Se stai viaggiando nel Sud est asiatico e la curiosità ti spinge verso la turistica Angkor, meta quasi d'obbligo durante i vagabondaggi in queste zone, non potrai fare a meno di sostare qualche giorno anche fra i khmer più metropolitani nella maestosa Phnom Pehn, la capitale. Cambogia non è certamente sinonimo del suo principale centro urbano, ma Phnom Penh è diversa dalle altre capitali, qui si respira davvero un'aria autentica e già questo vale lo sforzo di una visita!
Situata sulle rive del Mekong, la capitale della Cambogia ospita 2 dei 14 milioni di abitanti dell'intera nazione. Elegante, raffinata, ma anche dura, crudele e meschina, Phnom Penh è un luogo da scoprire sia di giorno che di notte, in ogni suo angolo, in ogni sua buia strada, Phnom Penh è da capire, ma non è così semplice farlo!
Visitare Phnom Penh
Sei a Phnom Penh, sei tra i khmer, siete nella capitale della Cambogia! Questa città è un agglomerato urbano stracolmo di ristoranti, mercati e negozi dediti al consumismo, ma per fortuna è soprattutto cultura e tradizione. Essere qui significa confrontarsi direttamente anche con la storia contemporanea, con una delle più grandi tragedie che si siano mai consumate nel mondo: l'ascesa al potere dei khmer rossi, accolti come degli eroi e dei liberatori, i loro anni di potere e terrore e la nuova liberazione dello stato, che fu possibile solo grazie all'intervento diretto del Vietnam... queste non sono leggende, questa è la Storia!
Ogni angolo di Phnom Penh ha qualcosa da ricordare, qualcosa di terribile o qualcosa di meraviglioso.
La scuola trasformata in prigione
Il tuffo nella Storia della capitale della Cambogia e della nazione stessa inizia da Tuol Sleng, la vecchia scuola poi divenuta carcere e luogo di torture durante il regime di Pol Pot.
4$ per un viaggio nell'inferno nella S-21: la fisionomia degli edifici fu drasticamente modificata ricavando, in ogni blocco, un numero imprecisato di
celle claustrofobiche dove venivano rinchiusi i prigionieri cioè chiunque la pensasse diversamente dai khmer e qualunque individuo fosse solamente sospettato di aver pensieri propri...fu un genocidio! Migliaia di persone, fuggite all'estero prima della liberazione, furono richiamate dai khmer rossi con la promesse di ricostruire la
nuova Kampuchea insieme. In tanti, in tantissimi credettero a queste parole, forse furono solo ingenui o forse si fidarono di coloro che erano visti come i salvatori, ma si trattò solamente di un'infida trappola. Chi tornò, venne catturato, torturato ed infine ucciso. Solo pochi fortunati poterono raccontare cosa davvero era accaduto, ma lo poterono fare solo alla fine del 1979, quando ormai era troppo tardi. Il giro delle strutture è piuttosto lungo e vi occuperà almeno mezza giornata, ma è assolutamente consigliato a chi vuole conoscere
meglio la Cambogia per riuscire a capirla. Nelle stanze sono rimasti gli scheletri dei lettini usati dai torturatori e qualche altro utensile appartenuto alle vittime. Le fotografie delle torture inflitte ai loro fratelli cambogiani, perchè come i nazisti, anche i khmer rouge documentavano tutto, sono molto toccanti e i volti vuoti di coloro che ormai non ci sono più vi lasceranno senza fiato.
Passeggiando per il centro
Il palazzo più importante della capitale è il Royal Palace al quale si affianca la Silver Pagoda. Costruito nel 1866, fu occupato per primo da Re Norodom che regnò fino al 1904. Nell'edificio principale si può visitare la sala del trono dove un tempo sedeva maestoso il re di Cambogia.
Parte della struttura, praticamente la metà, è chiusa al pubblico perchè è ancora oggi la residenza reale. L'ingresso costa 6,5€ a persona. Da visitare ma senza troppo entusiasmo!
Il Wat Phnom si trova nel centro di un grande giardino pubblico invaso da macachi che scorrazzano galeotti lungo la passeggiata.
L'ingresso costa 1$ ed è consigliato agli inguaribili amanti dei templi buddisti che dopo averne visitati a decine, non sono ancora esausti! Interessante è l'altarino disposto all'uscita del tempio e dedicato alla Lady Penh...
Lasciandosi alle spalle il Mekong e proseguendo perpendicolarmente, dal centro città, si raggiunge in poco tempo il mercato centrale. Verdura, frutta, pesce, ma anche vestiti, utensili da cucina e vestiti. Questo grande mercato non è certamente annoverato fra i più spettacolari del Sudest asiatico, ma un giro fra i colori e gli odori vi rintemprerà lo spirito in seguito alla visita alle prigioni.
Una decina di chilometri a sud della città, nella campagna di Choeung Ek, che circonda la metropoli, venne fatto allestire dai khmer rossi un enorme campo di sterminio: ogni giorno alcuni camion provenienti da Tuol Sleng scaricavano come bestie pronte al macello, gli sventurati prigionieri, spesso già violentemente torturati ed in fin di vita. Donne, uomini, vecchi e bambini, nessuno fu risparmiato. Le fosse comuni arrivarono a contenere anche 9000 cadaveri. I neonati venivano afferrati per i piedi e sbattuti con follia contro dei grossi alberi, gli unici testimoni impotenti ancora presenti a Choeung Ek. Per ricordare le migliaia di vittime, nel centro del campo fu costruito uno stupa dove oggi son custoditi oltre 5000 teschi delle vittime dei khmer rouge. L'ingresso costa 2$.
Queste sono senza dubbio le attrattive principali della città, ma c'è molto ancora da scoprire... per esempio una mattina potreste provare ad alzarvi molto presto e lungo le rive del Mekong, incontrerete moltissime persone intente a far ginnastica (spesso con la musica altissima!) o a far jogging. Camminando per le vie del centro la sera, potreste imbattervi in un ristorante che serve ai clienti maiale arrostito direttamente sul fuoco (una delizia!!!) o in una golosissima pasticceria!
Con l'oscurità però, viene allo scoperto anche la parte più misera di questa città: i bambini venditori ambulanti già a 5 - 6 anni che spesso vengono costretti a prostituirsi o, addirittura, vengono stuprati direttamente in famiglia; gli orchi occidentali, ma anche orientali che con il calar della notte vengono allo scoperto per saziare le loro ignobili voglie a suon di dollari sonanti, i senzatetto che si addormentano vicino al pattume alla mercè di blatte e pantegane.
Phnom Penh ha una doppia faccia fatta di venditori di amache, da donne che indossano abiti colorati e vendono fiori, da monaci in corteo, da bimbi che vivono in strada, da tagliatelle fatte in strada. Dopo oltre 30 anni da quei giorni così bui Phnom Penh continua a sperare in un futuro più roseo senza mai dimenticare quello che non deve più accadere..
La Cambogia non è solo Phnom Penh ed Angkor Wat... nella guida Dieci mete da non perdere in Cambogia abbiamo inserito le località che più ci hanno colpito durante il nostro mese in bici a zonzo per questa magnifica nazione.
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!