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Osservare gli animali selvatici
Scritto da tirapacchi
Nelle poche righe che seguono, riporto alcuni brevi consigli per chi voglia cimentarsi nell’osservazione degli animali selvatici nel loro ambiente.
Le nostre armi saranno la pazienza ed il silenzio. Ci recheremo nel luogo prescelto prima dell’alba, in modo da non disturbare l’attività degli animali che andremo ad osservare, oppure nel tardo pomeriggio, per tornare a casa a notte fatta.
Tutti abbiamo osservato animali selvatici in pieno giorno, ma sempre per caso: se vogliamo dedicarci all’osservazione dobbiamo adeguarci ad orari crepuscolari. Aspetteremo fermi ed in silenzio, posizionati in un luogo con ampia visuale, meglio se rialzato o meglio ancora da un’altana, che oltre ad ampliare il nostro campo visivo ci toglierà dall’aria, rendendoci meno identificabili (se utilizziamo quella di un cacciatore ricordiamo che siamo ospiti; prima di costruirne una nostra, accertiamoci di quale sia la normativa in materia nella nostra provincia).
Con noi porteremo sempre un binocolo, che si renderà utilissimo. Se già non lo possediamo, nell’acquisto opteremo per uno strumento di qualità: in pieno giorno tutti i binocoli sembrano uguali, ma al crepuscolo la situazione muta radicalmente. Ci orienteremo quindi su ingrandimenti non troppo spinti (dal 7x all’8,5x, non oltre per non affaticare la vista) e lenti d’uscita di una certa dimensione (42 – 56mm), che garantiscono maggiore luminosità. Un’ottima scelta è il classico 7x42.
Se ci appassioneremo all’osservazione degli ungulati, potrebbe essere utile anche l’acquisto di uno spektive o “lungo”, ovvero di un cannocchiale ad alti ingrandimenti, che ci permetterà di valutare meglio gli animali che andremo ad osservare (con un po’ di pratica diverrà ad esempio semplice distinguere il sesso dei camosci, oppure valutare un maschio di capriolo dal trofeo particolarmente scadente). La soluzione classica è il 30x75, ma negli ultimi anni si stanno diffondendo i variabili, che anch’io utilizzo nella soluzione 15-45x65.
Non sono un fotografo, ma qualche indicazione la posso dare: scegliere ottiche il più possibile luminose e che consentano degli ingrandimenti discreti (immagino che la variabile costo sia importante in materia...). Se possediamo già uno spektive, possiamo iniziare a praticare il digiskoping, che è una tecnica fotografica che abbina il cannocchiale alla macchina fotografica digitale (si ottiene così un supertele di qualità). È però indispensabile un buon treppiede ed un po’ di pratica, perché il rischio micromosso è dietro l’angolo.
Nelle prime uscite probabilmente ci stuferemo un po’: le uscite a vuoto sono purtroppo frequenti. Presto o tardi però ci capiterà l’occasione di un’osservazione particolare, come le giostre d’amore di una coppia di caprioli, il disperato tentativo di alcune ghiandaie di salvare una loro compagna ormai predata da un gheppio, la pastura mattutina di un paio di lepri…
Per avere ulteriori consigli sul binocolo più adeguato alle vostre esigenze, potete leggere l'ABC del birdwatching: la scelta del binocolo, scritto da Pier!
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico