Metti insieme uno dei panorami più spettacolari delle Dolomiti con un tracciato tecnico e divertente al tempo stesso… hai ottenuto una miscela perfetta per un percorso MTB! Trentino e Veneto sono le due regioni che ospitano questo anello di due giorni completato a fine agosto. La traversata delle Pale di San Martino in MTB è un classico che non mancherà di stupire ed entusiasmare.
Dati tecnici
Traversata delle Pale di San Martino in MTB
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
San Martino di Castrozza |
Tempo |
4-6 ore |
Dislivello |
Tappa 1: 1270 m
Tappa 2: 900 m
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Lunghezza |
Tappa 1: 36 km
Tappa 2: 31 km
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Tipologia di strada |
30% asfalto
40% sterrato
30% single trail
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Da San Martino a Gares fuoristrada
Abbiamo scelto di partire da
San Martino di Castrozza e risalire fino a quota 2700 m con la funivia del
Col Verde + Rosetta (15 € solo andata + 5€ per la bici - Aggiornamento settembre 2019. Controlla i costi sul
sito ufficiale prima di partire). Una volta giunti in quota scendiamo
spingendo la MTB fino al rifugio Rosetta, dato che il tratto di sentiero è vietato alle MTB (e il sentiero stretto e il gran traffico di camminatori giustifica ampiamente questo divieto nei mesi estivi. Personalmente abbiamo portato la bici a mano, chiacchierato e scherzato con gli escursionisti che curiosi ci chiedevano dove saremmo andati).
Dopo un'immersione turistica, non ci aspettavamo di trovare il “deserto” o quasi lungo il
sentiero n° 756 che porta verso Gares e sfruttiamo la piacevole sorpresa per fermarci spesso e volentieri a fare qualche scatto. Il panorama è a dir poco maestoso, le Dolomiti dominano l'orizzonte interrompendo il mare di roccia che accompagna il nostro incedere.
Il primo tratto di
percorso MTB sulle Pale di San Martino è un
saliscendi impegnativo sia per i muscoli che per la bici. Sassi, gradini e pendenze si alternano mettendo a dura prova le nostre abilità tecnico-atletiche. La meraviglia che ci avvolge allieta la nostra lenta avanzata.
Appena giunti in una piana, lasciamo il 756 per proseguire sul 761 verso est.
Il tracciato che seguiamo è parte di una vecchia strada militare realizzata per raggiungere il Col Verde da Taibon Agordino: le passerelle in legno e il taglio nella roccia che ci permette di attraversare il gruppo delle Pale di San Martino non lascia spazio all'interpretazione: soltanto esigenze belliche avrebbero giustificato un lavoro di tale portata.
Oltrepassato un tratto panoramico, esposto e suggestivo, ci si tuffa a capofitto verso la Casera Campigat, una baita dove si possono organizzare picnic e mangiate in autonomia. L'edificio sembra costruito in equilibrio sul promontorio, a guardia dei versanti di Taibon e di Gares.
Dalla Casera (1800 m) inizia una picchiata repentina e tecnica verso il
borgo di Gares (1380 m).
Falcade e il Passo Valles
Scendendo dalla Casera raggiungiamo il biotopo laghetto di Gares dove dei pannelli illustrativi raccontano la biodiversità del luogo. L'erba verde ci invita ad una breve sosta prima di riprendere la via verso Canale D'Agordo.
Si imbocca prima la strada e subito dopo la
ciclabile sterrata (se accessibile, nel nostro caso erano in corso dei lavori e l'abbiamo aggirata proseguendo sulla strada) che
si trova subito oltre il biotopo sulla destra e corre per 3 km su sede propria prima di terminare sull'asfalto. L'ultimo tratto di discesa ci conduce a Canale D'Agordo, il paese di papa Luciani dove ci aspetta una sosta al bar per un panino prima di ripartire.
Si inizia l'ascesa verso il passo Valles su ciclabile fuoristrada prima sulla destra orografica del torrente Biois e poi sulla sinistra. Oltrepassata Falcade si continua su asfalto, anche piuttosto trafficato, fino a raggiungere il bivio tra la strada che conduce al passo S. Pellegrino e quella che devia più ad est per salire serpeggiante fino al passo Valles.
Il rifugio Passo Valles che si trova proprio sul valico è la nostra meta di giornata anche se l'ideale sarebbe stato fermarsi più in basso, dormendo al rifugio Picol, a Le Buse (chiusi per lavori agli impianti di risalita) o presso il panoramico e isolato rifugio Laresei (meta ideale per la sua posizione se avete tempo e gambe).
Una lauta cena (al Passo Valles si mangia davvero bene!) ed una sonora dormita non ci fanno comunque rimpiangere la scelta.
Rifugio Laresei e Val Venegia
Ripartiamo di buon mattino per percorrere a ritroso l'itinerario studiato il giorno precedente. Saliamo dal passo Valles verso il
col Margherita fino alla
forcella di Pradazzo ed in breve raggiungiamo il rifugio Laresei da dove si ha un paesaggio straordinario sulle Pale di San Martino, Cima Uomo, le vette dolomitiche venete e le cangianti acque del
lago di Cavia.
I raggi del sole sono ancora tiepidi ma sullo specchio placido del bacino si riflettono perfettamente le cime della Marmolada e le più vicine vette del gruppo del Monzoni. Scendiamo prima lungo il sentiero denominato
Alta via dei Pastori e poi lungo la pista da sci, con pendenze da capogiro (farla in salita avrebbe voluto dire spingere per gran parte del tempo) ed in men che non si dica raggiungiamo i rifugi Le Buse e Gigio Picol. Dalle baite una strada forestale ci riporta sulla salita verso il passo Valles per farci ripercorrere gli ultimi tre chilometri della strada seguita ieri per raggiungere il valico. Oltrepassiamo il passo e la picchiata su asfalto è veloce e divertente.
Imbocchiamo la Val Venegia e la quantità di auto presenti al parcheggio è impressionante. Sulla strada forestale che taglia la valle non possiamo che fermarci di continuo ad ammirare i colossi di pietra che svettano su di noi. Zigzagando tra gli escursionisti, raggiungiamo la madonnina ai piedi delle Pale di San Martino e ci fermiamo per un saluto, dato la sua provenienza “famigliare” (una zia di mio padre anni fa recuperò la Madonnina e, durante un'escursione in Val Venegia, trovò il posto perfetto dove porla: ai piedi delle alte vette dolomitiche a protezione di chiunque fosse passato negli anni successivi).
L'ultima fatica
di questa spettacolare due giorni che ci ha portato ad affrontare la traversata delle Pale di San Martino in MTB inizia poco oltre i prati della madonnina. Saliamo i numerosi tornanti che portano fino a
baita Segantini da cui si ammira il panorama struggente… la ressa ci consiglia di battere in ritirata e così scendiamo più in basso per una sosta ed una
birra a Capanna Cervino dove abbiamo il piacere di conoscere anche Edoardo Trentin e il suo amico Antonio, due bikers della Valsugana che si uniranno a noi per il raduno della settimana successiva (facendoci scoprire anche un po' di sentieri a noi sconosciuti sull'Altopiano del Tesino).
Scendiamo a spron battuto fino al passo Rolle da cui seguiamo in parte la strada statale ed in parte un sentiero (in parte single trail) che la fiancheggia per arrivare a San Martino di Castrozza dove chiudiamo l'anello attorno alle Dolomiti in MTB.
Il percorso è splendido e fattibile anche in un giorno dai più allenati e veloci.
L'itinerario attraversa zone molto turistiche e per questo si trovano spesso escursionisti sul sentiero: siate rispettosi, lasciate strada o chiedete permesso gentilmente e tutti vi guarderanno con curiosità e simpatia!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico