Giuseppe è ormai diventato un personaggio… è l'ultimo abitante di Roscigno Vecchia, un borgo abbandonato ad inizio Novecento per il rischio di frane e smottamenti. Qui campeggeremo oggi dopo aver valicato l'Antece...
Tappa 5 | Da Petina a Roscigno Vecchia - 30 km | 830 m d+
Andiamo con ordine: il risveglio a
Petina, che abbiamo raggiunto ieri da Felitto, ci regala una giornata con il cielo azzurro e meno vento del solito. Al bar del paese tutti si accorgono dell'originale presenza:
due cicloviaggiatori e un cane in un carrellino non passano di certo inosservati. Il barista, un uomo di mezza età con coppola e interessanti baffi grigi, sostiene con assoluta serietà che
la tramontana sia stata un bene: in questo modo anche la castagne nate più in alto sugli alberi secolari sono cadute rendendo la raccolta in corso più abbondante.
Mentre salutiamo il baffuto saggio, il pescivendolo con la raucedine, salito dalla costa, strilla la sua presenza nella piazza del paese per attirare clienti, anche se secondo me quel gracchiante invito ne fa scappare la maggior parte.
Iniziamo la nostra arrampicata mattutina sulla strada che conduce all'
osservatorio astronomico Casone d'Aresta. Si passa prima davanti al cimitero per poi addentrarsi in un paesaggio incantato: i boschi di castagni in questo periodo sono vivaci e brulicanti.
Raccoglitori ovunque ci salutano senza quasi alzare la testa dai ricci, grufolando in continuazione tra le gialle foglie già cadute copiose sul terreno. La strada sale a strappi e quando la quota raggiunge le quattro cifre i faggi prendono il sopravvento e con loro il silenzio più assoluto. Il bosco sembra sospeso nel tempo e solo le nostre ruote spezzano quella monotona ma magnifica sensazione di pace della Natura.
Avanziamo a fatica, sia per la pendenza che per le centinaia di rami e rametti spezzati dalla tramontana dei giorni scorsi. La radura che ci si apre dinnanzi dopo quasi 2 ore nel bosco, interrotta solo da un cupolone azzurro, ci conferma il raggiungimento del valico… un gruppo di mucche al pascolo ci allerta: se ci sono loro ci sono anche
i cani pastore e con Nala non si sa mai.
La nostra compagna pelosa salta nel suo carrellino mentre superiamo con lentezza e attenzione i due cani sornioni. Il nostro passaggio, in realtà, non li smuove di un centimetro dalla loro siesta al tepore del sole, nel bel mezzo della strada e anche Nala sembra non destare il loro interesse.
Un breve saliscendi e qualche corsa in libertà con la cagnolona, tra le foglie umide di un'area picnic ben ombreggiata, sono il preludio ad una
discesa spaventosa su Sant'Angelo a Fasanella. Nei dintorni del paese, che conta circa 600 abitanti, si trova la
Grotta di San Michele Arcangelo che fu il luogo dove si sviluppò una comunità benedettina nel Medioevo. La
grotta-santuario aggrappata alle rocce è un monumento mistico, da visitare se si ha un po' di tempo a disposizione. Il viaggio verso il paese abbandonato di Roscigno Vecchia prosegue con allegria: abbiamo grandi aspettative e speriamo di poterci godere una notte magica sotto milioni di stelle.
Il paese nuovo appare dietro una curva, ad un tiro di schioppo da noi. Il borgo vecchio si trova poco più sotto. Prima di scendere nel piccolo agglomerato, ci fermiamo per una sosta rigenerante al bar del paese: un personaggio d'altri tempi, con un completo nero elegante e dei baffi curati da Stalin veglia l'ingresso sorridendo, lo superiamo e con un cenno sembra approvare la nostra presenza.
A
Roscigno Vecchia incontriamo subito Giuseppe che, tra chiacchiere e domande, ci mostra il
Museo Contadino del quale è divenuto il naturale custode. Roscigno Vecchia è in realtà una sorta di
esposizione a cielo aperto: ogni angolo racchiude ricordi di un passato che non esiste più. Vecchie insegne arrugginite, l'altare della chiesa chiusa ancora intonacato, le toppe delle serrature ancora presenti in alcuni edifici, i colori sbiaditi delle facciate, la grande fontana nella piazza che da qualche giorno si rifiuta di riversare acqua nella vasca in pietra sottostante. Poco prima del tramonto, incantati dal borgo fuori dal tempo, montiamo la tenda e cuciniamo un piatto di pasta, accerchiati da
nove gatti che innervosiscono Nala.
La piazzetta davanti alla chiesa ormai decadente, con l'avvento dell'oscurità si illumina fiocamente popolandosi di ombre e fantasmi degli anni che furono. Il passaggio di una volpe a fianco della tenda allerta Nala: noi scorgiamo solo l'ombra fugace. La quiete torna immediata ad alimentare i sogni di corse irrequiete in campi ricoperti da spighe dorate di Nala e di
avventure quotidiane a due ruote dei suoi compagni di viaggio. Domani
raggiungeremo il Vallo di Diano e l'inaspettata Padula...
3 cose da fare nella quinta tappa
- Immergiti nel passato della Grotta di San Michele Arcangelo- Immaginala come fu un tempo...
- Trascorri una nottata al Casone d'Aresta dove si trova l'osservatorio astronomico del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni
- Dormire a Roscigno vecchia sospesi nel tempo - Prima però fatti una bella chiacchierata con il mitico Giuseppe.
Dove dormire lungo la Via Silente
Prima di iniziare il viaggio in bicicletta lungo la Via Silente ti verrà data la Silentina, una carta per ottenere i timbri durante la tua avventura. Con questo documento, mentre viaggerai sull'itinerario, otterai lo sconto del 20% presso le strutture convenzionate. La nostra quinta tappa è terminata a Roscigno Vecchia dove
abbiamo campeggiato nella piazza antistante la chiesa. Se preferisci alloggiare in struttura, puoi scaricare l'elenco di tutti gli alloggi convenzionati divisi per località sul
sito ufficiale della Via Silente.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico