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Una fuga nostrana sulla ciclovia della pianura | FVG4
Cosa fare se si hanno tre giorni liberi e si è soli a casa?
Un bel giro in bici per andare a trovare amici lontani è la risposta giusta! Così oggi dopo pranzo, in un pomeriggio di sole, parto da Staranzano in sella alla mia fedele bici alla volta di Pieve di Soligo, in Veneto, per andare a trovare Angela, una mia cara amica d’ infanzia e suo marito Fabio...
Pedalando tra gelsi e pannocchie
Il sole scalda ancora bene e mi fa illudere di essere ancora in estate tanto che pedalo in canottiera. Dopo soli 10 km arrivo al primo confine del viaggio, un confine blu per dirla alla Rigatti, perché attraverso il fiume Isonzo proprio nella zone dove al fiume sacro alla patria confluisce il fiume Torre.
Sono ora in provincia di Udine e senza continuare sullo stradone trafficato per Cervignano taglio per la Cortona, scorciatoia tra campi ed aziende agricole che mi porta fino a Ruda, il cui campanile dall’alto della sua guglia metallica mi fa da faro durante questa mia prima navigazione a visita nella campagna friulana. Da Ruda la Strada del Vino di Aquileia mi conduce su una bella ciclabile assolata fino ad Aiello, il paese delle meridiane, chiamato così a ragione perché di questi orologi solari nel centro abitato ce ne sono bene 82! Qui la ciclabile (che da questo punto diventa il tracciato FVG4, almeno secondo Opencyclemap) corre verso Joannis regalandomi fantastici scorci dell'Ara Pacis che svetta nel suo bianco silenzio sul colle di Medea.
A Privano incrocio la FVG1 che dalla lontana Tarvisio scende fino Grado e che nel mio casa su un comodo sterrato mi accompagna fino Palmanova, la città fortezza a forma di stella a nove punte creata durante il dominio Veneto. Approfittando del sole ancora caldo mi godo un buon caffè in un bar storico con vista sulla bella piazza centrale mentre consulto la mappa per il prossimo tratto. Per uscire dalla città e tornare sulla FVG4 passo prima attraverso una delle grandi porte fortificate che difendevano la cittadina e poi utilizzo i bei sentieri ciclabili che corrono sui bastioni cittadini.
L’ idillio però dura poco perché devo attraversare un nodo autostradale e per farlo devo utilizzare il sovrappasso della trafficata strada Napoleonica per poter infine giungere a Gonars. Arrivato in paese sosto qualche minuto per conoscere un po’ di più una triste pagina della storia friulana. In questo paesino infatti, durante la seconda guerra mondiale, era stato creato un campo di concentramento per civili jugoslavi in seguito all’occupazione italiana della regione jugoslava di Lubiana. Molti civili sloveni e croati hanno trovato qui la morte e d ora per ricordarli non resta che un una statua memoriale nel cimitero del paese.
Pedalando sempre con il sole in faccia passo Castions di Strada dove mi premuro di procurarmi la merenda che consumo poco dopo in tutta tranquillità nei campi con la sola silenziosa compagnia dei gelsi centenari a lato del sentiero. Mentre il sole comincia a scendere i paesi scorrono via veloci: Flumignano, Flambro, Visco, Bertiolo rimangono alle mie spalle mentre arrivo finalmente a Passariano, proprio di fronte alla splendida Villa Manin.
Il complesso della villa con i suoi porticati bianchi è ogni volta un bello spettacolo, specialmente oggi che si staglia contro il cielo limpido ed azzurro. Dopo aver pedalato il perimetro delle sue mura silenziose mi dirigo lesto verso Codroipo per una meritata pausa: ho voglia di un buon aperitivo e di mettermi addosso qualcosa di pesante!
Per San Vito al Tagliamento, meta della mia prima giornata di fuga mancano ormai pochi chilometri, ma il tramonto mi sorprende ancora per strada, sull'argine del Tagliamento, nella tranquillità dei campi, regalandomi un attimo di relax prima di affrontare il trafficato stradone per S. Vito al buio. Arrivo infine sano e salvo da Francis Edi, il mio contatto Warmshowers che mi ospiterà stasera. E’ una signora molto simpatica e dopo una meritata doccia ceniamo assieme gustando le sue ottime creazioni culinarie e chiacchierando fino a tardi di viaggi in bici e moltissimi altri argomenti!
Cosa non si fa per un buono Spritz Aperol
Francis oggi mi dà il buongiorno con una super colazione proprio adatta a un cicloviaggiatore! Con la bocca piena di biscotti e brioches facciamo le ultime chiacchiere prima della partenza e così alle 8.00 quando monto in sella neanche il cielo plumbeo e l’ aria umida riescono a scoraggiarmi, anche se non sembra più estate come ieri e posso scordarmi di pedalare di nuovo in canottiera! In piazza a S. Vito, con la scusa di un secondo caffè, mi fermo in un bar per stendere la mappa sul tavolo e controllare il percorso di oggi, sotto lo sguardo curioso di tre vecchietti, già con il loro bicchiere di vino sul tavolo. Oggi continuerò a seguire la FGV4, fino a Pordenone, Sacile e Caneva. Lasciato S. Vito attraverso Casarsa della Delizia, paesino natale di Pier Paolo Pasolini e fino a Fiume Veneto pedalo tranquillo su strade secondarie incrociando nel mio andare anche il fiume Sile, al cui fianco scorre un’altra interessante ciclovia. Per entrare a Pordenone devo invece imboccare la Pontebbana, un brutto stradone trafficato senza corsia ciclabile dove le auto mi sfrecciano accanto incuranti.
Per fortuna l'incubo dura poco perché il centro cittadino invece e tutta un'altra storia: pieno di piste ciclabili, parchi e con un centro storico vivo e pieno di locali... se non fosse per il tempo grigio sarebbe il posto ideale per un aperitivo!
Uscito da Pordenone mi ritrovo di nuovo a pedalare su stradine secondarie fino a Porcia e Sacile, di cui solo sfioro il centro tirando così dritto verso Caneva. Qui la FVG4 finisce ma io continuo seguendo l’Itinerario Pedemontano Pordenonese , o IPP, che mi fa appunto zigzagare sui primi rilievi della pedemontana. Vista l’ora ed i posti tranquilli approfitto per una pausa pranzo tra le vigne per riempire lo stomaco e ricontrollare la cartina. Infatti, tra qualche chilometro, finirà pure l’IPP ed io dovrò iniziare a pedalare “a vista” in direzione di Conegliano. Finiti i panini mi rimetto in sella veloce perché il cielo si sta velocemente tingendo di grigio: le uniche cose colorate attorno a me sono le gialle esplosione dei topinambur in mezzo ai campi di mais ormai secchi. A Conegliano in centro città, sulla riva del fiume Monticone incrocio con sorpresa la ciclabile che da Monaco scende a Venezia, l’INTERWEG. Trovata la nuova guida la seguo fedelmente fino Susegana, dove passo proprio vicino al suo bel castello, adagiato su un colle e circondato da tantissimi vigneti. Qui siamo nella terra del Prosecco e questi pittoreschi vigneti nelle loro vesti autunnali sono un bellissimo biglietto da visita!
A Colfosco viro verso destra per seguire la strada provinciale che corre tra le colline ed il greto del fiume Piave per arrivare dopo gli ultimi 10 km di salita alla mia meta finale: Pieve di Soligo.
Dopo aver raggiunto la piazza posso finalmente concedermi l’aperitivo finale tanto agognato (che qui non può essere altro che uno Spriz Aperol!) in attesa di incontrarmi con la mia amica Angela!
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico