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Valle del Chiese in MTB: giro dei funamboli
Scritto da Gotico
La Valle del Chiese in MTB può sembrare una novità nel nostro Trentino. Di certo sono nuove le mappe cartacee e le pagine sul sito www.visitchiese.it, punta dell’iceberg di un progetto di promozione nato circa due anni fa che si è avvalso della collaborazione di Uli Stanciu e Loris Tagliapietra, e confesso che pure io scopro solo ora la vocazione alla bici di questa valle al confine con la Lombardia. È una storia tutta da raccontare.
In questo articolo
La vocazione per la MTB
La bici è una grande passione, perciò nella mia vita c’è stato uno spazio ed un tempo per l’agonismo. Ricordo distintamente che la prima gara, con un primordiale rampichino ed accompagnato da mio padre, la feci a Pieve di Bono. Era molto caldo e naturalmente ebbi problemi al cambio, eppure a fine competizione ero felice… Forse anche per questo motivo qualche mese fa andai a Condino alla presentazione serale dei dieci percorsi mountain bike nella Valle del Chiese. Questi itinerari, distribuiti sul territorio come i petali di una margherita, partono dal basso per poi aprirsi e svilupparsi a quote anche considerevoli, in un ambiente ancora intatto e selvaggio (ecco il valore aggiunto). Tali tragitti, che a volte ricalcano mulattiere militari, sono stati identificati, tracciati e quindi resi disponibili agli amanti delle due ruote. Il territorio si presta a vari livelli di difficoltà; deve essere solo conosciuto e comunque sempre rispettato vista la sua unicità.
Il giro dei funamboli
In questa scoperta della Valle del Chiese parto con lo scopo di conoscere due suoi aspetti ciclistici ovviamente complementari: la ciclabile che scorre nel fondovalle, importante arteria alla portata di tutti, ed uno dei dieci percorsi MTB sopra citati, il giro dei funamboli. Partenza dalla sede del consorzio turistico alle porte dell’abitato di Cologna, con ampio parcheggio e passaggio della ciclabile. Mi sposto verso sud in direzione lago; sulla destra si ha una bella veduta della centrale di Cimego, la più potente dell’impianto idroelettrico dell’Alto Chiese.
Alcune decine di metri dopo inizia la salita asfaltata sulla sinistra per circa 3 chilometri, quindi ad una curva si seguono le indicazioni per il Funamboli Tour (MTB1106) su comoda strada forestale sterrata per circa altri 5 chilometri. Non ci si può sbagliare, le indicazioni sono puntuali e precise. L’ascesa è totalmente pedalabile, e solo nella parte finale si hanno due strappi con pendenze ragguardevoli. Sto scalando il versante ovest della montagna perciò essendo mattina rimango all’ombra ed al fresco, sempre e comunque protetto dagli alberi visto che il bosco mi avvolge; un bosco costituito da faggi, querce, carpini, abeti rossi e pini silvestri.
Scollino in prossimità del monte Giovo, da dove si aprono ricordi ed opportunità. A sinistra, raggiungibile mediante sentiero c’è bocca Giumella, mentre a destra, a circa 500 metri, c’è passo Giovo. Rammento che li feci nove anni fa salendo da Tiarno di Sotto per poi tornare a Tiarno di Sopra, in Val di Ledro. Questi antichi passaggi sono essenziali per i ciclisti.
Purtroppo sono ancora evidenti gli effetti della tempesta Vaia dello scorso ottobre, con alberi divelti e spezzati. Il lavoro della forestale è e sarà continuo per garantire la sicurezza ed il passaggio degli escursionisti. Scendo dalla bici e zigzago fra gli abeti per arrivare a passo Giovo; da questo punto in poi il tracciato sarà sgombro delle piante cadute.
Il single trail scorrevole, con lunghi tratti flow, che unisce passo Giovo a passo Rango, dà il nome al tour: funamboli perché sembra di stare in equilibrio su di una corda che si snoda in gran parte sul crinale boschivo in direzione sud – est, quindi bisogna proseguire con attenzione e naturalmente divertirsi. Sono ampi i tratti piani intervallati da strappetti e vivaci discese.
Mi piace molto il silenzio, la velocità, la fatica, la concentrazione; tutto into the wild…
A passo Rango imbocco il temerario quanto tecnico sentiero che mi conduce alla località di Rango, caratterizzata da casette di montagna disperse fra prati e boschi, con maestosa vista sulle cime dei Visi, Borei e monte Rango, nel territorio della Riserva di Biosfera Unesco Alpi Ledrensi e Judicaria.
Sulla strada asfaltata scendo attorniato da verdi campi sino alla baita di Picasso dove prendo acqua e conosco il sedicente Picasso (personaggio che avrebbe meritato una sosta ben più lunga). Dalla baita ritorno su sentiero, virtuale prosecuzione di quello lasciato poco prima: stretto, piuttosto ripido, con diversi sassi da aggirare e ricoperto da uno fitto strato di foglie. È un trail ambizioso, sicuramente piacente agli amanti della enduro. Personalmente lo trovo delizioso.
Precipito di quota sino alla cappella di San Lorenzo, di origine medioevale, dove rilasso la mani per il tanto frenare. Il panorama si apre da sud a nord, col paese di Condino in primo piano. La discesa non è finita perchè come in un’opera musicale c’è il gran finale, e la mia mente va ai pellegrini che per arrivare alla chiesetta devono penare in salita ciò che io godo in discesa: pendenza interessante nella gola rocciosa, curve e contro curve, gradoni, sassi… Tutto ha però un termine perciò lieto mi ritrovo nel fondovalle sulla ciclabile.
La Valle del Chiese e la sua ciclabile
Prima di testare la ciclabile della Valle del Chiese necessito una sosta al bici grill di Condino in quanto la fame abbonda: per me una lasagna, un succo di frutta ed un caffè. Riposato e rifocillato posso finalmente gustare la pianura e guardarmi attorno con più calma. Prima ero solo, ora stormi di ciclisti mi sorpassano e salutano. Il primo tratto è un attimo movimentato perché a ridosso del roccione e nel bosco, con qualche leggero sali e scendi. Passo vicino ad una calchera, un antico forno costruito per la calce, su di una suggestiva passerella in legno radente alla roccia, sino alla spettacolare cascata Fontana Santa con suo piccolo parco. Da questo punto la valle si apre costeggiando il fiume Chiese.
Anche in questo caso non ci può sbagliare. Presso la Cà Rossa c'è l’unico importante attraversamento sulla SS240 quindi pedalo in direzione sud tagliando l’intera vallata, la terra delle sette Pievi cioè delle sette chiese principali, sino al piccolo biotopo del Rio Lora, con passaggio su pittoresche passerelle in legno. Costante è la brezza che sale dal lago verso nord.
Sereno e soddisfatto giungo sulla sponda trentina del lago d’Idro. Esso infatti appartiene alla Lombardia ad esclusione di una piccola porzione della riva settentrionale. È un lago alpino balneabile di origine glaciale, lungo 12 chilometri e largo 2, meta turistica della Valle del Chiese. Tranne una folta comitiva di giovani quest'oggi non vi sono molti bagnanti.
Sulla sinistra, ben visibile su un alto sperone di roccia ed in assoluta posizione strategica, si erge il fascinoso castello San Giovanni, fortezza realizzata con blocchi di granito all’ingresso delle valli Giudicarie, un tempo zona di confine fra il principato vescovile di Trento ed i territori della famiglia Lodron.
Il rientro a Pieve di Bono
Nuvole minacciose si stagliano a nord, mi conviene quindi tornare sui miei passi nel ricalcare la ciclabile della Valle del Chiese, beneficiando stavolta del suppporto della brezza. Superato il bici grill entro nell’abitato di Condino, così da poter vedere almeno dall’esterno l’imponente pieve di santa Maria Assunta del secolo XI - XII, in bilico fra lo stile gotico e rinascimentale.
La valle si restringe mentre la lingua di asfalto taglia prati e rasenta il bosco. Dopo aver bypassato la SS237 salgo al piccolo borgo di Cimego, famoso per il mercatino di Natale. Come dicevo il tempo non promette nulla di buono dunque rimando ad una prossima occasione la visita al borgo medievale di Quartinago ed alla casa Marascalchi, il museo della civiltà contadina. Mi riallaccio alla ciclabile in prossimità della centrale idroelettrica, avendo lasciato un po’ più a valle il sentiero etnografico Rio Caino, ovvero il museo della tradizione popolare a cielo aperto. Nonostante i tuoni ed il cielo nero pece cadono solo due gocce così arrivo quasi asciutto alla sede del consorzio turistico.
In una sola giornata ho avuto modo di intendere le potenzialità di questa valle. Pian piano il territorio si sta attrezzando, anche come punti vendita ed assistenza (a Borgo Chiese, Storo e Lardaro).
La Valle del Chiese in MTB per me è una scommessa vinta.
Invito dunque gli appassionati e non solo ad impossessarsi di un patrimonio che per certi versi è ancora vergine, assolutamente accessibile e fruibile.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico