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Viaggio in bici sui Pirenei: da Le Grave a Dronero | Parte 7
Scritto da elio61
Durante la notte sono stato svegliato da un temporale, ma questa volta la tenda ha tenuto perfettamente. Il rumore dell'acqua sul telo e il vento hanno fatto da sfondo ai miei pensieri per un po di tempo. Mentalmente ho rivisto sequenze di queste giornate trascorse in assoluta libertà: alcuni luoghi, i campeggi , le persone incontrate, la bandiera dell'ANFISC nei posti più significativi, un pensiero alle persone che portano le malattie per le quali l'Associazione combatte, episodi che mi sono capitati divertenti e tristi.
Una serie di pensieri come in un sogno, non collegati l'uno all'altro ma facenti parte dello stesso contesto, il viaggio.
La Grave - Fontgillarde
La mattina, appena apro la tenda resto deluso. Una fitta nebbia avvolge il campeggio, non si vede letteralmente un tubo! Batto subito in ritirata e mi infilo di nuovo nel sacco a pelo, nel suo tepore, sono indeciso sul da fare, aspettare o cominciare a sistemare il bagaglio. Decido per una via di mezzo. Rimango ancora un po' al calduccio e poi con calma faccio colazione e faccio fagotto. Quando parto la nebbia è ancora li insistente, fa anche parecchio freddo e devo salire subito il Col du Lautaret di 2058 m. Lo scorso anno scendendo dal col du Galibier sono arrivato proprio in cima al Lautaret, così oggi una volta scollinato, ripercorro la stessa strada fino a Briancon. La nebbia mi accompagna fitta fino sopra il passo, poi scendendo, piano piano lascia il il posto un sole splendente.
Le montagne fantastiche di queste zone fanno da cornice alla strada, guardo solo con la coda dell'occhio l'asfalto che mi scorre sotto le ruote, tanto sono preso dal contemplare quelle cime molte volte macchiate di bianco dei ghiacciai. Lo scorso anno a Briancon ho cominciato la salita al col d'Izoard, oggi invece, lo aggiro allungando la strada, voglio cominciare la salita al colle dell'Agnello, riuscire magari a dormire in quota e non importa se non trovo un campeggio. Le notti in alta montagna con il cielo limpido sono estasianti. Poco prima del bivio per il colle dell'Agnello trovo un castello arroccato su una roccia, con sullo sfondo le imponenti cime che fanno da confine con la nostra Italia, qualcosa di eccezionalmente bello, dove c'è addirittura una via ferrata per potervi salire. 21 km mi separano dall'Italia e dalla cima dell'Agnello e cerco di godermi questa montagna il più possibile.
Salgo tranquillo, cercando di cogliere ogni sfumatura del cielo, dei prati, delle rocce, sembra una natura incontaminata e sono rapito dalla sua bellezza. Dopo 10 km, in una borgata di poche case trovo anche un piccolo ma bel campeggio, quota 1900m, sono stato davvero fortunato.
Spaghettata al pesto e punto la sveglia alle 2 della mattina... Voglio perdermi con lo sguardo tra le stelle.
Fontgillarde - Dronero
Alle 2 di mattina suona la sveglia, mi copro bene perchè fa un gran freddo ed esco dalla mia cuccia, vado verso il posto più buio del campeggio e solo allora alzo la testa verso il cielo. Straordinario. Appena l'occhio si abitua all'oscurità, le stelle che vedo sono in numero infinito, infinitamente belle, pulsanti, vive, lo sguardo si perde la mente si placa, diventa una meditazione, dedico questo cielo alle persone che per me sono speciali.
La mattina il compiuterino della bici indica 3 gradi, infatti mani e naso si sono congelati preparando il bagaglio, e nonostante la partenza in salita faccio fatica a scaldarmi. Una montagna stupenda il col dell'Agnello; già alla sera, vista l'altitudine, i boschi hanno lasciato il posto ai prati che adesso si stagliano contro l'azzurro del cielo e i panorami infiniti. Questa mattina, come la notte del resto, il silenzio che regna è assoluto, solo qualche canto di uccello o qualche rara macchina che passa, la mia compagnia sono il fruscio delle ruote sull'asfalto ruvido e il mio respiro. Salgo, ogni tanto mi fermo per fare qualche foto, vorrei non dover abbandonare così presto un posto così pieno di suggestione.
I pensieri vanno anche al viaggio che sta per concludersi, sono quasi arrivato in cima all'ultima montagna, la più bella senz'altro, qui regna una pace assoluta, l'aria è frizzante, il panorama a perdita d'occhio sulle Alpi mi rapisce la mente, sono a mio agio. L'unico neo (simpatico) è che prima di arrivare al passo mi hanno sorpassato un gran numero di vespe, scortate da delle macchine con lampeggiante. Senz'altro belle, specialmente quelle più vecchie, ma altrettanto puzzolenti, tanto che mi sono fermato per non respirare a pieni polmoni l'odore degli scarichi, un tocco di colore alla montagna ma anche di smog.
Su al confine, in cima al passo, il freddo è accentuato da un forte vento, che però mi da una mano a mantenere tesa la bandiera dell'ANFISC, mentre una delle poche persone li presenti mi fa una foto. La discesa sul versante italiano è un stretto e ripido budello molto divertente, lascio andare un po' la bici e faccio qualche piega alla Valentino, ma ad un certo punto, dopo che sento scivolare la ruota posteriore, decido che forse è meglio rallentare e godersi in salute gli ultimi chilometri del viaggio. Sono arrivato alla pianura e la strada verso Dronero scorre tra frutteti di meli e aziende agricole.
Adesso, dopo 21 giorni di viaggio in bici, devo tornare alla vita normale, casa, lavoro aspettando il fine settimana per scappare un po' in bici o a piedi sulle montagne, mi sto risvegliando da un bellissimo sogno, di quelli che vorresti non finissero mai. A Dronero mi aspetta il signor Belliardo, titolare di un negozio di mobili, il quale gentilmente, mi ha custodito in un suo garage la macchina.
Il mio viaggio in bici tra Alpi e Pirenei finisce e mentre mi faccio la foto con l'autoscatto mi ripassano per la mente molti fotogrammi, momenti vissuti di questi 21 giorni. Sono sicuro che anche questo viaggio mi lascerà qualcosa dentro, forse anche qualche cambiamento o consapevolezza su me stesso, sono sicuro che non bastano due gambe per fare un viaggio, ma servono la passione, la curiosità, la voglia di scoprire nuovi posti, nuove persone.
A casa mia sorella mi aspetta per una succolenta e meritata cena, e allora via veloce in autostrada verso casa, portando con me il bagaglio di una nuova meravigliosa esperienza che mi servirà a distrarre la mente dai problemi quotidiani
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Potete leggere gli altri racconti del mio viaggio in bici attraverso i Pirenei: la prima parte da Dronero a Carcassonne, la seconda parte da Quillan a Sort, la terza parte da Sort a Navarrenx, la quarta parte da Navarrenx a Monfort, la quinta parte da Monfort a Genolliac e la sesta parte da Genolliac a Le Grave. In questa occasione ho un motivo in più per pedalare: il supporto alla Onlus A.N.FI.S.C. che persegue l'intento di far riconoscere alcune patologie trascurate dalle istituzioni.
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elio61
Fin da ragazzo ho gareggiato in bici con discreti risultati. Dopo una buona "carriera" con i cicloamatori ho deciso di cambiare la maniera di pedalare e fare un viaggio in bici. Mia nipote aveva un ristorante a Berlino e per sfottermi, mi invitava a salire in bici per prendere un caffè, così 4 anni fa,una mattina mi sono presentato al bar del ristorante chiedendo briosche e caffe'... :-) :-) . Entusiasta del viaggio, l' anno dopo ho fatto la ciclabile del Reno e Olanda, lo scorso anno sono stato zona Stelvio a vagabondare per i passi prima con la bici e poi con zaino e scarponi e quest' anno il Giro delle Alpi che mi ha lasciato un bellissimo ricordo per la sua bellezza
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico