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Da Budapest a La Spezia in bici su piste ciclabili
Scritto da trimax62
Viaggiare in bici da Budapest a La Spezia... prima della partenza mi sono posto una domanda: "Si può fare tutta su piste ciclabili?" Io ci ho provato e ho scoperto che...
La Sfida: è possibile percorrerla tutta su piste ciclabili?
L’idea di questo viaggio ha preso lentamente “forma” quest’inverno. Volevo misurami con alcuni paesi dell’est europeo dove non ero mai stato e speravo di riuscire a concatenare il rientro partendo da Budapest e andando verso nord, lasciando brevemente l'Ungheria per la Slovacchia, visitando Bratislava poi su fino e Vienna e da qui percorrendo interamente la verde Austria da nord-est a sud-ovest per poi rientrare in Italia dalla val Pusteria e attraversare l’Alto Adige, “accarezzare” la sponda destra del lago di Garda e poi Mantova, Parma e finalmente La Spezia.
Premesso che sono un novellino per quanto riguarda i ciclo-viaggi, l’anno scorso ho fatto Barcellona La Spezia in bici ed è stata un’esperienza indimenticabile, praticamente il coronamento di un sogno. Tuttavia con l’esperienza maturata volevo migliorare alcuni aspetti del viaggio, in primis la programmazione dell'itinerario e la possibilità di seguire la traccia così ottenuta su un dispositivo montato sul manubrio della bici ma sopratutto sfruttare il più possibile le numerose piste ciclabili e ciclo-vie che abbondano in Europa.
Programmazione e preparazione
Documentarmi a dovere su internet ha richiesto molto tempo ma questo aspetto è una parte integrante del viaggio e devo dire anche interessante e piacevole. Devo sottolineare la gratitudine per Leo di Lifeintravel, i cui suggerimenti mi sono stati molto preziosi. Per quanto riguarda il mezzo ho utilizzato la mia vecchia Specialized S-works, una bici interamente in carbonio e molto ”corsaiola”, probabilmente il tipo di bici da corsa più lontana dall’idea di bici da cicloturismo. Nonostante queste premesse devo dire che mi sono trovato magnificamente a pedalare e anche la capacità di carico (con tutti i limiti di una bici in carbonio) si è rivelata ottima. Anche quest’anno sono partito con tenda, sacco a pelo, fornello ecc... Stiamo parlando di un carico supplementare sul telaio di più di 13 kg. Sono stato a lungo indeciso sull’opportunità di portare tenda fornello cibo ecc. oppure viaggiare molto più leggero e affidarmi alle opportunità di pernottamento che pure sono spesso molto presenti(sopratutto nel mese di giugno). Ma viaggiando solo e spesso per lunghi tratti in zone scarsamente popolate credo che la tenda sia una garanzia in caso di incidenti meccanici. La sua presenza mi avrebbe permesso di passare la notte e preparami un pasto caldo praticamente dovunque.
Ungheria e Slovacchia lungo il Danubio
Per la prima parte del viaggio ho seguito la ciclabile del Danubio anche se devo dire che la parte ungherese non è all’altezza della zona che attraversa l'Austria. Alterno tratti di ciclabile e di provinciale (che devo dire non trovo particolarmente trafficata). Il dislivello è minimo e i km scorrono facili anche se il caldo è molto intenso e inaspettato (sono diversi giorni che tengo d’occhio il meteo ungherese e forse complice il tempo spesso perturbato ho sempre visto temperature freschine. Nei due giorni che mi occorrono per arrivare a Vienna (324 km e 800 m dislivello) il garmin mi indica una temperatura max di 34° e di 29° di media, non male per i primo di giugno! Altra nota negativa: nelle campagne ungheresi ho trovato gente cordiale e disponibile ma è difficilissimo incontrare qualcuno che spiaccica una parola di inglese, mi sono sempre fatto capire a gesti ma anche “mineral water” o “is it possible to pay in euro ?" è risultato sempre incomprensibile. Per la mia esperienza gli euro, a parte a Budapest, non vengono praticamente mai accettati ( anche in un supermercato in una piccola cittadina ho dovuto insistere e non poco per poter pagare con una carta di credito nonostante sulla porta capegiasse un cartello col la scritta Visa).
Spesso la gente incontrata tentava di indovinare la mia nazionalità ma nonostante abbia sulla maglia il colletto e le maniche con i colori della bandiera italiana sono stato accostato a quasi tutte le nazioni del mondo tranne l’italia! Il secondo giorno ho fatto una deviazione e sono entrato in Slovacchia per visitare Bratislava.
Questa città mi ha veramente colpito per la sua bellezza, ho trovato una specie di fiera con spettacoli popolari e tantissimi stand gastronomici. Mi sono divertito a assaggiare un pò di tutto e anche se quando ordinavo non avevo idea di cosa mi arrivasse devo dire che ho trovato tutto buonissimo.
Ciclovia del Danubio in Austria
Lasciata Bratislava la parte di ciclovia che continua verso l’Austria è veramente bellissima, a tratti è più larga di una strada normale e sempre ottimamente segnalata con numerosi punti di sosta e diversi bar dedicati ai cicloturisti. Prima di arrivare a Vienna si passa per parecchi chilometri su una parte di lungo fiume completamente dedicata ai nudisti (zona FKK) cove tantissime persone di tutte le età si godono questi spazi verdi. Continuo a seguire la ciclovia Eurovelo 6 fino a Linz, dove abbandono definitivamente il maestoso Danubio. In molti tratti la pista corre vicino alle sue acque o sugli argini attraversando pascoli e campi, per ore non si incontrano macchine e alcune stradine sterrate nei boschi sono veramente suggestive. Non è infrequente incontrare cicloviaggiatori di tutte le età e con qualsiasi mezzo, alcuni hanno delle bici elettriche alcuni hanno i bambini piccoli nei piccoli rimorchi attaccati alla bici, qualcuno viaggia con il cane, qualcuno pedala in graziella o con delle bici pieghevoli. Un polacco con cui scambio qualche parola ha una specie di sidecar a pedali dentro ha due cani e un gatto sul portapacchi intravedo una batteria di pentole e padelle e sul manubrio troneggia un vaso con un geranio, è di ritorno dalla russia ma è indeciso se girare verso l’Ungheria o proseguire verso l’italia. Mi chiede informazioni sul tratto ungherese, vorrebbe che io mi fermassi per offrirmi da bere ma sono in ritardo sulla tabella di marcia e lo saluto a malincuore, dopo alcune centinaia di metri mi giro e lo vedo pedalare con la sua andatura dinocolata e assolutamente nostress, l’ultima immagine che ricordo è il dondolare del geranio sull manubrio…
Dopo Linz il percorso diventa un saliscendi continuo ma le ciclabili austriache mi consentono di pedalare quasi sempre nel verde lontano dal traffico. La bici pur essendo una stradale a tutti gli effetti si comporta magnificamente in tutti gli sterrati attraversati e devo dire che dopo un iniziale paura di forature ora mi godo alla grande I tratti sconnessi. Il tempo è cambiato e affronto il mio primo giorno di pioggia. Piove a intermittenza praticamente tutto il giorno ma le temperature non sono rigide mi metto in modalità “rain”(sopracasco impermeabile ad alta visibilità giubbino in goretex,i bagali sono già praticamente stagni) dopo la calura dei primi giorni l’andatura sotto l’acqua è “quasi” piacevole.
Verso le Alpi lungo la ciclovia Alpe Adria
Mi accampo alcuni km dopo Salisburgo e riesco con qualche acrobazia a cucinare sotto una tettoia e poi a infilarmi nella tenda non troppo umido. Prendo la ciclovia dell’Alpe Adria e piego verso sud: ho alcune montagne da affontare e la pioggia specialmente al mattino è veramente intensa. Questa è la tappa più severa dell’intero viaggio, in alcuni tratti leggo a malapena il programma di navigazione e sbaglio strada diverse volte, mi innervosisco ma finalmente in serata arrivo al camping Falken. Sono per la prima volta veramente stanco ma finalmente ha smesso di piovere, ne approfitto per cercare di asciugare un po' la tenda e il saccoapelo che ho infilato nelle borse fradici. Il camping è bellissimo e dispone di una lavanderia con l’asciugatrice. Mi piazzo in costume nel locale con l’ebook e aspetto di di lavare e asciugare tutti I mie capi di abbigliamento. Il prato e bellissimo, curatissimo, deserto e seppur bagnato monto la tenda (che nel frattempo si è discretamente asciugata) e mi concedo un sonnellino prima di cena. Dopo un pò sento avvicinarsi diverse moto che fanno un discreto frastuono, capisco di non essere più solo ma quando in seguito sento il rombare di moto aumentare all’ennesima potenza esco dalla tenda per capire cosa stà succedendo.
