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Dal "fiume dei miracoli" ai canyon | il Tara e le gravine in bicicletta
Che le ricchezze di Taranto siano inestimabili ormai è chiaro a tutti, scoprirne sempre di nuove non è più una sorpresa. Tempo fa ho letto in rete, ma già ne avevo sentito parlare, del “fiume dei miracoli” ai piedi dell’Ilva. Mi sono incuriosito soprattutto dopo aver visto lo splendido lavoro fotografico fatto dal Collettivo DAV e Doll's Eye Reflex Laboratory, così come al solito ho subito visto un possibile itinerario. Il filo conduttore è l’acqua, quella sorgiva e quella che scorreva lungo la murgia solcando i bellissimi canyon al confine tra Puglia e Basilicata.
Dal Tara alle gravine
Partenza da Massafra, bellissimo centro ai piedi della murgia nel parco naturale regionale Terra delle Gravine, usciamo dal centro abitato attraversando il ponte che collega due grossi canyon che si aprono verso il mare. Continuiamo a scendere in direzione strada statale jonica, sempre più giù sempre più a livello del mare, iniziamo a seguire quello che è il corso dell’acqua. Ad un certo punto tra la strada complanare che costeggia la statale ed i campi immensi messi a raccolto di uva, si intravede un fitto canneto e ombrelloni, non è una spiaggia ma le rive del fiume Tara.
Acqua limpidissima e vegetazione fitta, è il fiume dei tarantini, nasce da sorgenti d’acqua dolce che affiorano e riempiono questo lungo corso d’acqua. La temperatura è tra i 15 e i 17 gradi, un signore ci dice che alla fonte è possibile anche berla, e infatti ti vien voglia di immergerti e assaporare la sua freschezza.
La gente del posto ormai abitudinaria, sembra quasi di rompere una certa intimità, se ne prende cura come se fosse la sua piccola oasi.
È un luogo ricco di storia, le proprietà del fiume (che è anche al centro del mito della fondazione della città da parte di Taras) si tramandano in numerose leggende.
La più nota è quella di un asino gettato nel Tara a morire e che invece fu salvato proprio dal contatto con le acque e i fanghi del fiume.
Il nostro itinerario continua, costeggiamo una strada sterrata che corre lungo il fiume, al passare tra un canneto e l’altro troviamo più postazioni con l’accesso alle splendide acque, risaliamo e ci dirigiamo verso il centro di Palagiano, il caldo inizia ad essere sempre più torrido e il paesaggio arido e crudo ci fa compagnia. Superiamo il paese e iniziamo la salita verso il piccolo e caratteristico borgo di Palagianello.
Il centro abitato sorge sulle gravine che ne segnano il territorio con profonde incisioni erosive nella roccia carsica disposte da nord a sud e attraversano tutta l’area che va dalla Murgia alla pianura. Pedaliamo sul vecchio ponte della ferrovia, che attualmente, è una bellissima pista ciclabile a strada bianca e che attraversa le gravine in direzione Castellaneta dove è possibile visitare il villaggio rupestre, il castello e la Chiesa della Madonna delle Grazie.
Siamo a quota 45 km circa, facciamo break con un bel panino acquistato in una locale salumeria, rimontiamo in sella e ci spariamo gli ultimi 15 km che chiudono questo magico cerchio dell’acqua.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico