Il tempo minaccioso di stamattina e la ricerca di una caffetteria dove far colazione ci fanno affrontare questa prima parte della giornata con calma da bradipi. Lasciata Castro Marina, sita sulla costa della Puglia, raggiungiamo Uggiano città del pane. Abbiamo notato con folle divertimento che qui i segnali stradali di Stop sembrano posizionati un po' a caso: per esempio sulla statale provinciale sono posti degli stop per dare precedenza a chi esce dai vari garage o villette poste lungo la strada. Bizzarro no? Ma dopotutto, pensandoci con attenzione, è un modo intelligente per far rallentare gli spericolati che circolano ad alte velocità non appena trovano un tratto di strada asfaltata diritta! A Melpignano ci ritroviamo in Piazza San Giorgio dove sorge l'omonima chiesa e una sorta di resti di antico colonnato. E' l'ora di una pausa caffè e ci stupiamo dell'estrema curiosità e gentilezza degli abitanti del paese, un avventore del bar addirittura, sentendomi parlare del Giro d'Italia, mi procura la Gazzetta dello Sport per permettermi di leggere l'articolo riguardante l'ultima tappa. Prima di lasciare il borgo, decidiamo di visitare l'interno della Chiesa di San Giorgio: imbiancata probabilmente di recente, questo luogo religioso conserva molti affreschi in perfetto stato ed addirittura un paio di quadri elegantemente rifiniti da cornici dorate che fanno ricordare all'attento osservatore le esuberanti icone russe.
A due passi da Melpignano incontriamo Corigliano D'Otranto dove si può ancora toccare con mano uno dei pochi esemplari di quercia vallonea ancora presenti in territorio salentino. Questo albero venne importato dal 900 all'anno 1000 dai saraceni e dai monaci greci, i Calogeri. Il suo frutto fu largamente impiegato nell'arte della concia ossia lavorazione e trasformazione delle pelli. Dal 1979 è protetto dall'Unesco e questo esemplare solitario presente a Corigliano ha il tronco del diametro di un metro ed un'altezza di circa 15 metri. Nell'antico borgo feudale di Corigliano svetta ancora il maestoso Castello De' Monti del XVI secolo, è visitabile gratuitamente e spesso vengono organizzate delle mostre. Il maniero è cinto da mura dotate di fossato che percorre l'intero perimetro. Dopo un tuffo nel periodo dei feudi, ritorniamo ai giorni nostri visitando la cittadina di Galatina (eh sì come le gustose caramelle al latte!!!) che si presenta ben più grande degli altri centri salentini. La piazza principale con la Chiesa matrice nel centro è adorna di numerose pasticcerie e nel giro di due incroci incontriamo quattro differenti chiese, insomma i fedeli hanno senz'altro ampia scelta sul luogo dove seguire la funzione religiosa della domenica! Nei pressi di Galatina non poteva mancare la cittadina di Galatone, dove però decidiamo di non soffermarci troppo, giusto una rapida sosta in un caseificio sulla strada che lascia l'abitato per acquistare un paio di trecce di mozzarella fresca, davvero paradisiache!!! Viaggiamo in direzione del mare, ma per poterci finalmente rilassare su una dorata spiaggia salentina, siamo costretti ad attraversare numerosi paesi più o meno estesi, ma tutti molto simili fra di loro. Dopo aver oltrepassato anche Nardò dove speriamo di poter ritornare nel corso del viaggio, vediamo all'orizzonte il mar Ionio, ma per una buona mezzora non riusciamo a raggiungerlo perchè la foga di arrivare alla meta il più presto possibile ci fà sbagliare strada e così, smarriti nelle stradine della campagna pugliese, sognamo solo di poterci gustare la nostra mozzarella sdraiati in una pineta. La sabbia bianca della spiaggia di Sant'Isidoro, un posto davvero piacevole della costa della Puglia per il manto sabbioso, l'acqua cristallina e la pace che si respira in queste giornate fuori stagione (nonostante ci sia qualche resto di precedente picnic sparso qua e là!), si offre il luogo ideale per pranzare respirando salsedine e odore di luoghi lontani trasportato dalla brezza marina.
Due simpatici cani selvatici si avvicinano timidi per ricevere un pezzo di pane e, dopo aver testato la nostra bontà d'animo, decidono di restare con noi sulla spiaggia per il resto della sosta. Maciniamo chilometri lungo la costa e viaggiando in direzione sud, incontriamo il Parco di Porto Selvaggio e Palude del Capitano, nome allettante per un'esplorazione della zona. Non riusciamo a trovare un parcheggio nei dintorni così proseguiamo fino alla località Santa Caterina dove deviamo verso destra per entrare nell'abitato e dove riusciamo a sostare nella tanto ambita pineta per riposarci. Io non sono eccessivamente stanca e ho voglia di seguire il sentiero che risale la pineta verso Torre dell'Alto e Villa Tafuria. Il tracciato è leggermente in salita ma interamente in ombra ed in meno di 15 minuti conduce a questa torretta di avvistamento costruita in posizione strategica per l'osservazione del litorale circostante. Proseguo oltre la Torre Santa Maria dell'Alto verso la Villa chiamata Tafuria che riesco malapena a scorgere circa quattrocento metri più avanti. E' chiusa al pubblico e i giardini sono interamente recintati. Tornando verso l'auto prendo una deviazione del sentiero verso sinistra dove un cartello indica la presenza della Grotta di Capelvenere, ma rimango delusa dalla sporcizia presente all'entrata. E' tardi e decidiamo di rientrare a Castro Marina, ma la giornata non è ancora finita e neanche le nostre visite. Dall'alto della collina ci attrae come una calamita la località di Castro che domina con il suo castello l'intero circondario. Ci inerpichiamo con l'auto fino alla piazzetta principale del centro storico e percorriamo il breve tragitto fra le viuzze e le case bianche addormentate che ci conduce al castello (a quest'ora tarda ormai chiuso!), al vecchio palazzo vescovile e al belvedere su Castro Marina. E' abbastanza tardi e pensiamo sia conveniente tornare al residence perchè domani sarà un'altra giornata intensa!
Per continuare a seguire le nostre avventure nel Salento potete saltare alla pagina riepilogativa Viaggio nella Puglia più lontana. Buona lettura!
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