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Anello in MTB a bocca di Trat dal Garda
L'Alto Garda Trentino è sempre stato un territorio denso di percorsi per mountain bike tosti e suggestivi da pedalare anche fuori stagione ma pensare di arrivare a 1600 m di quota in inverno non era un'ipotesi fino a qualche anno fa. Invece in questo fine anno secco e soleggiato ci siamo spinti fino al rifugio Pernici a Bocca di Trat da Riva del Garda senza trovare neve. Gran bel giro tosto ma appagante.
In questo articolo
Piste ciclabili tra Arco e Riva del Garda
Partendo da Arco, nei pressi dello stadio, imbocchiamo subito la pista ciclabile Valle dei Laghi che unisce il lago di Toblino a Torbole, dirigendoci verso quest'ultima. La pedalata fluida e pianeggiante è l'ideale per scaldare la gamba in vista delle lunghe salite che ci attendono più tardi. Si segue il fiume Sarca fino alla sua foce, passando ai piedi del versante orientale del monte Brione e restando sempre su sede propria.
Giunti sulle sponde del lago l'itinerario ciclabile è, a tratti, promiscuo e anche a Dicembre il traffico di turisti e pedoni impone un po' di prudenza e attenzione. La ciclabile tra Torbole e Riva del Garda resta sulle sponde del lago fino al centro dove noi attraversiamo le strette viuzze con i mercatini di Natale spingendo la bici. Oltre la Rocca e il porticciolo si può risalire in sella per imboccare la ciclopedonale Lungolago D'Annunzio, collegamento recente che conduce al sentiero Ponale e su cui già campeggia la scritta che segnala il punto di partenza dell'ancóra inesistente Ciclovia del Garda.
Il sentiero Ponale e la ciclabile della val di Ledro
Una vecchia strada divenuto sentiero leggendario per i turisti amanti dell'outdoor che popolano la "busa" in ogni periodo dell'anno. Partendo dalla periferia sud-occidentale di Riva del Garda inizia questo percorso abbarbicato alle rocce a strapiombo sul lago, in un'alternanza evocativa tra balconi panoramici e tratti in galleria. Il monte Baldo domina l'orizzonte sulla sponda opposta del Garda mentre si sale costantemente su uno sterrato ben battuto.
Raggiunto l'ingresso nella valle del torrente Ponale, ormai già in quota, si oltrepassa il ristorante Ponale Alto Belvedere realizzato sulla strada già nel XIX secolo e oggi ristrutturato. Poco oltre si incontra il bivio verso Pregasina e, volendo, il passo Rocchetta e i mille percorsi presenti sui pendii delle Alpi Ledrensi.
Noi proseguiamo a tornanti verso la valle di Ledro e ben presto raggiungiamo il recente collegamento che permette di evitare un tratto di statale, passando sulla sponda meridionale del torrente con due rampe, una in discesa e l'altra in salita. Percorse poche centinaia di metri sulla provinciale che scende da Pregasina si ritrova l'itinerario protetto e sterrato della ciclovia della val di Ledro. La via del Ponale in questo tratto segue il torrente con pendenze più dolci fino a Pré, oltre il quale si impenna un po' per raggiungere Molina di Ledro.
Attraversato il paese il percorso ciclopedonale prosegue, sempre sulle sponde del torrente Ponale che esce dal lago poco più a monte. Giunti poco prima del museo delle Palafitte, ci immettiamo su via Maffei dirigendoci verso la spiaggia Best sul lato orientale del lago. Una meritata pausa al sole, con una temperatura insolitamente gradevole per essere fine dicembre, ci permette di rifocillarci prima di affrontare la pista ciclopedonale che corre attorno alle sponde del lago.
In questo periodo dell'anno è meglio restare su questa sponda, più soleggiata, mentre in estate ti suggerisco di pedalare la sponda opposta meno frequentata e più fresca.
Passata la zona dei campeggi, si imbocca la via Belvedere per raggiungere Mezzolago. Qui si può notare la partenza della condotta forzata che porta acqua alla monumentale centrale idroelettrica Ponale di Riva del Garda: i lavori vennero "conclusi" da D'Annunzio che fece detonare le ultime mine.
A Mezzolago il percorso torna sulle sponde del lago, attraversando di nuovo la statale per restarci fino a Pieve di Ledro.
Val Concei e rifugio Pernici a bocca di Trat
Lasciate le sponde del lago si abbandona anche la ciclabile della val di Ledro che proseguirebbe verso il lago d'Ampola e si entra in paese a Pieve. Dopo essersi districati tra le viuzze, si imbocca via Sant'Antonio che presto diventa ciclopedonale e conduce all'imbocco della val Concei.
Sulla sponda opposta della valle si ammira Bezzecca e il colle di S. Stefano, noto per le tante trincee presenti ma soprattutto legato alla figura di Garibaldi che giunto fin qui venne fermato dalla ragion di stato e scrisse l'8 agosto 1866 nel palazzo Cis la celeberrima parola: "Obbedisco".
Noi invece disobbediamo alle nostre gambe che ci vorrebbero ordinare di girarci e tornare sui nostri passi e proseguiamo verso Locca, Enguiso e Lenzumo pedalando ora nel traffico (irrisorio) della strada di valle. Prima di entrare nell'ultimo paese seguiamo la nuova segnaletica sperimentale che indica il tour verso Bocca di Trat.
A proposito, trovo lodevole il tentativo di utilizzare una segnaletica completa di informazioni dettagliate sul percorso come Difficoltà Tecnica, Difficoltà Fisica, Livello di Pianificazione ed Esposizione. In realtà a un primo sguardo questi cartelli sono, a mio parere, piuttosto incomprensibili ma si basano sullo standard ITRS (International Trail Rating System) e presentano anche delle bacheche informative all'inizio del percorso (oltre ai QR code) per esplicitarne una legenda completa.Sono cartelli sperimentali installati per ora solo in val di Ledro e Tremalzo e sul sito di Garda Trentino è presente un questionario che ogni biker dovrebbe compilare per dare utili informazioni sull'efficacia di tale cartellonistica. Come detto, a mio parere è un po' difficile da digerire all'inizio ma se dovesse diffondersi in varie località note nella comunità di mountain bikers e noi pedalatori facessimo il nostro per impararla, potrebbe essere un'ottima soluzione. Questa la legenda completa in inglese:
Dal bivio ci attendono sette chilometri di salita piuttosto impegnativa fino a Malga Trat e gli ultimi due chilometri sterrati verso bocca di Trat e il rifugio Pernici. La strada sale con pendenze costanti a tornanti, dapprima nel bosco e poi con panorami più aperti. In questa stagione pazzesca troviamo del ghiaccio solo nelle ultime centinaia di metri e nel breve tratto di deviazione dal percorso che conduce al rifugio.
Una fetta di torta e una birretta ci fanno festeggiare il raggiungimento, non senza difficoltà, del valico!
Single track verso Capanna Grassi
Siamo pronti per gettarci a capofitto nel bosco. La faggeta ai piedi del rifugio Pernici è meravigliosa in tutte le stagioni e anche in inverno, con gli alberi spogli, fa il suo bell'effetto. In terra un letto di foglie marroni e alto due spanne ci suggerisce prudenza sul sentiero, pendente ma mai troppo tecnico.
Il sentiero di discesa da Bocca di Trat a malga Grassi e poi a Campi è l'unico tratto di questo itinerario che presenta qualche difficoltà tecnica e mi fa sconsigliare il percorso a una bici gravel mentre chi è un po' esperto lo può affrontare con cautela con una adventure bike rigida con coperture, a mio parere, almeno da 2".
Tornando al sentiero, man mano che si avanza si dovrà fare attenzione alle rocce nascoste dalle foglie ma ben presto si incontra una forestale più ampia che veloce e sgombra, conduce all'ampio parcheggio di Capanna Grassi. La malga, rinomata e conosciuta per l'ottima cucina, si trova sulla sponda opposta della conca e il percorso qui devia verso destra superando il ponticello sul torrente per passare proprio di fianco alla malga. Se si vuole evitare una breve risalita e il single trail verso Campi, qui è possibile proseguire dritti sull'asfalto che sale dalla località rivana.
La stanchezza accumulata e il fondo un po' smosso mi fanno cedere e spingere un centinaio di metri in salita poco oltre Capanna Grassi ma poi il percorso torna a essere pedalabile e si immerge di nuovo nel bosco. Il seguente sentiero, sistemato e addolcito da una serie di tornanti, fa parte del progetto Outdoor Park Garda Trentino e ci conquista con il suo andamento flow.
Campi e la vecchia strada della "pinza"
Un'ultima picchiata, prima su sentiero e poi su forestale scassata, ci porta in località Campi, un bel borgo immerso nel verde e avvolto da faggete e castagneti dove vengono raccolti i pregiati maroni DOP dell'Alto Garda.
Subito oltre le sparute case, ci si immerge nuovamente nella natura più selvaggia con una vecchia strada ormai divenuta carrareccia che inizialmente prosegue in saliscendi dolce e divertente sulle pendici a strapiombo sulla valle e poi si getta a capofitto verso Riva del Garda. L'imbrunire, viste le giornate brevi, è ormai alle porte quando affrontiamo le ultime pendentissime rampe in cemento verso il fondovalle.
Questa strada, denominata della Pinza, era una delle antiche porte di accesso alla valle di Ledro dal lago di Garda, quando non era ancora presente la strada della Ponale (che venne realizzata nel 1851).
Per rientrare ad Arco raggiungiamo presto viale Trento seguendo poi la pista ciclabile che fiancheggia la strada per poi raggiungere San Giorgio e seguire le strade secondarie nelle campagne tra Riva ed Arco.
Si chiude così un itinerario tosto dal punto di vista fisica ma non da quello di vista tecnico e dalla grande varietà di panorami e suggestioni, in una delle aree più apprezzabili dai bikers, soprattutto fuori stagione quando non è presente la ressa dei mesi primaverili/estivi.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico