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Val di Genova: trekking nell'Adamello in Trentino

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Che sapore ha una giornata uggiosa?
Si era detto 7:20, ma sapevamo che qualcuno avrebbe tardato all'appuntamento di almeno 10 minuti… almeno. Nell'attesa scrutiamo il cielo alla ricerca di un angolo azzurro lasciato da minacciose nubi cariche di pioggia. "Si sta aprendo!" Più di una previsione è un auspicio. In ogni caso partiamo per raggiungere l'area teatro del nostro trekking odierno, direzione: Parco Naturale Adamello Brenta nel Trentino orientale, e più precisamente la val di Genova, un angolo di paradiso ai piedi dei ghiacciai perenni teatro di furiosi scontri durante la Grande Guerra.
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Da Trento, saliamo verso la valli Giudicarie. A Tione ci fermiamo per il caffè di rito, accompagnato per una volta da una brioche stracolma di crema. Il cielo è ancora plumbeo e non abbiamo poi molta voglia di prendere l’acqua in testa. Temporeggiamo ancora un po’, sperando che il tempo migliori.
Risaliti in macchina, saliamo tutta la val Rendena, fino a Madonna di Campiglio. Piove a dirotto. Cerchiamo un bar dove deliziarci con qualche dolce ipercalorico, ma i parcheggi sono tutti a pagamento e decidiamo di scendere fino a Pinzolo. Secondo caffè della mattina. Fianlmente splende il sole, ma è quasi mezzogiorno. Il giro che avevamo progettato, il giro dei 5 laghi, è ormai saltato. Optiamo quindi per fare una visita alla Val di Genova e alle sue famose cascate.
Lasciata l’auto nel primo parcheggio (costo 3,00€), saliamo a piedi lungo il sentiero che costeggia l’alto corso del torrente Sarca. In una ventina di minuti arriviamo alle cascate del Nardis: il torrente che le genera è carico d’acqua (ha piovuto molto nei giorni scorsi ed in quota è scesa addirittura la neve. Qualche foto e decidiamo di continuare fino a malga Bedole, punto di partenza per le escursioni in quota ed i trekking al rifugio Mandron ed oltre sul ghiacciaio omonimo. I cartelli prospettano una camminata di circa quattro ore. Per una volta sono un po’ ottimisti, o forse siamo noi che tra fragoline e mirtilli, cascate, giochi d’acqua e fotografie ci attardiamo più del dovuto. In quattro ore arriviamo ad un cartello che ci prospetta ancora un’altra oretta di cammino. Cocciuti come sempre, non demordiamo e per accorciare i tempi, imbocchiamo una scorciatoia. Il sentiero si inerpica sulla montagna, ma il dubbio di avere sbagliato strada nemmeno ci sfiora. Invece abbiamo proprio sbagliato! Arrivati ad uno spiazzo, vediamo in lontananza, ad una quota di molto inferiore, il nostro obiettivo. È tardi, stavolta dobbiamo proprio rinunciare. Torneremo sicuramente, magari in bici (per arrivare alla malga è possibile percorrere una comoda strada asfaltata).
Per scendere, decidiamo di prendere il pratico bus navetta, che fa su e giù per la valle. Stavolta è andata così, saremo più fortunati la prossima.

Alternative suggestive in zona di certo non mancano: partendo proprio dalla val di Genova c'è il sentiero al lago Lares (ce la faremo a raggiungerlo al terzo tentativo?). Per molti altri trekking sulle Alpi e non solo consultate la mappa dei trekking.

 
 
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