La mattina del sabato il tempo è ancora magnifico! Quale migliore occasione per provare un piccolo gran premio della montagna!
Dalla carta geografica che mi sono portato dietro appare fattibile in giornata un bellissimo anello che prevede la salita di tre colli: il Col de Castillon, che con una galleria si può aggirare intorno a 580 m di quota, il Col de Braus – 1002 m ed il Col de la Madonne de Gorbio – 927 m, per un totale di circa 80 km.
3° tappa - Giro ad anello intorno a Menton – Col de Castillon, Col de Braus, Col de la Madonne de Gorbio
Distanza percorsa: 78 km
Dislivello in salita: 2000 m
Verso le 8:30 mi metto in moto con un po’ d’acqua, un cambio e una giacca antivento per ogni evenienza.
Il lungomare di Menton è ancora poco animato, il mare è calmo e l’aria frizzantina del mattino mi mette subito allegria.
Davanti al Casinò imbocco la strada che porta a Sospel per il Col de Castillon, che lasciate le ultime case si inoltra nella macchia mediterranea e comincia a prendere quota. Alle mie spalle la valle inquadra uno scorcio di mare scintillante alla luce del mattino, mentre di fronte scorgo ben presto il piccolo borgo di Castellar, tutto costruito in pietra calcarea da colore ocra, con una piccola chiesa che si affaccia sulla vallata.
In breve arrivo al tunnel che mi permette di evitare gli ultimi 150 m del Col de Castillon e di dirigermi senza indugio verso Sospel, baricentro delle mie esplorazioni, con una breve ma divertente discesa in planata senza toccare i freni. A Sospel svolto a sinistra, verso est, per poi piegare ancora a sinistra in direzione dei Col Saint Jean e Braus.
Una piacevole stradina immersa nel verde mi accompagna dolcemente lungo una valle con qualche rara abitazione di campagna adagiata tra gli alberi; comincia a fare leggermente caldo, ma una leggera brezza attenua il senso di calore eccessivo.
Ricominciano i soliti tornanti che mi facilitano l’ascesa verso il Col de Saint Jean, che in realtà è una sella dalla quale la strada continua a salire cambiando versante senza perdere quota, e dalla quale comincio a vedere in lontananza le Alpi innevate.
Il paesaggio premia ancora una volta con le sue magnifiche prospettive dall’alto le mie umili fatiche. Continuo a salire in un bosco profumatissimo di pini passando da un versante all’altro della montagna, fino a quando la strada mi introduce in una valle superiore che conduce direttamente al Col de Braus a 1002 m di quota. Giusto il tempo di bere un po’ d’acqua, di infilarmi l’antivento e riprendere la corsa in discesa verso le Gorges de Peillon.
Lo strapiombo sul quale si affaccia ancora una volta la mia strada è impressionante: riesco a scorgere dall’alto decine di tornanti che si avvolgono su se stessi uno sopra l’altro. Sembra di osservare un lento biscione che procede strisciando lentamente adagiato sul fianco della montagna. Devo prestare molta attenzione a non consumare completamente i pattini dei freni, e quindi cerco di non prendere mai troppa velocità; un errore su una strada simile mi costerebbe la vita, dato che i muretti di protezione a valle sono alti non più di 30 – 40 cm.
Supero il paese di L’Escarene e mi abbasso ancora di quota, fino a quando imbocco la stretta stradina che ancora leggermente in discesa mi conduce alle Gorges de Peillon.
Meno grandiose di quelle de la Vesubie, ma comunque piacevoli da percorrere nella massima tranquillità in sella ad una biciletta che permette costantemente di avere la visuale completa del corso d’acqua che scorre tumultuoso in fondo alla gola formata da pareti di roccia verticale.
A La Grave de Peillon svolto a sinistra verso Peille che dista solo 6 km dal bivio. Mi rendo subito conto però che questi 6 km saranno i più ripidi di tutto il mio viaggio, con una pendenza media di circa il 10%.
Il villaggio di Peille è infatti posto in cima ad uno sperone alto circa 700 m che si affaccia su uno strapiombo profondissimo. Le costruzioni sono realizzate ancora una volta con pietra chiara del luogo, mentre i tetti, visti dall’alto, costituiscono una macchia di colore rossastro, dato che sono coperti dai soliti coppi provenzali. L’armonia e la spontaneità con cui sono disposte le case fanno pensare ad epoche nelle quali il costruire avveniva solamente in funzione delle necessità ed in pieno accordo con le esigenze dettate dal territorio naturale.
Superata Peille la strada prosegue in direzione de La Turbie, famoso paese già noto ai tempi dei Romani, e dal quale si ha notizia sia transitato Dante Alighieri.
Questo tratto è letteralmente sospeso sul baratro che lo separa dalla riva su cui sorge Peille. Poco più avanti, dietro una brusca svolta verso sinistra mi appare il bivio che indica il villaggio di S. Agnes, che conosco bene per esserci passato più di una volta con la macchina insieme a mia moglie. Ho la tentazione di continuare in direzione de La Turbie per evitare altri 300 m di salita, ma mi dico che le cose o si fanno come si deve, oppure è meglio lasciar stare. So anche che la traversata tra il Col de la Madone de Gorbio e S. Agnes è davvero spettacolare per essere direttamente affacciata sul mare ad una quota di quasi 1000 m, e quindi rompo gli indugi, e mi avvio per lo stretto vicolo che sale tortuoso e costellato di trafori scavati nella roccia fino al Col de la Madone de Gorbio con vista mozzafiato su tutta la salita che ho percorso da La Grave. Alcuni ciclisti mi fanno compagnia in questo tratto con le loro biciclette da corsa. Al colle mi fermo per la rituale bevuta e per godere dello splendido panorama che spazia lontano sulla Costa Azzurra. Mi lancio nell’ultima ripidissima discesa verso S. Agnes e poi verso Menton, danzando ancora una volta al ritmo delle infinite curve che in circa 9 km mi riportano al livello del mare.
Il viaggio in bici di Edoardo è partito da Torino ed è durato 4 giorni, se vi siete persi le prime due tappe, correte a leggerle: la prima si è svolta da Torino a Sospel, la seconda da Sospel a Menton e l'ultima tappa racconta il ritorno a casa a Torino.
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