La mia minuscola tenda è completamente circondata da un numero considerevole di grosse tende ci sono un sacco di moto con I proprietari che indossano giubbotti di pelle e sfoggiano tatuaggi e caschi modello militare, ricordano le bande di motociclisti dei film, vengono tutti dalla non lontana Germania e credo sia una sorta di raduno. Posso dire con cognizione di causa che non si tratta di persone astemie e molti di loro si stanno già dando da fare con grigliate di carne, wurstel, salsicce. Li guardo circospetto ma dopo due minuti sono tutti li incuriositi dalla bicicletta.
Davvero sei in giro da 5 giorni? Ma sei partito da Budapest e hai fatto tutta questa strada in bici? Sono meravigliati di vedere che trasporto tutto l’occorrente per cucinare e dormire e mi domandano da dove vengo. La Spezia rispondo, "near tuscany" per far capire meglio, ma è quando menziono le Cinque Terre che si illuminano. Ci sono stati alcuni anni fà con le loro motociclette e ne serbano un ricordo meraviglioso. Mostro loro, con un certo orgoglio, la mia maglietta con l’emblema del parco delle 5terre e in breve divento il loro idolo. In breve sono a bere birra con loro e sono abbligato a mangiare le loro salsicce. Come mia abitudine vado a letto prestissimo e le loro risate alcoliche mi accompagnano per molte ore. Mi alzo come al solito verso le 5 e 30 siamo in quota e fà discretamente freddo.Incredibile ma vero diversi di loro sono già in piedi e mi aiutano a piegara la tenda. Il tempo è nuvoloso, la temperatura alla partenza si aggira sui 7°, parto infagottato ma so che il confine è vicino e tra poche ora sarò in Italia.
Finalmente in Italia
La prima parte del tragitto è tutta in costante salita (a proposito sto percorrendo la ciclabile della Drava) e dopo circa 30 km passo il confine. La salita è dolce ma lunga e si esaurisce dalle parti di Dobbiaco. Le ciclabili sono fantastiche e molto curate, seguo l’Isarco, passo Brunico, Bressanone e Bolzano. Prendo la bellissima ciclovia dell’Adige e mi fermo a dormire a Egna. Parto al mattino dopo come al solito prestissimo e dopo pochi km vengo raggiunto da un gruppetto di Bolzano che è diretto a Mantova, l’itinerario coincide con il mio e ben presto facciamo amicizia. Sono otto giorni che viaggio da solo e la loro presenza mi scalda il cuore. Capisco la differenza di viaggiare da solo o in un gruppetto! Faccio 196 km in splendida compagnia. Continuiamo sulla ciclovia dell’Adige, passiamo Trento, Rovereto e a Peschiera del garda andiamo a prendere la ciclovia del Mincio. Arrivati a Mantova le nostre strade si dividono, loro sono arrivati e io decido di allungare ancora un pò per trovare un posticino per la notte (Curtatone) li saluto con molta gratitudine e un pizzico di malinconia.
L’ultima tappa è purtroppo tutta su strade statali, ho attraversato l’Ungheria, la Slovacchia, l’Austria, l’Alto Adige e il Trentino ma giunto alle porte di casa mia di ciclabili neanche l’ombra. Stasera voglio dormire nel mio letto e a Parma prendo il treno fino a Pontremoli. Qui ho una piacevole sorpresa: Franco è ad aspettarmi e mi “scorta” con il suo scooter verso casa, anche Filippo mi viene incontro per salutarmi e gli ultimo km scorrono via su strade che conosco come le mie tasche. Dovendo alla fine tirare le somme devo dire che il viaggio è stato bellissimo
I panorami, i profumi, i colori e il contatto con la gente mi rimarranno nel cuore spero per molti anni. Sono riuscito fino a Mantova a seguire un percorso quasi interamente ciclabile e nei pochissimi tratti dove questo non era possibile si trattava comunque di strade pochissimo trafficate. Resta il rammarico di dover constatare di come le ciclabili diventino inesistenti nell’ultimissimo tratto percorso eppure paesi che hanno avuto la lungimiranza di investire in questa direzione ora godono di un ritorno turistico (e sopratutto a bassimo impatto ambientale) di una certa rilevanza.
Speriamo che in futuro qualche nostro politico locale abbia maggior lungimiranza.
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