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Dalle cave di Carrara al mare di Lerici in bici tra Toscana e Liguria
Scritto da Gotico
In questa calda e soleggiata giornata di luglio abbraccerò un vasto territorio, facendo cicloturismo dalle cave di Carrara al mare di Lerici, rimbalzando dalla Toscana alla Liguria ed ancora in Toscana. Farò tappa nel parco regionale delle alpi Apuane per poi gettarmi letteralmente a mare presso il castello di Lerici.
Questo ampio giro su strade asfaltate e poco trafficate permette di comprendere la complessità di un così ricco paesaggio (siamo pur sempre in Italia, dove ogni luogo è unico). Indubbiamente in zona esistono percorsi per la mountain bike ma ora come ora mancano le indicazioni sul territorio e neppure gli enti locali mi sanno aiutare con mappe specifiche. Per il momento sono presenti indicazioni per escursioni a piedi sui sentieri grazie al CAI, ma sono convinto che in un futuro prossimo attori privati e pubblici si attiveranno nella promozione delle ruote grasse.
Le cave di marmo di Carrara
In principio non avevo considerato il parco naturale regionale delle Alpi Apuane; sarebbe stato un enorme sbaglio non salire a Campo Cecina, mi sarei perso un grande spettacolo…
Parto verso le 9.00 dal mio appartamento con piscina dopo aver fatto colazione; il cielo è azzurro come il mare e la temperatura adeguata, godendo ancora del fresco mattutino. Risalgo via Gignola verso Fosdinovo per poi prendere a sinistra la SS446 e subito a destra la SP73dir in direzione Carrara. La strada sale costante con dolci pendenze nel bosco sulla collina ad est del paese, con alcuni scorsi sulla piana sottostante, per poi spianare e mantenersi alla quota di 650 metri. Dopo quasi 7 chilometri, al secondo bivio sulla sinistra inizia la salita alla località di Campo Cecina sulla SP59.
Non sono l’unico ciclista, infatti con mio estremo piacere vengo affiancato da Lorenzo che in bici da corsa è giunto da Pontremoli, la porta della Toscana; ho modo così di parlare ad un autoctono della mia esperienza e delle mie sensazioni in Lunigiana, dal punto di vista ciclistico e non. Stiamo pedalando su una delle strade asfaltate che si elevano maggiormente in zona, sino a 1300 metri, stando per lo più nel bosco ma con ampi squarci che ci permettono di vedere e toccare il mare.
La salita, dove il passaggio delle auto è consentito, non presenta pendenze importanti, quindi è ottima sia per l’allenamento che per la lenta esplorazione. Il bosco è costituito da querce, carpini e faggi (la faggeta attraversata è fantastica). Piazzale dell'Uccelliera, una sorta di parcheggio a poche centinaia di metri dalla nostra meta, Campo Cecina, è il punto panoramico per eccellenza sulle sottostanti cave sino a Carrara, la sua marina ed il mare. Non entro nel merito delle note polemiche (sulla strada e sui muri di contenimento sono diversi gli slogan inneggianti la chiusura delle cave); mi limito a dire che mi trovo in un posto unico ed i suoi bianchi marmi vennero utilizzati da un certo Michelangelo Buonarroti.
Tre sono i bacini di estrazione: Colonnata, Fantiscritti e Torano. Dal piazzale ho una visione privilegiata sul bacino di Torano, quello più lunare, vista la profonda frantumazione di numerose sezioni della montagna. La secolare attività estrattiva ha provocato tagli e fratture sino a quote alte, ricoprendo di cascate di detriti numerosi versanti ed aprendo le tipiche vie a zig zag. In questa maniera si è creato un paesaggio minerario singolare, incomparabile.
A Campo Cecina ci sono la fontana, alcune statue, la partenza di alcuni sentieri e l’accesso al rifugio Cai Carrara. Dal parcheggio ci sarebbe modo di proseguire lungo una strada sterrata allo scopo di scrutare da una diversa prospettiva le cave di Carrara ma densi nuvoloni risalgono dal mare per fare da cappello ai crinali. Non posso fare altro che discendere dalla via fatta all'andata.
La lunga discesa verso la pianura
Mi porto al precedente incrocio ed a destra ritorno in direzione di Fosdinovo. Fatti 12 chilometri sulla sinistra scorgo una minuscola strada che appare abbandonata ma in realtà da essa salgono dei motociclisti. È la SP23, col bosco attorno che pare fagocitarla.
Mi affascina questa dimensione selvaggia, sembra di stare in Indiana Jones, ma tutto cambia dal paese di Vallecchia. Improvvisamente vengo colto da una vampata di calore e dall’assordante frastuono delle cicale. La strada, ora ben tenuta, serpeggia in un esteso uliveto, con le tele già stese tra gli ulivi per la raccolta.
Senza rendermene conto sono entrato in Liguria ma il paesaggio non cambia, infatti sulle colline insistono tutta una serie di paeselli arroccati pittoreschi, spesso cresciuti attorno o in prossimità di un castello, come Castelnuovo Magra.
L’ampia pianura del fiume Magra che sfocia nel mar Tirreno è intensamente coltivata e punteggiata di abitazioni di recente costruzione; una disuniforme zona residenziale nella quale bisogna districarsi. Per un breve tratto percorro pure la via Francigena nella direzione di Aulla ma ben presto la lascio per percorrere un tratto della SS1. La cosa importante è puntare il promontorio del monte Caprione e la foce del Magra per poterlo attraversare sull’ultimo ponte disponibile. A tale scopo dalla statale svolto a sinistra su Via Alta ed utilizzo un trafficato viadotto per superare l’autostrada. La via prosegue dopo la discesa sulla destra costeggiando il fiume, le sue marine ed i rimessaggi sino al fatidico ponte. Sull’altra sponda il paese di Cafaggio fa da trampolino per la seconda salita di giornata.
In bici sul promontorio sino al mare
La voglia di mare è tanta ma me la devo sudare. Punto il paese di Ameglia svoltando a sinistra sulla SP38. Ameglia è l’ennesimo gioiellino, un nucleo colorato che sprigiona un senso di sicurezza ed appartenenza.
In riserva di acqua chiedo a due bambini dove posso trovare una fontana. Essi mi conducono lungo una stretta via pedonale, con la pavimentazione a mattoni disposti a lisca di pesce, sino alla piazzetta della Pieve di San Vincenzo Martire, ho così una bella vista sulla vallata e sulle Alpi Apuane da dove arrivo, queste ultime avvolte da pannose nubi.
La salita è semplice su strada ampia nel bosco, il dislivello da superare è di poco superiore ai 200 metri. Fa sempre più caldo e le cicale ricominciano a farsi risentire. Non mi fermo a Montemarcello, uno dei borghi più belli d’Italia, perché richiamato dal mare che oramai percepisco anche nell'aria ma la carrozzabile per svariati chilometri rimane in quota con un sali e scendi un po’ stancante. Finalmente vengo ripagato nel migliore dei modi, con una straordinaria vista sul golfo dei Poeti sulla cui riva, adagiato col suo castello su di uno sperone di roccia, sta il borgo di Lerici.
Seguendo le indicazioni stradali arrivo nella scenica piazza Giuseppe Garibaldi, dall’aspetto tipicamente italiano, e quindi sui frangiflutti sotto il castello di Lerici, per una breve sosta balneare ampiamente meritata, in compagnia di Elisabetta, la quale mi ha raggiunto per battezzare il mare con numerosi tuffi.
Il mare, quando è calmo come oggi, regala serenità, energia e riposo. La nuotata è d’obbligo come poi il gelato.
È un luogo ricco e vivace, me ne rendo ancora più conto pedalando nel suo centro ed osservando le tante barche ormeggiate.
Il rientro da Sarzana
Risalendo lungo le vie principali, Marconi e San Francesco, riprendo la strada fatta in discesa dunque all’incrocio col distributore svolto a sinistra sulla SP331 in direzione Sarzana. È senza ombra di dubbio il tratto più trafficato per quanto tutto sommato breve, circa 6 chilometri, per poter arrivare al centro di Sarzana. Interessante, quasi all’inizio, il passaggio in una sorta di budello vallivo ai cui lati spuntano i soliti paesotti arroccati, poi invece attenzione perché si deve utilizzare un viadotto per attraversare il fiume Magra e l’autostrada.
Sarzana anche oggi, come in passato, è una città di confine essendo posta in posizione strategica tra la Liguria, Toscana ed Emilia. Attraversata dalla via Francigena, divenne in epoca medioevale un centro di primaria importanza. Visito un po’ di fretta Piazza Matteotti e la lunga via che mi conduce alla porta Romana. Ora capisco perché qui a Sarzana si tiene il Festival della mente.
Esco da Porta Parma e fatti pochi metri giro a destra per costeggiare il torrente Calcandola. Questa via mi accompagna ai piedi della collina che quindi devo scalare. È la terza ed ultima salita di giornata, sotto un sole tagliente ed ammantato di sudore. In qualche punto rientro in Toscana mentre due caprioli fanno capolino sul selciato. La strada sale a volte ripiegata su se stessa, a volte con pendenze più accese ma non oltre il 10%.
La sagoma di Fosdinovo si avvicina ed al tramonto risulta seducente e romantica.
Percorsi nella storia, nel sacro, nella natura primitiva ed addomesticata: tutto questo è cicloturismo dalle cave di Carrara al mare di Lerici, ma in bici le possibilità sono infinite...
Una nota di merito va all’accoglienza ed al buon cibo.
La chicca finale sta nel vedere ed apprezzare, presso la trattoria dove abbiamo cenato prima di tornare a casa, un gruppo tribute Pink Floyd!
Quinta Terra
Dormire a Fosdinovo
La Quinta Terra è una esperienza completa: azienda agricola a conduzione famigliare, la trattoria nel centro di Fosdinovo e cinque appartamenti fra Fosdinovo e Tellaro.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!