Dopo circa un mese dall'ultimo aggiornamento da Atene, vi scrivo per raccontare la risalita della penisola balcanica in bici.
Da Atene mi sono spostato a Patrasso con i mezzi pubblici e da lì ho pedalato lungo la costa ionica fino a Saranda, in Albania. 400 km in 4 giorni, gli ultimi con tempo quasi estivo: panorami bellissimi, mare fantastico e poco traffico.
Albania... in bici?
Da Saranda ho attraversato l'Albania con 2 bus, fermandomi 3 giorni a Tirana e 1 giorno a Scutari. Proprio in Albania ho trovato un'ospitalità che fino a quel momento non potevo neppure immaginare: anche nelle case delle famiglie molto povere, all'ospite viene sempre offerto cibo abbondante e molto più di quanto il viaggiatore possa chiedere. La mikpritja è uno dei antichi valori di questo popolo, insieme ad onore, fedeltà e fratellanza, e gli Albanesi ne vanno molto fieri. “Pane, formaggio e un grande cuore”, come mi è stato detto al mio arrivo da Dardan, aspirante viaggiatore in attesa di una bici per poter partire, e dalla sua famiglia.
Incontri con altri cicloviaggiatori
Tornato in sella alla mia bicicletta (vecchia ma buona, in due mesi nessun problema a telaio e ruote, soltanto una semplice foratura...), ho continuato verso nord, attraversando il piccolo stato del Montenegro. Lì si sono alternati i paesaggi maestosi delle bocche di Cattaro e tratti di costa che invece stanno conoscendo in questi anni una massiccia cementificazione con resort turistici di lusso, che portano nel paese un crescente numero di turisti europei e soprattutto russi. In questo tratto di strada ho incrociato alcuni ciclisti, tutti diretti verso sud: alcuni si fermeranno in Grecia o Turchia, altri hanno obiettivi decisamente più ambiziosi. Tra tutti vorrei segnalare Enzo, ciclista comasco partito la scorsa estate e diretto verso Turchia, Iran... e poi chissà, magari Pakistan e Cina!
Risalendo la Dalmazia in bici
Superata Dubrovnik e le sue imponenti mura, eredità dell'epoca della Repubblica di Ragusa, ho deviato verso l'interno dei Balcani per visitare Sarajevo e Mostar, città che immediatamente rimandano alla mente la guerra del 1992-1995 e che ancora adesso è fonte di divisioni tra le tre etnie (bosgnacchi, croati e serbi) e tra le due entità federate che costituiscono la Bosnia ed Erzegovina. È triste constatare come questa regione dei Balcani, che rappresentava un modello di multiculturalismo ai tempi (che molti rimpiangono) della Jugoslavia di Tito, sia oggi così spaccata: ad esempio, a Mostar bimbi croati e musulmani frequentano scuole diverse, e ovviamente quando crescono frequentano bar diversi, ecc... Le quote etniche sono presenti in molti ambiti della vita pubblica e sembra difficile che questa intolleranza reciproca venga superata in breve tempo.
Rientro a casa in treno
Negli ultimi giorni di viaggio in bici ho pedalato nuovamente lungo la costa della Dalmazia, fino a Spalato, da dove sono tornato in Italia prendendo alcuni treni e pedalando soltanto gli 80 km che collegano Fiume a Trieste, attraversando il Carso.
La parte balcanica del mio viaggio europeo è finita e restano freschi ricordi di posti eccezionali, stimoli per conoscere ancora di più riguardo a questa zona d'Europa e soprattutto tutte le nuove amicizie che rappresentano il vero senso del viaggio. Ho ricevuto molto, spesso da chi aveva molto meno di me e non chiedeva nulla in cambio: forse ora la vera sfida, che vale di più di qualunque “impresa” ciclistica (o presunta tale), consisterà nel ripagare gli altri nella stessa maniera.
Nei prossimi giorni aggiornerò con maggiori dettagli il mio blog e la pagina Facebook
Se avete domande o volete saperne qualcosa in più, scrivetemi!
Alla prossima!
Stefano
Avete già letto gli aggiornamenti che Stefano ci ha inviato nelle scorse settimana? Seguite il suo European Journey attraverso i luoghi più belli dell'Europa
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