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Giro del Monviso: 1° tappa dal Rifugio Barbara al Jervis
E' ancora notte quando balziamo in auto silenziosamente con i nostri zaini (sempre troppo pesanti!!!) da trekking. Siamo assonnati e non abbiamo voglia di parlare ma soltando di raggiungere presto la prima destinazione di questa avventura estiva, la Val Pellice. L'autostrada è sgombra ma la 600 non và oltre i 140 km senza simulare un decollo, il finestrino è abbassato a metà e l'aria frizzantina del mattino ci scompiglia di capelli non facendoci rimpiangere l'umidità diurna della città. E' ancora piuttosto presto quando da Pinerolo imbocchiamo la statale verso la valle. Da Villar Pellice la strada, stretta e tortuoso, si impenna ricordando la popolare Scanuppia trentina così amata dai ciclisti sprezzanti della fatica estrema. L'auto fa fatica, temo di doverla abbandonare qui sul ciglio della strada... sfortuna vuole che proprio nelle prime ore del giorno, altri due ragazzi su un'altra vettura scendessero proprio lungo la stessa strada. Paura, terrore, tensione: vado in retromarcia per cercare uno slargo e farli passare ma non è così facile come sembra. Alla fine riusciamo a stringerci contro la parete rocciosa e i due, tranquilli come mai, passano oltre. Il rifugio Barbara Lowrie è silenzioso e, apparentemente, deserto anche se, dopo qualche minuto, riusciamo a scorgere dei movimenti al suo interno. Iniziamo la salita: il sentiero si stacca subito dietro il rifugio e continua abbastanza dolce fino al colle Barant, 650 metri di dislivello dopo... Le nostre spalle e la schiena non sono affatto abituate a trasportare un gran peso anche se, in tutta sincerità, devo ammettere che ci eravamo autoconvinti che un giorno di prova girando in circolo per casa trasportando lo zaino pronto alla partenza, potesse servire... illusi!!! Si fatica, si suda ed, in certi istanti, si arriva anche ad annaspare, ma il colle di Barant e lì davanti a noi e sembra così vicino da rincuorarci. Una volta in cima, ben oltre il Pian delle Marmotte, la vista è bellissima. Il Colle Barant si trova a 2373 metri di altitudine ed è un luogo praticamente privo di inquinamento luminoso quindi, per questo grande merito, ha la denominazione di Parco delle stelle. Si raggiunge in circa 2 ore dal parcheggio del Barbara Lowrie e, durante l'apertura, è possibile dormire proprio nell'omonimo rifugio Barant. Dopo attimi di intensa contemplazione del panorama, spinti anche dal forte vento che qui sembra intensificarsi forse anche a causa del passaggio di una valle all'altra, ci rimettiamo in marcia in direzione della Conca del Prà camminando lungo una vecchia strada militare a tornanti che scende inesorabile. Presso la conca si trova un parco botanico visitabile anche se forse, come noi all'inizio rimarrete piuttosto sorpresi da questa presenza insolita!!! Altri 650 metri di dislivello in discesa e, appena oltre il letto del torrente Pellice, si trova il Rifugio Jervis dove decidiamo di trascorrere questa prima notte di trekking! Il tragitto dal rifugio Barbara Lowrie al rifugio Jervis non è difficoltoso ed il dislivello da superare è minimo, ma la novità del pesante zaino sulle spalle ci ha fatto faticare davvero! Domani sono certa che andrà meglio, ma nel frattempo ho solo voglia di mangiare qualcosa e buttarmi su un comodo materasso!!! Al Jervis ci servono zuppa e un secondo piatto completo... non potevamo chiedere di meglio!!!
Il trekking del Monviso si svolge in 6 tappe fra Piemonte e Francia, se vuoi, puoi visualizzarle tutte tornando alla pagina del Giro del Monviso!!!
Il Rifugio Barbara Lowrie si trova a quota 1753 metri ed è facilmente (si fa per dire...) raggiungibile in automobile. E' possibile pernottare visto che è fornito di 24 posti letto o mangiare tutti i giorni a partire da maggio fino a fine estate! Il Rifugio Jervis si trova nella Conca del Prà a 1732 metri ed è sempre aperto. Dispone di molti posti letto suddivisi in camerette (1-4 posti) e camerate (da 8 a 17 posti letto). Si mangia bene! Il rifugio Jervis ha il salone principale coperto dal servizio wi-fi!
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Vero
ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!
EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico