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Abruzzo Trail in bici, gravel tra Mar Adriatico e Gran Sasso
Recentemente io e Fra abbiamo partecipato al Mags Experience Abruzzo Trail, un evento attraverso l'Abruzzo in bici che viene organizzato con cadenza annuale da uno staff affiatato di appassionati di avventure in bicicletta. È bastata una mail da parte degli organizzatori abruzzesi per farci scattare la molla e cominciare a sognare le grandi montagne e gli spazi sconfinati all’interno di uno dei parchi nazionali più famosi d’Italia. Abbiamo preparato i nostri bolidi a pedali in tempi record e li abbiamo caricati sul treno per un “viaggio della speranza” di più di dieci ore, pronti per cominciare l'Abruzzo in bici, un’avventura ricca di fascino al cospetto del Gran Sasso!
Abruzzo in bici, gravel e MTB sul Mags
MAGS, acronimo di Mare Adriatico Gran Sasso, è uno dei molteplici trail - in questo caso creato per scoprire l'Abruzzo in bici - che hanno preso piede da qualche anno in Italia e che stanno spopolando tra gli appassionati di avventure wild, dai ciclisti più votati alla performance sportiva e in grado di pedalare anche la notte a quelli più tranquilli come i sottoscritti, che amano assaporare alla luce del sole ogni singolo momento condividendo fatiche, soddisfazioni, albe e tramonti indimenticabili.
L’organizzazione capitanata da Mattia, Moreno e Catia e coadiuvata da uno staff di grande competenza, ha intuito il grande interesse sia per il mondo della MTB che del gravel, istituendo così due percorsi:
• percorso gravel (unsopported)
• percorso MTB (unsupported e supported)
Io e Fra abbiamo optato per la prima scelta, con l’intento di gestire in completa autonomia le diverse giornate di pedalata e portando con noi tutto il necessario per il campeggio (tenda, materassino, sacco a pelo) escluso il fornelletto. Inoltre, la presenza di molto asfalto, ha fatto sì che potessi montare le borse posteriori sulla mia MTB front, una configurazione di carico da cicloturismo classico decisamente poco efficiente nel mondo dei trail, ma che a posteriori si è rivelata discretamente valida (parere strettamente personale). Fra invece ha utilizzato la sua fedele Salsa Fargo con sistema bikepacking, a cui è tanto devoto.
Abruzzo Trail: il nostro itinerario gravel
Ora è giunto il momento di raccontarti il nostro Abruzzo in bici tappa per tappa, anticipandoti che in corso d’opera abbiamo fatto alcune deviazioni al percorso originale per venire incontro alle nostre esigenze (trovare una trattoria per pranzare, aggirare dei tratti tagliagambe...). Il percorso è veramente tosto, lungo e dal dislivello importante. Lo abbiamo affrontato con il nostro ritmo in quattro giorni tra la calura quasi insopportabile a ridosso del mare e il fresco della piana di Campo Imperatore: un anello completo aggirando in senso antiorario il massiccio del Gran Sasso.
Il Mags Experience Abruzzo Trail è un progetto nato con l’obiettivo di valorizzare le bellezze della regione abruzzese, dal mare Adriatico al Gran Sasso passando per borghi storici, parchi, riserve naturali, luoghi dove è ancora radicata la cultura agreste e i sapori locali. Io e Francesco abbiamo affrontato questo percorso in Abruzzo in bici quasi nella sua interezza, facendo delle deviazioni al tracciato originale per motivi strettamente personali: affaticamento, ricerca di luoghi per pranzare, volontà di salire all’osservatorio di Campo Imperatore. La traccia gps scaricabile si riferisce proprio a questo nostro viaggio. Invece la traccia ufficiale è in continua evoluzione e cambia di anno in anno. Per maggiori informazioni, consigli e quant’altro, puoi rivolgerti direttamente all’Organizzazione dell'evento.
