La Gola di Spelunca, nella Corsica occidentale, è un canyon sormontato da picchi aguzzi e rossi come il sangue annacquato ed è percorsa da due strade che si incrociano poco oltre il paese di Ota. Visitare questa zona della Corsica in bicicletta è caldamente consigliato data la irrilevante presenza di traffico veicolare, ma l'abbondanza di mucche, capre e maiali selvatici. L'itinerario ciclabile si sviluppa dal paese di Porto, sul mare e raggiunge Evisa a 830 metri di altudine.
Dati tecnici
Gola di Spelunca in bicicletta - Corsica
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Porto |
Tempo |
4-5 h
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Dislivello |
800 m circa |
Lunghezza |
40 km circa
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Terreno |
Asfalto: 100%
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Cosa vedere
- Vista su Ota
- Le rocce rosse della gola
- Capre, maiali selvatici e mucche sulla strada
- Evisa
Da Porto salutando il mare
Porto è proprio un buco, è il primo pensiero che mi affiora nella testa una volta attraversato il paese. Trovare un parcheggio fra le tre case, i due supermecati e i cinque alberghi è impresa ardua ma non demordo: decido di iniziare a seguire la strada verso Evisa per cercare un posto tranquillo dove lasciare l'ammiraglia e, con un pizzico di fortuna, in poche centinaia di metri posso parcheggiare all'ombra.
Lubrifico la catena e sono pronta. La strada inizia subito a salire molto dolcemente, supera un campeggio e qualche edificio prima di continuare a spingersi verso le montagne. Curve larghe, scorci interessanti e poi finalmente anche il mare, ormai un puntino lontano, il rumore delle onde che si infrangono sulla battigia e quel profumo talvolta fastidioso, per chi non è abituato, di salsedine non si sentono più! Il sole è alto nel cielo e tiene ben salda nella mano destra una clava, pronto a colpire chi abbasserà la guardia.
Ota, menta e capre selvatiche!
Da Porto esistono due strade per Ota: la prima è quella che parte poco prima dell'ingresso nel paese e arriva diretta, la seconda è quella che stò pedalando che punta con più decisione verso Evisa. Dopo una manciata di chilometri Ota appare elegante sul costone opposto della canyon. Sormontata dal maestoso
Capo d'Ota ci si chiede come gli abitanti possano dormire sonni tranquilli con quelle sporgenze rocciose sopra le teste...
forse semplice abitudine?
Certi strappetti un pochino più duri cominciano a farsi sentire ma non importa, basta scalare il rapporto e con la mountain bike si sente la differenza!
La macchia mediterranea, nonostante l'altitudine sempre più elevata, prospera rigogliosa, a bordo strada menta e timo si fanno riconoscere e la loro profumazione mi inebria: mi sento bene, in forma, felice e assolutamente conquistata dalla Corsica in bicicletta.
Le guglie severe di certi picchi rocciosi ricordano quelle del Duomo di Milano e di altre cattedrali gotiche anche se il colore rossastro non si addice a quel periodo storico. Ogni tanto mi affaccio sul canyon per carpirne la profondità: è piuttosto ampio ma anche alto, tanto da dare quasi le vertigini.
Mi riavvicino al muro e immeditamente noto qualcosa di strano muoversi al mio fianco... un piccolo biacco spaventato cerca una via di fuga che non c'è, il serpentello dopotutto è nel suo habitat naturale, qui l'intrusa sono io! Nonostante lo sgomento mi allontano di qualche pedalata per non infierire ancora di più... oggi la Gola di Spelunca ricorda uno zoo!
Il miraggio di Evisa
Sono trascorsi quasi 15 km da quando ho iniziato a pedalare e gli ultimi sono stati quasi pianeggianti ma estremamente panoramici. Ormai dovrebbe mancare poco a Evisa ma ancora non si vede...
A 5 km dalla partenza ho incontrato il bivio per Ota che ho deciso di evitare: potrebbe essere una buona variante per il ritorno! A 10 km dalla partenza ho iniziato ad incontrare in ordine sparso: biacco, capre selvatiche, maiali selvatici, mucche con vitelli, lucertole, ghiandaie, corvi. A 15 km pensavo di essere a destinazione ma mi ritrovo a dover pedalare ancora in salita. Il gps indica che ci troviamo a 628 metri, 200 metri più in basso di Evisa. La risposta dalla strada non tarda ad arrivare: l'asfalto prima quieto e pianeggiante ricomincia a scaldarsi sotto le gomme incandescenti della mia mountain bike. Colpo dopo colpo guadagno altitudine e finalmente la vedo ed è anche vicina... accelero senza pensarci due volte raggiungendo un bivio in pochi minuti. Non ci posso credere, il borgo visto è Marignana, la strada per Evisa prosegue dritta verso le viscere della Terra. Davanti agli occhi ho solo montagne impervie e boschi ma la direzione è giusta. Dopo più di un chilometro un tornate deciso fa svoltare la strada di 180°, sempre in salita! Giungo a Evisa, nascosta dietro la montagna, ansiosa di mettere qualcosa sotto i denti. Ci penseranno una birra bianca corsa, la Colomba, e una bella insalatona con prosciutto corso a farmi apprezzare il paese.
In bicicletta si finisce sempre con l'attirare l'attenzione soprattutto se sipedala da soli e se si fa parte della schiera del sesso femminile. Tre ciclisti francesi di mezza età si avvicinano per fare due chiacchiere. Non parlano italiano ma con l'inglese riusciamo a comunicare bene. Mi suggeriscono un paio di bei percorsi e prima di iniziare la loro folle discesa verso Porto, mi urlano un buona fortuna!!!
L'itinerario sopra descritto fa parte di un
viaggio in bicicletta in Corsica del quale trovate
la prima tappa a due ruote a Saint Florent qui e la
seconda tappa fra i borghi della Balagne qui. Mi raccomando: prima di iniziare questo itinerario ciclabile riempite le borracce con l'acqua fresca della fontana all'uscita di Porto (proprio in direzione della Gola), oltre ad Ota e Marignano che richiedono una deviazione per essere raggiunti, non esistono altri rifornimenti lungo il percorso. E' disponibile la traccia gps dell'itinerario in bici nella Corsica del nord: trovate il link per il download nelle schede in alto!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico