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Ciclovia dell'Acquedotto Pugliese: in bici nell'Alto Salento e bassa Murgia
Scritto da Vincenzo
Per capire la ricchezza e la varietà di un territorio e di una regione come la Puglia, non ci poteva essere mezzo migliore della bicicletta, ogni escursione diventa una sorpresa anche per i residenti come me. Pedalare strade reali o immaginarie fatte di tratturi, strade bianche, terreni lambiti da una sola linea in mezzo al verde. Non potevo non raccontare questo itinerario che scorre tra le colline ricche di macchia mediterranea della bassa “murgia” solcando i territori un tempo conquistati dai “messapi”.
Un acquedotto infinito
Si parte da Ceglie Messapica, quota 305 m. msl, un tempo strategica perché punto di controllo contro gli attacchi di Taranto, in direzione Pineta Ulmo (polmone verde ricco bosco di Pino d'Aleppo e macchia mediterranea), per incrociare il primo di una lunga serie di tratturi sterrati dove il suono della natura si sostituisce al rumore delle auto. Il terreno alterna meravigliosi sali e scendi, in alcuni punti molto tecnici, per poi arrivare a ridosso delle fogge di Sant’Anna (area naturale ricca di acqua piovana). Percorriamo un pezzo asfaltato per immetterci nuovamente su uno dei tratti sterrati più lunghi del nostro itinerario il canale dell’Acquedotto Pugliese. Mi soffermo a parlare di questo tratto perchè rappresenta una vera e propria “strada” che attraversa in lungo e largo, aree collinari, superando valli e gravine. È tra le più imponenti opere di ingegneria idraulica realizzate nel mondo, si articola in una rete idrica di oltre 15.700 chilometri, ed è percorribile perchè al di sopra corrono le strade di servizio, indispensabili per le attività di monitoraggio e manutenzione. Puoi leggerne anche nell'articolo Valle d'Itria fuorirotta da Martina Franca.
La ciclovia degli Appennini
La nostra escursione continua in direzione Locorotondo, che compone l’anello del tratto istituito a ciclovia da parte della Regione Puglia, dove lavori di completamento e sistemazione l’hanno resa fruibile a tutti (progetto Cyronmed, rientra nella variante pugliese del percorso nazionale n. 11 “Ciclovia degli Appennini” della rete Bicitalia). Lungo la ciclovia incrociamo distese di fragni e querce, nelle verdi vallate spicca il bianco calce dei trulli. Il dislivello è costante ed è come accarezzare il terreno sapendo che, nel canale sotterraneo, scorre acqua potabile che arriva da Campania e Basilicata. Il tratto di ciclovia agibile termina in contrada Figazzano nei pressi di Locorotondo, dove è possibile vedere l’impianto di “sollevamento” delle acque.
Rientriamo, percorrendo in senso opposto il canale, sosta obbligatoria sono le numerose fontane, all’altezza di contrada Santoro in territorio di Martina Franca, facciamo una piccola deviazione uscendo dall’acquedotto e percorrendo un tratto di sterrato, meraviglioso, passando per masseria Recupero, qui il contatto con la natura è ancora più forte, vale la pena sporcarsi un po’ di fango per assaporare un misto di profumi e emozioni che completano una giornata lontana da ogni preoccupazione quotidiana.
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Vincenzo
È nato tutto nel primo periodo dell'adolescenza, da una parte i miei compagni sognavano i "cinquantini truccati" dall'altra mia madre diceva: no al massimo ti compriamo la bicicletta! Capite bene che queste cose ti segnano, se poi aggiungiamo il fatto che vivo in una regione dove l’uso della bicicletta “potrebbe” essere la normalità il tutto diventa “cicloturista perforza.” Ebbene si, ci si è messo anche il lavoro. Progettista grafico in una piccola casa editrice, che si occupa della realizzazione di cartoguide per itinerari rurali e urbani. Vivo a sud-est della Puglia (dove sono nato e non ho mai lasciato). Pedalo non solo per piacere ma per dovere, adoro scoprire il territorio attraverso nuovi punti di vista, innamorarsi sempre come fosse la prima volta.
Classe 1985, Ceglie Messapica, Puglia, Murgia, Valle d’Itria, Salento, Italy, sempre in bici un po' in mtb un po' in fissa.
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!