Il giro del lago di Varese in bicicletta è uno tra i più classici itinerari ciclturistici della provincia. Il perimetro del bacino lacustre è seguito da un tracciato di 29 km che non presenta difficoltà tecniche ma che, anzi, può essere affrontato anche da famiglie con bambini. La parte più caratteristica della ciclabile del lago di Varese è quella che collega Gavirate alla palude Brabbia, ma di questo ti parlerò più avanti...
Dati tecnici
Giro del lago di Varese
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Gavirate |
Tempo |
3-5 ore |
Dislivello |
130 m circa
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Lunghezza |
29 km |
Tipologia di strada |
Asfalto 80%
Sterrato 20%
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Bici consigliata |
Mountain Bike
Gravel
Bici da viaggio
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
Ciclabile del lago di Varese
Gavirate e l'Isolino Virginia
Il punto di partenza di questo itinerario ciclabile circolare può essere scelto in base alla comodità di ciascuno, noi abbiamo iniziato la nostra avventura a Gavirate, comune sito nella parte più settentrionale del lago di Varese. L'area di Gavirate, abitata da millenni come raccontano i numerosi ritrovamenti, vanta una piana che si trova in una posizione estremamente favorevole allo sviluppo di molteplici tipologie di attività differenti, dalla pesca all'agricoltura in passato, all'industria nei decenni scorsi, al turismo nei giorni nostri.
Dal paese passa il tratto più a nord della pista ciclabile del lago di Varese che seguiremo in
senso antiorario, verso la
Palude Brabbia.
Prima di partire per questa esperienza di cicloturismo però non scordare di fare un salto al
Parco Morselli dove si ha un suggestivo panorama
sul lago e sulle Prealpi che cingono l'area come... in un dolce abbraccio.
Iniziando a pedalare verso ovest presto si attraversa il
fiume Bardello, lungo quanto la distanza tra il lago di Varese e il lago Maggiore, 7 km, prima di ritrovarsi in prossimità della
torbiera di Biandronno (conosciuto anche come Lago di Biandronno). Questo antico bacino lacustre, dove vive anche il
falco di palude, si sta purtroppo rapidamente prosciugando: è infatti alimentato solamente dalle piogge stagionali.
Scivolando lungo la ciclabile del lago di Varese si giunge nei pressi di un'altra zona umida oltre la quale si estende il
sito archeologico e naturalistico dell'Isolino Virginia, patrimonio UNESCO dal 2011 insieme agli altri siti palafitticoli preistorici rinvenuti intorno alle Alpi (un altro esempio è quello di Fiavè, nelle Giudicarie Trentine).
Isolino Virginia è visitabile e raggiungibile da Biandronno con il traghetto.
La Palude Brabbia, riserva naturale Lipu
La
riserva naturale Palude Brabbia è stata creata nel 1983 e viene gestita dalla Lipu da oltre vent'anni. Chi si trova a pedalare lungo la
pista ciclabile del lago di Varese per affrontarne il giro completo incontrerà il sito dopo il paese di Briandronno, alla biforcazione ciclabile che collega il bacino lacustre di Varese al lago di Comabbio. L'importanza della riserva risiede nel fatto che rappresenti l'
habitat ideale per numerose specie di mammiferi (tra le quali anche la puzzola)
e di volatili (se ne contano fino a
160 tra stanziali e migratori!). Lungo i tracciati che attraversano questa importante area verde si incontrano dei pannelli illustrativi che spiegano la storia del luogo e raccontano della ricca biodiversità presente.
All'uscita della palude Brabbia, dopo poche centinaia di metri, si giunge a
Cazzago Brabbia nota per le
ghiacciaie di fine 1800. Questi luoghi, quando ancora non esistevano i frigoriferi, venivano riempiti con grosse lastre di ghiaccio e risultavano indispensabili per conservare, per un anno intero, il pesce pescato. A Cazzago Brabbia segue il comune di
Bodio Lomnago con il suo piccolo molo, il menhir inciso in epoca preistorica e i resti dell'antico sito palafitticolo, anch'esso Patrimonio UNESCO. Il giro del lago di Varese in bicicletta lascia anche Bodio Lomnago per proseguire il suo viaggio lungo un tratto della
ciclovia pedemontana che corre in sede propria parallelamente alla trafficata Sp36.
Capolago e il rientro
Se pedalare sulla ciclabile del lago di Varese da una parte è sicuro e divertente, dall'altra, nel tratto compreso tra Bodio Lomnago e Capolago, si purtroppo è alla mercè dei rumori e dei gas di scarico della automobili che percorrono la vicina strada provinciale 36.
Capolago è sempre più vicina: superata la
chiesetta della Madonnina del lago, isolata tra l'acqua e la pista ciclabile, si giunge al ponte sul torrente Roggia Nuova che si oltrepassa velocemente. In neanche 200 m appare, sulla destra, la deviazione per Capolago, comune autonomo fino al 1927 e oggi frazione di Varese. A Capolago termina la sponda meridionale del lago e l'itinerario ciclabile svolta bruscamente a sinistra continuando a seguire imperterrito il profilo dell'acqua. La zona di Capolago offre diversi punti dove ammirare i paesaggi lacustri più caratteristici di Varese prima di saltare nuovamente in sella in direzione di Gavirate.
La sponda settentrionale del lago di Varese
A differenza della sponda meridionale, quella situata più a nord è meno interessante da un punto di vista naturalistico, ma vanta comunque
alcune attrattive da non dimenticare come la
pista di atterraggio per alianti dell'aeroporto di Calcinate del Pesce o la
vecchia chiesa di San Michele (XII secolo) con il
chiostro decorato di Voltorre. La percorrenza di questa parte del giro del lago di Varese è facile (eccezion fatta per una breve rampa) e immersa in un corridoio verde rilassante.
A Gavirate termina l'anello ciclabile del lago dopo 29 km circa e 130 m di dislivello.
Se hai qualche giorno di tempo ti consigliamo di restare in zona per affrontare anche gli altri itinerari cicloturistici della provincia di Varese che sono davvero numerosi!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico