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Altopiano della Gardetta in bici: avventura su strade militari
Il percorso seguito sull'Altopiano della Gardetta in bici adventure è uno degli anelli d'alta quota più spettacolari che abbia percorso negli ultimi anni, tra strade militari del Vallo Alpino e un sentiero finale su cui testare la propria tecnica di guida. Le Alpi Occidentali, anche in questa occasione, non hanno tradito le aspettative.
In questo articolo
Si sale dalla Val Maira
Il punto di partenza di questo itinerario è la Borgata Preit, frazione del comune di Canosio in Valle Maira, già oltre i 1500 m di quota. La prima parte del percorso si svolge su asfalto e affronta una salita piuttosto impegnativa ma altrettanto suggestiva tra le rocce, fino a raggiungere il Colle del Preit (2076m), nei pressi del quale si trova l'agriturismo La Meja e una fontana dove, eventualmente, rifornirsi di acqua.
Poco prima, vicino al parcheggio di fine strada, si possono vedere i resti di alcune trincee in pietra usate dalle truppe sabaude a metà del ‘700.
Il Colle rappresenta anche la porta d'accesso all'Altopiano della Gardetta e da qui in poi i panorami si aprono sulle alte vette. L'asfalto lascia spazio allo sterrato delle infinite vie militari delle Alpi Occidentali. Noi abbandoniamo il carrellino di Nala nei pressi dell'agriturismo e procediamo senza: da qui in poi lei può farcela da sola e noi torneremo a recuperarlo nel pomeriggio.
Verso il rifugio Gardetta
Teniamo la destra al colle e ci inoltriamo tra pascoli d'alta quota dove fiori d'ogni colore coprono l'orizzonte prativo. La strada sale, ma mai troppo dura. Dopo tre chilometri di ascesa tra le rocce dolomitiche tutt'attorno, a un bivio svoltiamo a destra per raggiungere presto il rifugio Gardetta (2335m). Uno spuntino mattutino non si nega a nessuno e ci sediamo all'aperto per riposare un po'. Dopo aver consultato le mappe appese alle pareti, riprendiamo il percorso tagliando per una traccia di sentiero che ci riconduce presto al bivio poco sotto.
Strada militare sull'Altopiano della Gardetta
Ripresa la strada militare, proseguiamo tra guglie affilate. Di fronte a noi il Bric Servino (2425m) e il Monte Cassorso (2776m) ci dimostrano tutta la loro imponenza mentre saliamo verso il Colle Cologna. Il fondo è battuto e le rocce non ci infastidiscono. Nala ci cammina a fianco evitando la strada e godendosi la morbida superficie erbosa, dove spuntano campanule e garofanini. Le genzianelle a bordo strada ci scortano nella nostra avanzata mentre tra una roccia avvistiamo anche le ormai rare stelle alpine.
Tra le rocce, un cielo turchese e panorami idilliaci, raggiungiamo il colle Cologna (2395 m) e subito dopo il colle Margherina (2408 m). Sfioreremo il colle anche al ritorno ma per ora teniamo la destra, sempre sulla strada ex-militare che ci porta verso gli edifici abbandonati delle caserme della Bandia. Questo agglomerato ormai in rovina fa parte del progetto denominato Vallo Alpino, la grande opera difensiva a ridosso della Francia in previsione della Seconda guerra mondiale che venne poi abbandonata a partire dagli anni '80.
Passato il col Bandia appena oltre le caserme, la strada militare prosegue pianeggiante e lo fa fino al colle Valcavera dove incontra la strada che sale da Demonte, in valle Stura di Demonte. Noi però svolteremo prima.
Ma prima di proseguire nella narrazione dell'itinerario in bici sull'Altopiano della Gardetta, merita sottolineare come queste vallate facciano parte delle Vallate Occitane piemontesi, area dell'Italia occidentale dove si parla la lingua occitana o lingua d'oc.
Colle d'Anoccia e single trail ai piedi della rocca la Meja
Prima di giungere al termine della strada militare incontriamo un bivio sulla sinistra e lo imbocchiamo, procedendo di nuovo in salita. Il fondo è decisamente peggiore di prima ma la larga curva che sale ai piedi del Becco Grande (2775 m), asseconda le linee di livello. Solo l'ultima serpentina ci impegna prima di raggiungere il colle d'Anoccia (2533m).
Questo è il punto più alto raggiunto dall'itinerario e anche quello con la panoramica più spettacolare su tutto l'Altopiano della Gardetta e sull'imponente sagoma della rocca La Meja (2830 m) che qui mostra tutto il suo splendore. Ci tuffiamo in discesa e presto raggiungiamo il lago La Meja, più una piccola pozza in realtà. Poco oltre, di nuovo verso il colle Margherina, si incontrano altre casermette in rovina. Nei pressi del colle dove siamo passati anche in precedenza, prima di raggiungere la strada, si tiene la destra imboccando il sentiero che si intravvede ai piedi de La Meja nel mezzo del prato.
Il percorso si fa decisamente più tecnico e ci si mettono anche le vacche che calpestano il fondo fangoso e creano profondi crateri. Nala è timorosa ma con noi al suo fianco prende coraggio e prosegue tra le manze che non la considerano nemmeno. Attraversato il prato, il sentiero si infila tra le rocce e pedalarlo con la bici adventure che abbiamo scelto per l'occasione non è facile (in realtà siamo di rientro da un viaggio di due giorni in Francia al col du Parpaillon e questo altopiano è stato organizzato all'ultimo viste le previsioni meteo spaziali).
Se fino al rientro al colle Margherina il percorso era fattibile anche con una bici gravel, qui una MTB sarebbe sicuramente consigliata e le nostre Bombtrack Beyond 1 se la cavano soffrendo un po'.
Il percorso resta molto panoramico e divertente e solo in rare occasioni siamo costretti a scendere di sella e spingere. Un ultimo passaggio un po' tecnico ci fa raggiungere la malga Gias della Margherina dove ritroviamo una strada sterrata.
Rientro al col del Preit
Stranamente oltre al ponte sul torrente una breve risalita ci fa provare il brivido di avere un tratto di asfalto. Ma l'emozione dura poco e ritroviamo lo sterrato per chiudere un'ultima gobba e ritrovarci in men che non si dica all'agriturismo La Meja: sfruttiamo l'occasione per sfamarci con del formaggio fuso e polenta prima di recuperare il carrellino di Nala e riprendere la via verso Preit, seguendo la strada pedalata in salita all'andata: in men che non si dica abbandoniamo l'Altopiano della Gardetta e ci tuffiamo di nuovo verso la valle Maira, chiudendo un percorso entusiasmante e altamente panoramico.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico