Ezio, amante dei viaggi in MTB, si sta preparando ad affrontare l'ennesima avventura in solitaria. Questa volta sarà un viaggio in bici alla scoperta dei borghi abbandonati dell'Appennino, dove la natura sta riconquistando ciò che l'uomo ha lasciato in cerca di miglior fortune. Un viaggio di scoperta, lasciandosi condurre dall'istinto e dalla sorte, perdendosi per poi ritrovarsi, come spesso accade a chi ama viaggiare con le due ruote.
Ecco cosa ci ha raccontato di questo suo interessante progetto...
Come mai l'idea di un viaggio in MTB?
A dire il vero viaggio spesso in MTB. A tour brevi che durano un fine settimana abbino un giro lungo durante l'estate, a seconda di quelli che sono i miei impegni lavorativi. Frequento soprattutto le montagne vicino casa e in questo la MTB è un mezzo ideale in quanto robusto. Nell'occasione di pedalare settimane in luoghi inospitali e per lo più disabitati preferisco un mezzo essenziale, con pochi fronzoli meccanici, in modo da poter ovviare ad eventuali rotture direttamente e comunque. Personalmente dispongo di una bici soltanto, per cui faccio tutto con quella. La uso per andare a lavoro e per andare in montagna, la uso per tour di due giorni o di settimane. Una bici multiuso.
Ci racconti quale itinerario hai previsto di seguire? E' casuale o c'è un motivo particolare dietro questa scelta?
L'itinerario che ho in mente partirà dai Monti della Laga, nella provincia di Teramo. Mi muoverò verso sud, di montagna in montagna, passando per Gran Sasso d'Italia e Majella. Mi va di scegliere i percorsi man mano, improvvisare, e così perdermi magari. Non c'è niente di male nel perdersi ogni tanto, anzi auguro a tutti di trovarsi almeno una volta a non sapere più quale sia la via di casa e ad inventare modi per riscoprirla. O a cercare un rifugio, uno spazio accogliente dove passare la notte. Forse è per certi piaceri occasionali e imprevisti che non uso il GPS. Ho deciso di visitare i borghi abbandonati dell'entroterra abruzzese. Alcuni di essi saranno i veri punti fissi del viaggio, fungeranno da mete intermedie e mi sposterò come capita nel mezzo. Mi affascina tornare in luoghi oggi frequentati da pochi o da nessuno. Spesso si considera un paese abbandonato soltanto in virtù di un suo passato, di una presenza umana non più possibile. Al contrario, credo, certi luoghi sono caratterizzati da un'attualità, è vero non più umana, ma naturale. Di fatto la vegetazione della montagna avanza, ricopre e recupera pian piano quello che l'uomo ha lasciato, torna padrona degli spazi e riassorbe ogni passato. Così sembra tutto perfetto e normale. Se proprio dev'esserci un ritorno umano mi piacerebbe che avvenisse silenziosamente e senza stravolgere, a forza di braccia, o di gambe, senza spianare montagne per ricavarne strade a due corsie.
Sarai in compagnia di qualcuno?
Mi piace affrontare gli itinerari da solo. È capitato e capita di viaggiare con altri, con amici. Stiamo bene e ci divertiamo. Sento allo stesso tempo il bisogno di andare solo però. Stare solo mi pone di fronte a una consapevolezza differente.
Viaggerai con le borse, con uno zaino o in che altro modo hai organizzato il bagaglio?
Utilizzerò le borse che
mi fornisce l'azienda Crosso, la quale sostiene la mia idea di viaggio. È già iniziata la preparazione del bagaglio. In genere allargo un telo sul pavimento e sopra dispongo quello che mi servirà e che metterò nelle borse soltanto il giorno prima di partire. Posso dire che il mio bagaglio si prepara in settimane. Giorno per giorno aggiungo qualcosa sul telo. Per fortuna dispongo di una stanza dove tengo soltanto il materiale della bici. Utilizzare questo metodo mi permette di avere di continuo le attrezzature sotto gli occhi e di non dimenticare niente. Mi aiuta pure ad ottimizzare, a rinunciare a oggetti superflui. Soltanto ciò che finisce sul telo verrà con me. Diverso sarebbe infilare direttamente nelle borse e, tanto perchè c'è spazio, caricare. Austerità a parte, torno da ogni tour con una lista di oggetti che mi ripropongo di lasciare la volta successiva. Ho capito che
il bagaglio perfetto non esiste. Altra questione è quando mi concedo delle libertà. Ad esempio lo scorso anno ho portato con me in Lapponia cinque chili di solo miele. E l'ho mangiato tutto.
...e dal punto di vista logistico? Come e dove ti sistemerai?
Mi piace muovermi con tenda, sacco a pelo, fornello e quello che serve per essere autonomo. In tal maniera ho libertà di variare i percorsi e di decidere i luoghi dove pernottare in base all'umore o alla stanchezza. Non mi appoggio mai a strutture. Mi pare banale dire che questo è un modo per non uscire mai dal viaggio.
Quali sono le tue aspettative da questo viaggio in MTB?
Sarà una visita all'Appennino, un luogo di vecchi pastori e nuovi eremiti. Ho scritto così sul blog. Mi capita spesso di sentire di qualche trentenne che sceglie di andare a vivere in montagna, di comprare un rudere a due soldi e provarci lassù. Persone ammirabili secondo me. Ad eccezione di certi straordinari bagliori, sull'Appennino si respira aria di abbandono ovunque. Il mio è un viaggio incontro all'abbandono, ma è pure un modo per scoprire facce, persone. La mia maggiore aspettativa sta negli incontri che farò e nella possibilità di conoscere e comunicare. So già di trovare un'Italia introversa, paesi silenziosi e dispersi. Sul mio blog terrò un diario di viaggio dove cercherò di raccontare passo passo panorami e incontri.
Ci dici tre cose che non lascerai sicuramente a casa?
Sono più di tre le cose che non lascerei. Sarò costretto a portarmi appresso le attrezzature per la manutenzione della bici e qualche pezzo di ricambio. Di sicuro non lascerò il miele e nemmeno la frutta secca. E poi ago e filo, potrà sembrare buffo ma servono sempre.
Dove potremo seguire il tuo viaggio online?
Grazie Ezio e buone pedalate
Grazie mille a voi
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