qui in avanti, per lunghi chilometri, non incontreremo più molti ristori eccezion fatta per una piccola osteria ai piedi della salita al passo Brallo. La strada per il valico, lunga 14 km, è un gomitolo di tornanti dolci che risalgono la montagna collegando la Val Trebbia (che nell'ultima parte è in territorio pavese) con la Valle Staffora.
Dal passo, raggiunto senza eccessiva fatica visto che le pendenze non superano mai il 7%, si giunge a Brallo di Pregola dove si può decidere se scendere nella vera e propria Valle Staffora (attraverso due distinte strade!) o proseguire oltre il paese fino al Passo Penice o al Passo Scaparina (1108 m). Questo tratto di strada fa parte anche dell'
anello in bici da strada tra Val Staffora e Val Trebbia percorso da Davide.
A Brallo di Pregola intravediamo il castello Malaspina appena prima di proseguire sulla strada prescelta: saliremo la via del Passo Scaparina, poco battuta e piuttosto selvaggia.
La strada riprende quindi a salire, a tratti impegnativa, passando ai piedi della Cima di Valle Scura e mostrandoci i verdeggianti pendii che contornano la valle Staffora. Il Passo Scaparina è il confine geografico tra Emilia Romagna e Lombardia e, oltre il valico, la strada continua, a tratti pianeggiante e a tratti in discesa, fino ad entrare nell'area pavese della Val Tidone.
La parte più impegnativa del nostro viaggio in bicicletta è passata e così, oltre il passo Scaparina, decidiamo di festeggiare con un panino gigante e un buon bicchiere di vino rosso. Il rientro a Nibbiano avviene tranquillo e veloce lungo la strada SP412 della Val Tidone superando Romagnese con il suo castello, il lago artificiale di Trebecco formato dalla Diga del Molato e le case in sasso di Caminata.
Il Sentiero del Tidone
Durante il nostro viaggio di due giorni tra la Val Tidone e la Val Trebbia in bicicletta abbiamo incrociato il
Sentiero del Tidone che poi abbiamo pedalato a ritroso fino a Nibbiano qualche anno più tardi.
Questo tracciato gravel collega il fiume Po nel punto in cui il Tidone termina il suo corso, alla sorgente del torrente stesso in prossimità di Casa Matti. Lungo 69 km il Sentiero del Tidone è tabellato e si sviluppa quasi interamente su sterrato con sei guadi (evitabili nei periodi di piena attraverso strade alternative). Per avere ulteriori informazioni su questo itinerario MTB e gravel puoi collegarti al
sito ufficiale del Sentiero del Tidone dove è presente anche la traccia gps.
Ultimi commenti
Tutte le bici elettriche necessiterebbero comunque di una regolamentazione per l'uso in montagna , visto che la continua evoluzione le porta ad assomigliare a moto da fuoristrada piu che biciclette.
(Full disclosure: I'm the author of GpsPrune)