Ormai lo avrai capito che quest'inverno è dedicato all'esplorazione di sentieri e carrarecce in Trentino con la MTB. Il percorso che ti racconto oggi si svolge in valle dell'Adige, sulle pendici occidentali della Vigolana senza mai salire eccessivamente di quota e percorrendo in discesa il Sentiero dell'Imperatore 431B fino a Mattarello.
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Discese dalla collina
Partendo dalla collina est di Trento, dove vivo, prima di affrontare la piana della valle dell'Adige, si deve raggiungere il fondovalle ma in MTB meglio andare alla ricerca di vie alternative e quindi partendo dal centro sportivo Don Onorio Spada di Villazzano, scaldiamo subito la gamba pedalando verso località San Rocco, passando per il centro della frazione.
Un breve passaggio sulla statale della Fricca ci permette di spostarci sul versante verso valle, passando sopra alla località Casteller. Qui inzia prima una strada forestale pianeggiante e poi un bel sentiero divertente e veloce che corre per un po' parallelo alla strada delle Novaline e poi si butta a capofitto verso le prime propaggini della frazione di Mattarello. Un dosso mette subito a dura prova le mie gambe ancora fredde ma poi la pianura ci attende.
Gravel sugli argini dell'Adige
Alcune centinaia di metri su strada ci permettono di raggiungere le sponde del fiume Adige. Sul lato sinistro orografico corre la pista ciclabile dell'Adige ma noi oggi preferiamo restare su sterrato e ci immettiamo sull'argine destro che ospita una strada sterrata.
Il percorso non è il massimo per un mountain biker ma permette di scaldare un po' la gamba. In tutto si pedala per circa 10 chilometri in pianura, per gran parte del tempo affiancati da un lato dal fiume e dall'altro dall'autostrada.
Besenello e le due alternative di salita
Giunti nei pressi di Besenello si trova un ponte dalla pavimentazione in porfido e si torna sul lato orientale della valle dell'Adige, lasciando il fiume e entrando con un sottopassaggio in paese.
A questo punto si presentano due alternative di salita. In entrambi i casi si dovrà spingere la bici: nel primo per le difficoltà oggettive del sentiero, nel secondo per le pendenze eccessive nel mio caso e per la presenza di un'ordinanza di divieto di accesso alle bici nel caso di biker allenati o in elettrica.
Sentiero in val dei Vignai
La prima alternativa di salita è il sentiero in val dei Vignai. In questo caso per raggiungere il sentiero una volta passato il sottopasso della statale SS12, la si imbocca a ritroso verso nord per poche centinaia di metri per poi deviare a destra e iniziare una rampa che conduce all'imbocco del sentiero. Il tracciato è da fare tutto a piedi spingendo o portando la bicicletta, quindi preparati a un po' di trekking e mettiti il cuore in pace.
Il sentiero parte intorno ai 200 m di quota e raggiunge quasi gli 800 m prima di incrociare il Sentiero dell'Imperatore.
Strada Scanuppia
L'altra alternativa è la Scanuppia, una strada divenuta conosciuta tra i ciclisti negli anni novanta per le sue pendenze che la fecero definire la strada più dura del mondo. Io l'avevo pedalata fino a Malga Palazzo a inizio millennio e da allora non ero più tornato anche perché, come ti dicevo, oggi un'ordinanza comunale ne vieta il transito alle biciclette.
Se vuoi percorrere la strada Scanuppia quindi sappi che lo fai solo ed esclusivamente sotto la tua responsabilità
Noi decidiamo di farlo, scendendo di sella e spingendo la bici dopo aver passato il ponte nei pressi della cava sopra il paese di Besenello, proprio all'imbocco della strada cementata. Il tracciato che conduce all'imbocco del Sentiero 431b è lungo circa due chilometri e un cartello all'inizio della strada indica la pendenza massima del 45%!
Sentiero dell'Imperatore: discesa da brividi
Lo sforzo che i polpacci devono affrontare viene interrotto all'altezza del quinto tornante, dopo un breve tratto più respirabile dell'ascesa. Proprio qui, a circa 840 m di quota, le indicazioni segnano sulla sinistra il sentiero 431b noto come Sentiero dell'Imperatore a causa delle sue origini militari di accesso agli altopiani di Folgaria e Lavarone, note zone di conflitto tra italiani e austroungarici.
Qualche fiocco di neve ci saluta mentre completiamo l'opera di vestizione prima di iniziare il sentiero che non inizia subito con una picchiata repentina. Ci si sposta infatti verso nord restando in quota in un saliscendi mai banale.
Dopo poco si incontra la discesa in val dei Vignai e la si lascia sulla sinistra proseguendo verso un ultimo dosso. Passata la gobba iniziano i tratti più tecnici con alcuni tornanti guidabili e altri più stretti e impossibili da affrontare per noi umani incapaci di fare nose press su rocce esposte. Tra di noi, solo Ale si destreggia come un camoscio mentre io mi concedo qualche soddisfazione ma devo scendere di sella più di una volta.
Il sentiero a mezzacosta scende a strappi e in alcuni punti va posta attenzione perché un errore potrebbe implicare un bel ruzzolone fino a fondovalle. La roccia friabile e alcuni canali hanno portato via la traccia umana in alcuni punti ma non sarà difficile passare i canaloni con la bici al proprio fianco.
Un ultimo sperone ci concede una bella veduta della valle dell'Adige verso nord, con Aldeno proprio di fronte a noi e le Tre Cime del Bondone celate dietro le nubi oggi basse e minacciose. La picchiata finale ci fa prendere velocità e in men che non si dica ci troviamo in località Acquaviva, tra i vigneti del conoide.
Le Novaline per tornare in collina
Ripresa la strada, risaliamo e in men che non si dica entriamo nel centro della parte più vecchia di Mattarello da dove imbocchiamo l'ultima fatica di giornata, la strada delle Novaline. Anche se asfaltata, questa strada presenta comunque un paio di rampe che a fine giro fanno cantare di nuovo le gambe ma in men che non si dica ci si ritrova a San Rocco da dove si può riprendere il tracciato dell'andata per tornare al punto di partenza e chiudere questo giro divertente sulle pendici della Vigolana in valle dell'Adige, adatto al periodo invernale e inzio primaverile.
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