Mentre il tempo passa, i chilometri scorrono e i paesaggi cambiano, provo a tornare indietro con la memoria a qualche settimana fa, quando le nostre bici Hobogeo solcavano ancora le strade tra il Little Karoo e la Garden Route, nel Capo Occidentale in Sudafrica.
Giorni come anni
Seduto qui nella vuota sala comune di un “backpackers” di Rosetta, paesino di tre anime ai piedi dei Drakensberg, nella regione di Kwa-Zulu Natal, ripenso ai
giorni sulla costa del Capo Occidentale e mi sembra siano passati anni. Succede sempre così quando si vive un periodo intenso come quello degli ultimi giorni in sella, tra incontri d'alta quota, scrosci di pioggia e discese sterrate al limite del possibile. A questo proposito se vuoi avere informazioni dettagliate sul percorso che abbiamo seguito, puoi accedere alla
descrizione tappa per tappa del nostro viaggio in bici in Sudafrica.
La città dei fantasmi
Ma torniamo a noi e vediamo di raccontare gli eventi di quei giorni.
L'amico ciclista proveniente dal grande nord sudafricano ci ha tramesso un po' di curiosità sulla nostra meta successiva,
Uniondale. Qui in Sudafrica, ci ha raccontato tra il serio e il faceto, il paese è conosciuto come
un covo di fantasmi che, come sempre accade nelle favole, appaiono ai rintocchi della mezzanotte. Sembra che la diceria sia legata ad un periodo storico passato da diversi secoli, un periodo durante il quale molte persone vennero impiccate per le strade di Uniondale. In realtà la nostra notte in questa squallida località passa senza molti sussulti se non quelli dovuti alla tristezza trasmessa dal campeggio in cui piazziamo la tenda senza che alcuno venga a ritirare il dovuto: avremmo volentieri dato il nostro contributo per un po' meno di trascuratezza!
La strada del Prince Alfred's Pass
Il cielo grigio non promette nulla di buono ed infatti il giorno successivo una lieve pioggerellina mattutina si trasforma in
pioggia battente quando iniziamo ad affrontare i
settanta chilometri di strada del Prince Alfred's Pass. Questo itinerario, che ci è stato suggerito da un appassionato di MTB a Swellendam, ci condurrà nuovamente sulla costa dell'Oceano Indiano, a Knysna.
Saliamo fino al punto più alto della strada, a 1150 m tra i mugugni sordi dei babbuini, nascosti tra la vegetazione e irritati dalla pioggia. Il freddo pungente ci costringe, unica volta in questo viaggio in bici, ad indossare i guanti pesanti.
La prima discesa del Prince Alfred's pass conduce in un'atmosfera più adatta all'inverno milanese che all'estate africana ma la nebbia aggiunge suggestione alla comparsa della foresta subtropicale montana, un habitat ormai raro in Sudafrica. Il traffico è inesistente e trovare un piccolo locale pieno di suppellettili originali dove viene anche servita cioccolata calda nel bel mezzo del nulla è alquanto stupefacente. Non ci facciamo sfuggire l'occasione per scaldare un po' mani, piedi e palato.
La strada è ancora lunga ma gli ultimi chilometri, dopo due brevi ma decise salite, sono tutti in picchiata nella Diepwalle Forest (link CapeNature o Wiki) spettrale più che mai in questa veste.
L'incredibile casualità di un incontro
Nei due giorni di sosta a
Knysna, cittadina turistica ma non ancora troppo affollata in questo periodo (novembre), succede l'incredibile. Passeggiando per il centro incrociamo un viso noto: è
Andrea, il cicloviaggiatore romagnolo incontrato qualche giorno prima sul passo dello Swartberg, l'unico viaggiatore a due ruote che incroceremo in tutta la nostra avventura. Passiamo la serata chiacchierando del passato e sognando nuove mete per il futuro davanti a una delle tante birre che il Sudafrica produce per gli appassionati del luppolo… questi sono gli incontri che rendono ancora più speciale un viaggio in bicicletta.
Nature's Valley
Il cielo migliora un po' ed è tempo di risalire in bici. Salutiamo Niels, rientrato nel paese natale per gestire l'ostello e stare vicino al vecchio padre dopo 18 anni in Costa Rica. La laguna di Knysna ed il suo imbocco visti dal
promontorio di “The Heads” sono magnifici anche con il cielo grigio mentre la trafficata strada N2 costiera non ci entusiasma, anche perché rimane nell'entroterra fino a Plettenberg Bay e non offre scorci degni di nota.
Scendiamo a Nature's Valley per rivedere l'oceano: decidiamo di pernottare nei pressi dell'idilliaco estuario nonostante gli avvertimenti dei rangers del Garden Route N.P.:
“Occhio alla tenda perché i babbuini in cerca di cibo potrebbero cercare di entrare… lo hanno già fatto in precedenza.”.
E se ci provano… chi li ferma?
Piantiamo la tenda guardinghi ma nessun primate si fa vedere almeno per stasera. Il posto è delizioso e il tempo vola passeggiando sulla sabbia dell'estuario ed osservando martin pescatori ed altri uccelli a caccia.
La corsa verso l'Addo Elephant Park
Ci spostiamo a
Storm's River Village, località più conosciuta per attività adrenaliniche come tubing o canoa piuttosto che per la Natura a noi cara. Dopo una notte in un ostello affollato torniamo alla solitudine dei campeggi fuori stagione.
La giornata scorre via veloce come il vento che ci spinge e noi pedaliamo solo per
raggiungere l'Addo Elephant Park, accerchiato da piantagioni sconfinate di limoni e altri agrumi.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico