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Colle del Nivolet
Davide
Luogo
Piemonte
Durata
Fuggitivo (1 giorno)
Lunghezza
60 km
Percorso
Ad anello
Dislivello
2001 - 5000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
100% Asfalto
 
 
Quella al Colle del Nivolet è sicuramente una delle più interessanti salite alpine, che da un punto di vista paesaggistico non ha nulla da invidiare alle strade d'alta quota più blasonate. Ci troviamo in Piemonte e più precisamente in provincia di Torino, all'interno di un'area geografica chiamata “Canavese”.
Il fiore all'occhiello di questa gita è rappresentato dai panorami immensi e dagli ambienti glaciali e austeri che caratterizzano la seconda parte del percorso, all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

La Valle dell'Orco

L'avventura comincia a Cuorgnè (414 m), che insieme a Ivrea rappresenta uno dei centri più importanti del Canavese. Nei primi chilometri si pedala su una strada perlopiù pianeggiante, molto ampia e senza particolari attrattive. Dopo aver sfiorato Pont Canavese, la strada si insinua nella valle con un dolce falsopiano sino al paese di Locana, e successivamente, dopo alcuni chilometri di facile salita, a Noasca (1058 m).
Una volta superati questi primi 30 chilometri relativamente facili e oggettivamente monotoni, si entra finalmente nella seconda parte della salita, più suggestiva ma anche più impegnativa da un punto di vista fisico. Dapprima si affrontano i duri tornanti sopra Noasca, con pendenze comprese tra il 10% e il 15%, e successivamente un tratto pianeggiante di qualche centinaio di metri che introduce a un ripido tunnel lungo ben 3,5 km e dalla pendenza media sostenuta, sempre a due cifre! Per chi decidesse di evitarlo, una validissima alternativa è rappresentata dalla vecchia strada esterna ormai dismessa e interdetta al traffico motorizzato, altrettanto ripida e percorribile in bicicletta con le dovute cautele per via del pessimo stato dell'asfalto. Chi optasse per questa variante potrà apprezzare il lato selvaggio dell'ambiente circostante, la valle che si restringe, le falesie strapiombanti, le cascatelle impetuose e le magnifiche pozze che il torrente Orco ha scavato nel corso dei millenni.
Si ritiene doveroso fare una precisazione: dopo aver affrontato i primi 2 km della vecchia strada, si deve obbligatoriamente entrare nel sopraccitato tunnel stradale per mezzo di un'agevole apertura laterale, quindi si deve procedere all'interno del tunnel per circa 150 m (in questo tratto la galleria è finestrata e con andamento curvilineo) e poi, ponendo la massima attenzione, si deve prendere l'uscita laterale e proseguire lungo la vecchia strada per altrettanti 2 km. Pozze

Ceresole Reale

Una volta giunti al termine della vecchia strada (o, equivalentemente, all'uscita del tunnel), la parte più ripida dell'intera salita è terminata, l'ambiente cambia drasticamente e la valle si apre in tutta la sua bellezza, con una vista eccezionale sulle Levanne, montagne confinanti con la Francia. Ancora poche centinaia di metri ed ecco Ceresole Reale, paese adagiato sulla sponda settentrionale dell'omonimo lago alla quota di 1620 m. La strada pianeggiante che costeggia il lago artificiale permetterà al ciclista di ritemprare spirito e corpo in vista degli ultimi 18 chilometri, quelli scenograficamente più belli. lago di ceresole

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso

Dopo il lago di Ceresole si pedala all'interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso, vasta area protetta che si estende all'interno di due regioni (Piemonte e Valle d'Aosta) e che abbraccia diverse vallate alpine intorno alla vetta del Gran Paradiso (4061 m). La sua istituzione nel 1922, che gli è valso il primato di primo parco nazionale, è legata alla precedente presenza sabauda nel territorio (il nome del paese “Ceresole Reale” ne è un chiaro esempio) e alla salvaguardia dell'animale che ne è diventato il simbolo, ovvero lo stambecco. All'interno del parco si possono percorrere le ben conservate mulattiere e strade di caccia fatte realizzare dal re Vittorio Emanuele II nel periodo ottocentesco, nonché ammirare alpeggi, baite e villaggi dagli elementi architettonici peculiari, costruiti interamente in pietra, come Chiapili. chiapili

I laghi artificiali

Proseguendo lungo la salita, che a partire da Chiapili si presenta più accentuata, la valle si apre ulteriormente lasciando spazio ad ampie praterie e ai sempre più vicini massicci montuosi confinanti con il territorio transalpino. Inoltre, volgendo lo sguardo sul versante destro della vallata, è facile individuare la bellissima strada militare – ora sentiero Chabod (percorribile solamente a piedi e in mountain bike) – costruita nei primi anni del Novecento e che con numerosi tornanti raggiungeva il Colle del Nivolet. Con un ultimo sforzo si raggiunge la piccola chiesa della Madonna della Neve e il vicino lago Serrù (2278 m), alimentato dai ghiacciai soprastanti. Lasciando sulla sinistra le indicazioni per il sentiero glaciologico del lago Serrù, e sulla destra il Glaciomuseo, si procede velocemente sino a raggiungere l'altrettanto magnifico lago Agnel (2297 m). lago agnel

Il Colle del Nivolet

Ora basta alzare lo sguardo per capire che bisognerà stringere i denti ancora un pò; infatti mancano all'appello gli ultimi 4 chilometri di salita, distribuiti su un dislivello di ben 300 metri. La fatica si fa sentire, la quota comincia a essere elevata, ma finalmente dopo molteplici tornanti si giunge al belvedere, punto panoramico di eccellenza sull'alta Valle dell'Orco. belvedere E come per magia, basta pedalare in salita ancora per poche centinaia di metri per guadagnarsi il bellissimo traguardo del Colle del Nivolet (2612 m). Attualmente, durante i giorni festivi di luglio e agosto, è vietato il transito dei mezzi motorizzati dal lago Serrù al colle, motivo in più per respirare aria più pulita! colle del nivoletPer completare l'opera si può scendere per circa un chilometro sul versante valdostano, sino a giungere al termine della strada asfaltata, nei pressi del rifugio Savoia e dei placidi laghi del Nivolet (il collegamento viario con Aosta lungo la Valsavarenche non è mai stato completato). L'ambiente è davvero maestoso, tutt'intorno ambienti umidi ed ecosistemi delicati, mentre in lontananza svettano le cime rocciose della Grivola e del Taou Blanc, alte più di tremila metri, e persino l'unico quattromila interamente italiano, il Gran Paradiso. laghi del nivolet Un consiglio: prenditela con calma, gustati l'ambiente che ti circonda, fermati ogni tanto a scattare qualche foto (generalmente questo è il pretesto per rifiatare!), gioisci al termine della lunghissima salita e infine rilassati a lungo sui prati circostanti. Sono sicuro che quando girerai la bicicletta per tornare a casa questo posto comincerà a mancarti!
 
AGGIORNAMENTO 2019 da Sara: "dopo il passaggio del Giro d'Italia ad Aprile 2019 la vecchia statale che corre parallela al tunnel è stata completamente riasfaltata ed è in perfette condizioni. Inoltre non è più consentito rientrare in galleria come scritto in questo articolo, dato che la strada esterna è stata sistemata sino alla corrispondente fine del tunnel. Consigliatissimo fare questa variante, molto ripida ma veramente suggestiva!"
 
 
 
  • Cuorgè: il centro storico
  • Ceresole Reale: passeggiata sul lungolago
  • Glaciomuseo al lago Serrù
  • Visita del Parco Nazionale del Gran Paradiso
  • La vecchia strada del Nivolet in MTB
  • Come raggiungo Cuorgnè? In automobile da Torino, Aosta o da vie secondarie, in treno (verificare disponibilità per caricamento bici)
  • L'itinerario è segnalato? L'itinerario non è segnalato quindi consigliamo di scaricare la traccia GPS 
  • Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario si trovano diverse fonti d'acqua soprattutto nei paesi  
  • Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso è asfaltato e in buono stato

Dove dormire lungo l'itinerario del Colle del Nivolet?

Lungo il percorso è possibile dormire in strutture nelle principali località attraversate come Locana e Ceresole Reale. Se preferisci un intero appartamento, controlla le alternative su AirBnB

  • Cosa mangiare lungo l'itinerario? La cucina tradizionale canavesana propone bagna cauda, tofeja, stracotti di selvaggina, tajarin
  • Dove mangiare lungo l'itinerario? Lungo l'itinerario puoi fermarti in trattorie tipiche e rifugi
Ultima modifica: 03 Giugno 2024
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Leo

Viaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide Dolomiti del suo Trentino, sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, dopo un anno di Working holiday in Australia e dieci mesi in bici nel Sud est asiatico, ora sogna la panamericana... sempre in bici, s'intende!

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@Sangioss sì, in effetti è un grosso cambiamento ma ormai necessario. Ci sono tanti aspetti che ancora possono essere migliorati ma ...
grazie mille per l'aggiornamento, sapevo dei cambiamenti perché già quando la stavamo pedalando noi qualche anno fa erano in corso ...
osservazioni giustissime Gianmaria! Di sicuro filo e guaina nel freno meccanico hanno molta importanza nel garantire una buona scorrevolezza e ...
Ciao Leo, più che un restyling sembra un cambiamento profondo sotto tutti gli aspetti e, come ogni cambiamento, coglie alla ...
 
 

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