E' già il secondo tentativo fallito di raggiungere il lago Lares, nel gruppo dell'Adamello. Qualche anno fa io e The best...ia, in arte Nicola, ci avevamo provato sempre nel periodo autunnale. In quell'occasione la nebbia bassissima e la fuga verso la libertà di Artù (il cane della best...ia, lascio a voi stabilire chi sia il padrone e chi l'animale?!?), partito a caccia di camosci su un pendio da veri e propri arrampicatori, ci aveva fatto desistere all'incirca a quota 2200m. Quest'anno, rinforzata la squadra, eravamo convinti di portare a casa la conquista del lago e invece...
Dati tecnici
Trentino - Adamello
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Malga Genova |
Tempo |
8 ore
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Dislivello |
1600 m |
Lunghezza |
18 km |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Il percorso
Vediamo il percorso classico da intraprendere per raggiungere il lago Lares (2661m) in tutta tranquillità.
Risalita in auto la
val di Genova (in estate sono a disposizione bus navetta da Pinzolo e Carisolo), il punto di partenza del percorso è
malga Genova, prima di raggiungere la fine della strada dove si trova il parcheggio per iniziare il percorso
da Malga Bedole al rifugio Mandron.
Dalla strada si oltrepassa il ponte sul
torrente Sarca per trovarsi di fronte alla malga. Sulla destra sale il
sentiero 214 che si inoltra nel bosco fiancheggiando le imponenti
cascate Lares. Si sale ripidamente tra faggi e platani aiutati, in alcuni punti, da scalinate in legno. A quota 1890m si giunge ad un'ampia radura dopo aver oltrepassato il torrente tramite un bel ponte in legno.
Poco più avanti, in posizione particolarmente favorevole, sorge
malga Lares da cui si hanno belle
panoramiche sul Brenta. In autunno lo spettacolo dei larici colorati sarà magico mentre in tarda estate i mirtilli presenti nella radura vi consiglieranno una sosta gastronomica. Lasciata la malga (dove è presente una fontana di acqua freschissima), si prosegue scendendo verso la radura nella val di Lares. Il
sentiero 214 prosegue sulla sinistra attraversando un prato e spostandosi verso est mentre sulla destra dietro una grande roccia la traccia di sentiero può essere, in estate, una valida alternativa di salita per poter compiere un anello (evitatela in autunno o finirete come noi...leggi sotto!).
Il tracciato segnato (anche in questo caso però bisogna prestare attenzione ed è facile perdere l'orientamento) prosegue fino all'
ex baita Lares al termine della radura per poi inerpicarsi sui pendii che conducono rapidamente al
lago di Lares a quota 2660m. Il panorama sulla
vedretta di Lares richiede una meritata pausa per poi ridiscendere dallo stesso percorso dell'andata.
Un'alternativa al percorso (già impegnativo) esiste, ma è adatta a persone allenate ed attrezzate (dal lago si può salire al passo del Diavolo per raggiungere il rifugio Caduti dell'Adamello e scendere dal sentiero "Matarot", con ramponi, corde ed accompagnati da una guida o da una persona molto esperta!)
La nostra avventura:
E' autunno e da oggi si cambia ora, quindi decidiamo di partire presto... non si sa mai che ci capiti qualche imprevisto: il sole da oggi scenderà molto presto e nonostante non manchi il tempo per raggiungere il lago, rilassarsi un po' e rientrare, decidiamo di essere previdenti. Poco dopo le 8.30 siamo già al parcheggio di
malga Genova per iniziare la camminata. Il primo tratto di sentiero in mezzo al bosco, al fianco delle cascate Lares, è tosto ma senza ostacoli e così in un paio d'ore di camminata e soste fotografiche, raggiungiamo la spianata davanti a malga Lares. Un po' di relax davanti alla maestosità del bosco di larici colorati d'ocra autunnale ci riconsegna le energie necessarie per ripartire. Il sentiero si divide: a sinistra si scende nella vallata mentre a destra ci si mantiene in quota sul versante orientale...un attimo di titubanza e decidiamo di mantenerci sulla sponda del lago: mai errore fu più grossolano! Questa traccia, piuttosto evidente, attraversa inizialmente un sottobosco di rododendri già coperti da qualche centimetro di neve.
Proseguiamo per un po' fino a ritrovarci di fronte a qualche paretina attrezzata con gradini. Il percorso alternativo per ora è divertente e la presenza di tracce sulla neve di qualcuno che ci ha preceduto ci invita ad avanzare, seppur lentamente. Man mano che ci si alza lo strato nevoso aumenta e quando usciamo alti sula dorsale dei Riversi di Folgorida oramai siamo costretti ad avanzare in trenta/quaranta centimetri di neve. Seguiamo le tracce che si invischiano in pietraie scomode e pericolose (la neve nasconde forre e buche pericolose per caviglie e ginocchia). Ad uno ad uno, prima o dopo
sprofondiamo tutti denigrandoci a vicenda...il sole è ancora alto e siamo convinti di poter raggiungere il lago a breve ma l'avanzata rallenta repentinamente dato il tracciato pericoloso.
Dopo una breve sosta per mangiare qualche cosa decidiamo di rientrare a valle...il tempo vola e il sole si è già spostato dallo zenit. Puntiamo allora verso valle senza ormai alcuna traccia...pietraie nascoste dalla neve, torrenti ghiacciati e radici scivolose saranno il nostro pane: tutto quello che si dovrebbe evitare di fare in montagna! Riusciamo, in un paio di ore, a percorrere circa 500m e rientrare sul sentiero dell'andata quando ormai sono già le 15.30. Non ci resta che scendere a valle il più velocemente possibile: passiamo
malga Lares quando ormai il sole si è già nascosto dietro le vette innevate e
l'ultimo tratto nel bosco proseguiamo a tentoni brancolando nel buio, speranzosi per lo meno di poter avvistare qualche capriolo o cervo, se non l'orso o la lince...niente di fatto, la sfiga oggi ci accompagna! E infatti una volta saliti in auto scopriamo che il mio bel volvone da 325000km non ha intenzione di accendersi in tempi brevi. Ci convinciamo, dopo venti minuti di tentativi falliti, a dargli una mano spingendolo un po' in discesa e riusciamo ad avviarlo emettendo una quantità di inquinanti pari al contributo annuo di tutte le industrie padane...degna conclusione di una giornata sfortunata ma in fondo...divertente!
Oltre al già citato percorso verso il rifugio Mandron, per i meno allenati è possibile comunque scoprire questa spendida zona con un itinerario in Val Genova. Per altri trekking sulle Dolomiti e sulle Alpi in generale, consultate la mappa delle escursioni.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico