Il giro delle Tofane e delle 5 Torri in MTB è un itinerario ad anello di due giorni che si sviluppa tra le Dolomiti venete e quelle altoatesine. I paesaggi aspri di roccia bianca, gli sterrati impegnativi, i tramonti in quota, gli orizzonti senza fine... sono solo alcune delle imperdibili caratteristiche di questo percorso tra la provincia di Belluno e quella di Bolzano.
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Le Tofane e le 5 Torri in MTB
Questo itinerario di due giorni tra le Tofane e le Cinque Torri in MTB è consigliato a chi voglia scoprire un'area dolomitica a cavallo tra Veneto e Alto Adige, immergendosi nella Natura e, non lo nego, faticando non poco per superare i dislivelli proposti. Il punto di partenza del tracciato è la città di Cortina, la regina delle Dolomiti, che sorge nella conca d'Ampezzo, un luogo di indubbia bellezza. Circondata dalle vette delle Dolomiti ampezzane, Cortina è frequentata da numerosi turisti durante la stagione estiva e quella invernale. In autunno e primavera invece la località si presenta quasi assopita ed estremamente tranquilla; per questi motivi suggeriamo di affrontare il giro delle Tofane e 5 Torri in mountain bike a fine settembre - inizio ottobre o nei mesi di maggio e giugno.
La valle di Fanes
Dal centro di Cortina d'Ampezzo puntiamo decisi a nord, imboccando per un breve tratto la SS51 prima di deviare sulla vecchia ferrovia Dobbiaco - Calalzo di Cadore. meglio conosciuta come ciclabile delle Dolomiti. L'asfalto lascia ben presto spazio allo sterrato e, in men che non si dica, ci ritroviamo a tu per tu con il torrente Boite che scorre in direzione contraria. Con alla nostra destra il maestoso e imponente gruppo del Cristallo e alla sinistra il Col Rosà ci troviamo a respirare l'aria fresca del torrente Felizon che scende impetuoso nel suo piccolo canyon. Una breve, ma decisa rampa asfaltata ci indica che a breve svolteremo verso ovest entrando nella val di Fanes, percorsa dall'omonimo rio.
Il tracciato ritorna sterrato e, fin da subito, ci fa intendere che la pedalata non sarà affatto facile: un'erta permette di guadagnare subito quota accompagnandoci fino a un balcone panoramico sulle cascate di Fanes. Siamo in Veneto, nella pancia delle Dolomiti ampezzane, eppure il paesaggio ricorda un po' quello delle meraviglie naturalistiche del Grande Nord e così immagino di veder apparire un grizzly a pesca di salmoni; il pensiero fa sorridere, ma il proseguimento della salita no.
Il sentiero numero 10 continua ad arrampicarsi con prepotenza sui tornanti successivi, i rapporti scalano veloci e quando anche sull'ultimo pignone le gambe girano a rallentatore, resta solo una cosa da fare: scendere di sella e spingere la bici.
Lentamente si abbandona il bosco per raggiungere il lago di Fanes, una pozza d'acqua cristallina al cospetto delle cime del Clamin e del Vallon Bianco.
Nella pace delle montagne, tra ulteriori rampe e paesaggi incantati, ci si ritrova a un cancelletto in legno che decreta il confine tra il Veneto e l'Alto Adige, tra il parco regionale delle Dolomiti ampezzane e il parco naturale di Fanes, Sennes e Braies che abbiamo in parte esplorato durante un'altra due giorni.
A picco sulla val Badia
A 2100 m, all'altezza dell'Ucia di Gran Fanes, il tracciato svolta a sud-ovest imboccando una vallata bucolica che, tra malghe e pascoli verdi, accompagna i bikers fino al Jù Dal'Ega, a 2157 m di quota. Si pedala ai piedi del massiccio del Piz Taibun (2927 m) fino a poco prima di un balcone panoramico, conosciuto con il nome di Col de Locia, sulla sottostante valle di San Cassiano, traversa della ben nota val Badia. Un piccolo cancelletto in legno, il fondo del sentiero e un cartello non lasciano dubbi: da qui in avanti per una ventina di minuti si dovrà portare la bici a mano, resistendo alla tentazione di una folle e pericolosa (e vietata!) discesa e approfittando del momento per godersi appieno il luogo. A 1800 m si può tornare in sella riprendendo il giro delle Tofane in MTB e superando, poco più avanti, la Capanna alpina (possibilità di riempire le borracce d'acqua o fare uno spuntino) dove si incontra la strada asfaltata della vallata. In meno di cinquanta metri si riprende sulla sinistra lo sterrato verso il Camping Sass Dlacia. Il sentiero La Villa - San Cassiano si spinge oltre il campeggio entrando nella frescura del bosco e ricominciando dolcemente a salire.
Ascesa al passo di Valparola
Dalla malga Valparola la traccia riprende la sua ascesa in maniera repentina mettendo alla prova le gambe già stanche. 1880, 1900, 1920... i metri scivolano sotto gli pneumatici, il respiro è affannato e il sudore scivola lungo le tempie facendo bruciare gli occhi. Come un miraggio riappare l'asfalto e in meno di 2 km ci si ritrova dinanzi al rifugio Valparola che accoglie i visitatori (e pedalatori stanchi!). Dall'edificio la vista può spaziare sui picchi vicini e lontani soffermandosi con piacere sul blu intenso del laghetto di Valparola. Il valico è situato poco più avanti, appena oltre il Forte Tre Sassi, una fortificazione austriaca realizzata al confine con l'Italia tra il 1897 e il 1901. Proprietà della regola di Cortina d'Ampezzo, oggi ospita un museo dedicato alla Grande Guerra (anche se Paolo Rumiz obietterebbe, giustamente, che di "grande" la I guerra mondiale non ha avuto proprio nulla!). Il passo è il punto stradale più alto e per scendere verso il Col Gallina esistono due possibilità: cimentarsi nell'impegnativa ma divertente discesa sterrata o buttarsi a capofitto lungo l'asfalto verso il Falzarego a 2109 m.
Anche da questa sella è possibile imboccare uno sterrato scassato che perde quota passando proprio dal rifugio Col Gallina dove termina il primo giorno del nostro giro delle Tofane e delle 5 Torri in MTB...
Boschi, guadi e cime rocciose
Dal rifugio, dove noi abbiamo trascorso la notte, il tracciato scende su sterrato alternando il passaggio in fitti boschi a quello in radure spoglie.
Ponticelli traballanti, tratti di single trail, fanghiglia sparsa e scorci sulle Dolomiti condiscono questa parte di itinerario al meglio. La sagoma inconfondibile della Tofana di Rozes appare all'improvviso incantando chiunque. In sella si superano le radici del lago Bain de Dones e si prosegue in discesa per altri 2 km.Al cospetto della Tofana di Mezzo si svolta su asfalto lasciandosi alle spalle il massiccio montuoso e iniziando l'ardua salita in direzione delle 5 Torri. In MTB le pendenze della strada non sono un problema anche se sarà necessario spingere al massimo sui pedali per l'intero tratto. In circa 3 km si sale di oltre 400 metri, fino al Rifugio 5 Torri.
Le 5 Torri in MTB
Il rifugio è dominato dai cinque solenni speroni di dolomia, un'icona rocciosa delle Dolomiti ampezzane. L'area circostante al piccolo gruppo montuoso, zona di confine dove si combattè violentemente durante la I Guerra Mondiale, è oggi un museo a cielo aperto grazie al recupero delle vecchie baracche e postazioni. Il tracciato costeggia le 5 Torri (a piedi si può salire tra le formazioni) avanzando lungo un brecciolino insidioso e molto pendente. Presto, a monte del percorso, si scorge il rifugio Scoiattoli che è stato costruito in una posizione paradisiaca. Il panorama incantevole è difficile da descrivere a parole: le 5 Torri alle nostre spalle primeggiano vanitose, più distanti la Croda da Lago, il Torrione Marcella, Cima Ambrizzola, il Cernera, il Nuvolau... Il paesaggio affievolisce la fatica anche se i tratti a spinta si intervallano con regolarità a quelli pedalati. Finalmente, con un ultimo sforzo, si raggiunge il rifugio Averau e la meraviglia, ancora una volta, prende il sopravvento. Dall'edificio lo skyline di cime dolomitiche è incredibile: Punta Penia, l'Ombreta e il Sasso Vernale della Marmolada, la regina, dominano la scena, ma anche i vassalli il Sasso Pordoi, il Cimon della Pala, Torre Venezia, il Civetta, l'Averau per citarne alcune, non sono da meno.
Il passo Giau e la sagoma dell'Averau
Dal rifugio Averau la sterrata perde quota, decisa per i primi metri, e poi più dolce. Il divertimento è assicurato lungo i tornanti che scendono verso la strada del passo Giau. La formazione di dolomia dell'Averau è inconfondibile e accompagna i biker per diversi chilometri, oltre il valico amato dai motociclisti. Questa parte dell'itinerario, a tratti impegnativa per la presenza di sassi e buche, approda sull'asfalto all'altezza del rifugio Fedare, dove ci si immette sulla SP638 del passo Giau. Dopo quello affrontato finora la salita al Giau sembrerà una vera passeggiata, presta solo attenzione al traffico veicolare e di motocicli.
Al valico, dove ci si può ristorare, la vista sull'Averau, sul Col Piombin e sui Lastoi de Formin è di una bellezza struggente. Il giro delle Tofane e 5 Torri in MTB lascia il rifugio del valico su asfalto ma, dopo 300 metri, svolta su un divertente sterrato, una vecchia carrareccia a tornanti che incrocia la strada provinciale più in basso. Superiamo la muraglia di Giau, simbolo dell'antico confine tra la Serenissima Repubblica di Venezia e l'Impero Asburgico, e a quota 1760 m ci ributtiamo su sterrato impantanandoci tra pascoli e torrenti floridi. All'altezza del Ponte di Ru Curtu si attraversa l'asfalto per proseguire ancora una volta fuoristrada. Al primo bivio, dopo 400 m, si gira a sinistra sbucando ancora una volta su asfalto per poche centinaia di metri. Dopo il secondo tornante, all'altezza di un parcheggio, si svolta a destra su fuoristrada per seguire il sentiero del Cason del Macaroni.
Rush finale a Cortina
Oltrepassando il rifugio lago d'Ajal e scendendo veloci su divertente offroad si entra nella frazione Mortisa di Cortina dove, con un grande tornante su asfalto, si continua verso Campo di Sopra. Gli ultimi saliscendi ci accompagnano fino a Zuel di Sopra, località in cui si riprende la ciclabile delle Dolomiti verso il centro di Cortina D'Ampezzo. In 3 km si conclude l'anello di due giorni delle Tofane e 5 Torri in MTB, un itinerario a dir poco spettacolare!
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