Tappa 1: Città S. Angelo – Rifugio Faiani
79 km | 2150 m |Asfalto 80% - Sterrato 20%
Alle 7 del mattino del 2 luglio arriviamo nella località pescarese Città S. Angelo per la colazione con tutti i partecipanti e la presentazione ufficiale dell’evento da parte dell’organizzazione. Dopo la classica foto di rito, partiamo verso le 8 seguendo la traccia gps che ci è stata fornita. Attraversiamo gli stretti vicoli del centro storico, situato alla quota di 320 m in cima a una collina, che si può fregiare del titolo di uno dei borghi più belli d’Italia. Cominciamo a scendere tra vie secondarie perdendo dislivello sino a raggiungere il litorale costellato da stabilimenti balneari. Proseguiamo con scioltezza lungo la ciclabile scambiando qualche parola con un partecipante d’eccezione, Lorenzo Barone, l’unico in grado di apprezzare un clima così caldo e afoso dopo le temperature siberiane a cui è stato in contatto fino a poco tempo fa.
Alle porte di Pineto si devia verso l’entroterra cominciando a salire su ripido sterrato fino ai graziosi paesi di Mutignano e Atri (442 m), un super inizio per questo nostro Abruzzo in bicicletta. Le cose cominciano a farsi serie e la progressione viene intervallata da numerose soste alle varie fontane per dissetarsi. All’uscita da Atri si apre davanti a noi uno spettacolo: il massiccio del Gran Sasso che si concede per foto a ripetizione. È così lontano e si erge con slancio e imponenza dalla distesa infinita di colline lavorate dall’uomo, quasi a ricordarci la sua natura alpina piuttosto che appenninica. Si distinguono molto bene le cime del M. Camicia, del M. Prena e del più conosciuto Corno Grande (2912 m).
Entriamo nella riserva naturale regionale Oasi WWF Calanchi di Atri pedalando su un divertente sterrato in discesa fino a guadare il torrente Piomba e risalire faticosamente fin nei pressi di Villa San Romualdo, punto dove tra una chiacchiera e un’altra veniamo raggiunti da altri partecipanti, compresi quelli del gruppo MTB supported (assistito da furgone per i bagagli e prenotazione strutture).
Manca poco a Castilenti, paese dove io e Fra decidiamo di fermarci per pranzare in tranquillità. Dopo un’ora di pausa ritorniamo a solcare le strade entrando nella provincia di Teramo, affrontando la salita in vista di Castiglione Messer Raimondo, posizionato di fronte al paese di Montefino.
A parte la quota sempre bassa e il caldo al limite della sopportabilità, questa prima parte di Mags ci sta entusiasmando: ogni angolo riserva una vista sui borghi arroccati e sulla natura selvaggia che si ritaglia i suoi spazi tra abitazioni e campi coltivati. Dopo un divertente sterrato con saliscendi impegnativi, guadiamo il torrente Fino per poi immetterci sulla strada per Bisenti – patria di Ponzio Pilato – e Arsita, dove facciamo provviste. Dopo quest’ultimo paese si materializza la maggiore difficoltà di giornata, accennata dagli organizzatori poche ore prima: una sterrata tortuosa e ripidissima di circa due chilometri, caparbiamente affrontata tutta in sella con il peso delle borse.
Qualche ora fa eravamo al mare, mentre ora ci troviamo alla base del versante orientale del massiccio del Gran Sasso. Sto perdendo il concetto di distanza mentre entro in una crisi profonda da fame, sete e stanchezza che mi accompagnerà negli ultimi chilometri di salita, fino al rifugio Faiani (940 m), luogo dove monteremo le nostre tende per la prima notte di questo Abruzzo in bici.
Tappa 2: Rifugio Faiani – Fonte Cerreto
87 km | 1950 m |Asfalto 95% - Sterrato 5%
Il primi raggi di sole arrivano molto presto e alle 7 del mattino abbiamo il presentimento che anche questa seconda giornata del nostro Trail in Abruzzo in bici si presenterà calda! Smontiamo le tende e partiamo verso le 8 del mattino, diretti verso il primo paese per far colazione. Alla nostra sinistra si presenta lo spettacolo delle pareti rocciose illuminate dal sole, con il Corno Grande in evidenza, mentre noi, tra strada asfaltata e tratti di sentiero a spinta, procediamo verso nord-ovest. Lungo una sterrata ci coglie di sorpresa una famigliola di cinghiali intenta a scorrazzare pacificamente nel bosco. Arriviamo a Isola del Gran Sasso d'Italia, pronti per una colazione di mezza mattina, prima di inforcare nuovamente le biciclette per affrontare una salita abbastanza dolce che passa sotto l’autostrada (grande via di comunicazione che a pochi chilometri da qui si immerge nelle viscere della montagna per sbucare sull’altro versante ad Assergi, nei pressi de L’Aquila).
A Tossicia – l’antica capitale della valle Siciliana – decidiamo di svoltare a destra verso Montorio al Vomano (262 m) impegnati nella ricerca di una trattoria tipica per assaggiare le specialità gastronomiche locali. Questa località non è toccata dal trail, il quale invece attraversa Azzinano, il paese dei murales e dei giochi di una volta. Il suo centro storico è affrescato da murales frutto della vivacità naif di artisti provenienti da ogni parte dello stivale. Peccato averlo saputo tardi, sarà per la prossima volta!
Rifocillati per bene, ripartiamo diretti alla sorgente del fiume Vomano, situata nel cuore del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Ci aspettano 35 chilometri di salita con un dislivello di 1200 m circa e una pendenza pressoché costante del 3%. La valle dove scorre il suddetto fiume è molto articolata, con curve e controcurve, ben pedalabile, immersa nel verde con paeselli abbarbicati sulle alture più improbabili. Salendo facciamo tappa a tutti i bar e fontane, incontrando Daniele, un altro ragazzo intento come noi a percorrere l’itinerario gravel. Per fortuna ora possiamo fregiarci del titolo di maglia nera non più in due ma in tre! Tra soste all’ombra, rinfrescate e scatti fotografici oltrepassiamo il confine provinciale di Teramo entrando nel territorio de L’Aquila; raggiungiamo Ortolano (1027 m), un gruppo di case oltre il quale il clima, per fortuna, diviene più fresco e gradevole.
Superato il lago artificiale di Provvidenza entriamo in un mondo completamente differente: la vallata si apre con una visuale sulle montagne circostanti, sui boschi tipici delle quote di montagna e sul vicino lago di Campotosto, di cui però si intravede solamente la diga. Dietro sorge Amatrice e più a nord la catena del monti Sibillini, dove nel 2018 abbiamo percorso il G.A.S. in MTB.
Mentre Daniele si accinge a salire su un ripido sterrato (traccia ufficiale), io e Fra proseguiamo su asfalto sino al valico delle Capannelle (1300 m) intercettandolo poco più avanti a 1455 m di quota, punto più alto della tappa odierna.
Completamente appagati, scendiamo ad Assergi evitando pure la deviazione sterrata della valle del Vasto, che proprio in questo momento il gruppo MTB supported sta cominciando ad affrontare; l’ultimo scoglio sarà rappresentato dalla breve, ma dura salita al campeggio di Fonte Cerreto, al termine di una seconda e lunga giornata sui pedali che si concluderà con una meritata cena a base di arrosticini.
Tappa 3: Fonte Cerreto – Rifugio Racollo
47 km | 1350 m |Asfalto 40% - Sterrato 60%
Nei primi due giorni dell'Abruzzo Trail in bici abbiamo percepito due sfaccettature di questa regione, quella costiera e collinare delle province di Pescara e Teramo (versante est) e quella più montana e pascoliva della provincia de L’Aquila (versante ovest). Oggi andremo alla scoperta dell’Abruzzo più autentico, della cultura agreste e dei classici paesi di sassi arroccati sui versanti.
Partiamo da Fonte Cerreto, luogo che brulica di turisti intenti a salire all’osservatorio di Campo Imperatore con la funivia. Su strada e sentiero raggiungiamo quota 1420 m in un ambiente aperto con una gran vista a 360°. Ci immergiamo in un fantastico pianoro (Piano di Fugno) che accoglie il piccolo lago Filetto ed è subito sosta foto e video con il drone. Al termine di questa conca ci affacciamo su un morbido versante costellato da diverse ondulazioni su cui si insinua lo sterrato che dobbiamo percorrere. Davanti a noi L’Aquila e i diversi gruppi montuosi che la circondano, con il monte Ocre e il monte Sirente dalla classica forma appiattita.
Pedaliamo in un ambiente fantastico e solitario, dove salite e discese si intervallano regolarmente tra un campo di lenticchie e paesaggi aperti.
Dopo aver superato la Selva di Barisciano (1300 m), una discesa anticipa un tratto ripidissimo prima dell’arrivo a Santo Stefano di Sessanio (1251 m), un bellissimo paese dalle abitazioni in pietra e che fa parte del circuito del borghi più belli d’Italia. Qui ci fermiamo per pranzare, chiaramente con i piatti tipici della tradizione abruzzese.
Una volta completato il nostro lauto pranzo, ci dirigiamo nei piccoli e stretti vicoli di questo paesello, che brulica di turisti, per scoprirne la sua essenza. Dopo una decina di minuti di visita, lasciamo alle spalle questo gioiello per intraprendere la strada che sale verso Campo Imperatore fino al primo tornante, dove svoltiamo a destra. Uno sterrato di un certo impegno ci permette di raggiungere uno dei simboli d’Abruzzo: Rocca Calascio, piccolo borgo medievale sovrastato dalla Chiesa di Santa Maria della Pietà e dal castello sommitale a 1460 m di altitudine, ridotto in ruderi a seguito del terremoto del 1703, ma restaurato tra il 1986 e il 1989 per una riqualificazione a livello turistico. Sede di uno dei set cinematografici del film Ladyhawke, questo luogo incantato domina la valle del Tirino e l’altopiano di Navelli a poca distanza dalla piana di Campo Imperatore, con panorami che si perdono a vista d’occhio.
Lasciata ormai alle spalle quella che è considerata una delle rocche più alte d’Italia, scendiamo su sterrato fino a intercettare l’asfalto nei pressi del Piano di San Marco e dell’area archeologica Colle della Battaglia; in seguito saliamo al vicino Castel del Monte, chiamata la capitale dei pastori per via della tradizione legata alla transumanza, borgo più bello d’Italia e gemellato con Soncino, cittadella fortificata lombarda in cui transita la Ciclabile delle città murate.
Con gran fatica, stemperata ogni tanto da pause ristoratrici, affrontiamo impegnativi saliscendi sterrati sulle pendici del monte Bolza fino a raggiungere la meritata ricompensa: lo spettacolo della Piana di Campo Imperatore illuminata al tramonto! Una distesa prativa immensa e pacifica, con le mucche al pascolo e il Corno Grande che svetta in fondo a quello che viene definito il piccolo Tibet d’Italia.
Dopo mezz'ora di sosta in contemplazione scendiamo alla piana e decidiamo di pernottare al rifugio Racollo, evitando così di montare la tenda in un luogo aperto e battuto dal vento notturno.
Tappa 4: Rifugio Racollo – Città S. Angelo
104 km | 1650 m |Asfalto 75% - Sterrato 25%
Cena tipica, stellata incredibile, ventaccio gelido. La mattina ci svegliamo e il cielo si presenta terso, così la mia idea di salire all’osservatorio di Campo Imperatore può diventare realtà (un’altra deviazione rispetto al percorso originale).
Lascio le borse laterali in rifugio mentre Fra decide di salire carico, nonostante si debba tornare dalla stessa strada. Attraversiamo la piana trovandoci al cospetto dell’intero massiccio del Gran Sasso, dal monte Camicia al Corno Grande passando per il monte Prena, tutte cime calcaree.
Dopo alcuni rettilinei pianeggianti e in leggero falsopiano con vento a favore, affrontiamo gli ultimi e difficili tornanti fino all’osservatorio, posto a quota 2130 m. La gioia è immensa e il panorama sulle vette e su L’Aquila è incredibile.
Torniamo al rifugio Racollo con la felicità stampata sul volto e, una volta montate le borse posteriori sulla mia bici, ci congediamo dai rifugisti per proseguire a scoprire l'Abruzzo in bici. Attraversiamo la parte orientale della piana fino a intercettare il bel sentiero che si sviluppa lungo il Canyon dello Scoppaturo. Usciti da questo dedalo di curve divertenti tra pareti rocciose verticali che custodiscono la grotta della Valianara, torniamo sulla strada asfaltata fino a giungere al rifugio Ricotta.
Ci voltiamo più volte per ammirare questo ambiente fatto di pascoli, praterie alpine sconfinate e vette imponenti dai connotati più alpini che appenninici.
Ci inoltriamo in un bosco di conifere lungo la sterrata della valle Strina fino a scollinare sopra il paesello di Villa Santa Lucia degli Abruzzi, nei pressi di Capo Serre (1700 m).
Cambiamo versante affrontando il divertente sentiero di discesa fino alla piana del Voltigno tra boschi di latifoglie e un altopiano costellato di mucche al pascolo. Qui, nella valle d’Ombra, percepiamo il cambio di morfologia nonché di clima, da montano (siamo a 1462 m) a “collinare” influenzato dalla vicinanza del mare. Ormai il Gran Sasso resta un ricordo e il veloce sterrato ci conduce nei pressi di Villa Celiera, in provincia di Pescara.
Percorrriamo la valle d’Angri alternando settori sterrati e asfaltati, sempre divertenti, soprattutto perché quasi esclusivamente in discesa. Un cartello ci indica che stiamo uscendo dal parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (habitat dell'orso marsicano), che ci ha cullato per gran parte di questo trail.
Il bel sentiero pedalabile che costeggia il fiume Tavo conduce verso la riserva naturale regionale Lago di Penne, anticipando la micidiale rampa fino all’omonimo paese. Dopo una sosta doverosa riprendiamo a pedalare e, consapevoli del tardo orario, facciamo una deviazione più veloce lungo la strada provinciale fino a concludere in salita il nostro Abruzzo in bicicletta a Città S. Angelo, accolti dall’organizzazione festante con una birra fresca.
- Il centro storico di Città S. Angelo
- La pista ciclabile lungomare tra Silvi e Pineto
- La riserva naturale regionale Oasi WWF Calanchi di Atri
- I panorami sul massiccio del Gran Sasso
- Godersi tramonto dalla piana di Campo Imperatore
- Visitare Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio, Castel del Monte
- Attraversare il canyon dello Scoppaturo
- Fare un giro in barca sul lago di Penne
- Come raggiungo Città S. Angelo? Puoi raggiungere Città S. Angelo con l'automobile attraverso l'autostrada A14 uscendo a Pescara Nord e prendendo la strada provinciale SP1 per qualche chilometro. Noi abbiamo usufruito del servizio ferroviario fino a Silvi e poi siamo saliti al paese lungo la strada provinciale
- L'itinerario è segnalato? Si tratta per buona parte di un itinerario permanente, ma se vuoi seguire il nostro tracciato ti consiglio di scaricare la traccia GPS
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario è possibile trovare fonti d'acqua, soprattutto nei paesi. Nei mesi più caldi e afosi è opportuno portare con sé scorte aggiuntive di acqua
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso si svolge in prevalenza su strade asfaltate secondarie, sterrate e qualche tratto di sentiero
- Lungo il percorso è possibile dormire in strutture, campeggi o rifugi come il Racollo dove abbiamo trascorso anche noi una notte
- Poni attenzione alle leggi italiane in merito alla possibilità di fare campeggio libero o bivacco
- La cucina tradizionale abruzzese propone spaghetti alla chitarra con pallottine, arrosticini, salsicce di fegato di maiale, scrippelle, zeppole aquilane e piatti a base di pesce.
- Abruzzoturismo: il portale turistico dell'Abruzzo
- Discover Abruzzo: portale turistico con informazioni su attività sportive, musei, parchi, agriturismi e tempo libero
- Quilaquila: portale di informazione turistica della provincia de L'Aquila
- Pescarain: portale turistico su Pescara e dintorni
- TeramoTurismo: portale turistico della provincia di Teramo
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico