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Istanbul-Atene in bici dalla Turchia alla Grecia

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Un viaggio in bici dal Bosforo al Pireo, tra le due città principali di Turchia e Grecia. Il percorso di due amici da Istanbul ad Atene lungo il mar di Marmara, la Tracia e giù fino al Peloponneso.

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I cicloviaggi con Francesco scandiscono inesorabili lo scorrere degli ultimi anni. Dopo il tour italico del 2021 e quello iberico del 2022, per il 2023 torniamo a puntare verso est, lungo la rotta balcanica. Ed alla fine sarà ancora più ad est rispetto alle previsioni iniziali.

Infatti, considerando una durata e quindi una percorrenza inferiore agli anni precedenti, stabiliamo di partire il 13 maggio da Gorizia, ripercorrendo a ritroso quello che era stato il tour del 2014, ovvero la costa croata, quindi il Montenegro e l’Albania. Questa volta però andremo oltre Durazzo e, scendendo lungo la costa albanese, arriveremo in Grecia, quindi giù per il Peloponneso per poi risalire verso la meta finale Atene, dove ci aspetta il volo di rientro fissato per il 5 giugno.Volo per Istanbul

Messa a punto delle bici, liste dei materiali collaudate e implementate, organizzazione e dettagli vari ci accompagnano all’imminente partenza. Inesorabilmente tutta la prima parte di maggio è caratterizzata da un meteo alquanto instabile e le previsioni sono tutt’altro che incoraggianti. Scandagliamo con illusione ogni sito internet possibile, ricevendo sempre lo stesso impietoso verdetto: ci attende almeno una settimana di pioggia e temporali, che significa quantomeno pedalare lungo tutta la Croazia in condizioni avverse.

Due giorni prima della partenza Francesco, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e da subito non particolarmente entusiasta di ripercorrere nuovamente la Croazia, mi propone di bypassare il maltempo con un volo per Istanbul da dove sarebbe quindi iniziato il nostro tour, sempre con meta Atene. Il repentino cambio di programma, dover provvedere all’imprevisto imballaggio delle bici per il volo aereo e anche l’idea della Turchia mi crea un po' di apprensione. Tuttavia la mia iniziale titubanza si contrappone al fascino del nuovo progetto, quindi:…”La accendiamo

In partenza

La mattina del 14 maggio raggiungiamo l’aeroporto di Venezia. Francesco accompagnato da suo fratello Paolo ed io dal fidato amico Maurizio, seguiti da Lucia che sempre a Venezia attende sua figlia di ritorno da Londra. Purtroppo i ristretti tempi a disposizione per scaricare bici e bagagli ci costringono a dei saluti veloci che non ci fanno vivere come meriterebbero le emozioni del momento.

Con la compagnia low cost Pegasus le operazioni di check in e caricamento bagagli procedono senza intoppi e ci mettiamo quindi in attesa.

Un accorgimento da tenere presente in futuro: abbiamo imballato le bici molto bene all’interno dei cartoni, ma nelle fasi di caricamento sull’aereo questi sono rimasti molto tempo all’aperto e solo fortunatamente in quel momento non pioveva, cosa che avrebbe infradiciato il tutto; pertanto la prossima volta provvederemo anche ad avvolgerle nel cellophane.

Arrivati all’aeroporto di Istanbul Sabiha Gocken veniamo inghiottiti dalla folla e per uscire ci mettiamo due ore che, tenuto conto dell’ora in più per il fuso orario, non ci resta il tempo di montare le bici e raggiungere l’hotel con il sole. Dopo alcune trattative con i tassisti raggiugiamo quindi l’hotel con un comodo furgone taxi e la sera possiamo dedicarci con tranquillità all’allestimento delle bici in camera.

Al termine passaggio al bancomat e primo assaggio di specialità turche con un abbondante piatto di Çiğ Köfte, polpettine vegetariane molto speziate.

Polpette vegetariane

Tappa 1: Istanbul - Kumla (Gemlik)

102 km - D+ 1256 m

Ci siamo: muoviamo le prime pedalate in terra turca, tuttavia l’inizio non è dei più entusiasmanti.

Ci troviamo nella parte asiatica di Istanbul, a circa 35 km. dal centro, e nonostante la distanza il traffico che ci accoglie rende l’idea della consistenza della metropoli. Rinunciamo a seguire le indicazioni della app che ci vorrebbe condurre su un percorso montuoso e poi lungo la circonvallazione della trafficata baia. Preferiamo iniziare con una giornata non troppo impegnativa, sia per quanto riguarda il traffico che per il dislivello, quindi puntiamo la costa per l’approdo a qualche traghetto che ci permetta di raggiungere l’altra sponda del mar di Marmara, tagliando appunto la baia.
Prime pedalate

In un percorso costituito da un continuo centro abitato molto trafficato, come criceti passiamo tre volte per lo stesso incrocio, ma alla fine riusciamo a raggiungere la strada verso Pendik, da dove traghettiamo agevolmente per circa 20 km. sbarcando a Yalova.

Da qui possiamo dire che inizia finalmente il nostro tour.

In un susseguirsi di paesini e di modeste località turistiche affrontiamo diverse salite con un timido sole che comincia farsi breccia tra le nubi, permettendoci di godere appieno di questa prima giornata in terra turca.

Lungo la strada primo assaggio di un bollente caffè turco che ci viene portato con un caratteristico servizio di tazzine accompagnate da acqua, caramelline e un piccolo papiro arrotolato riportante una breve frase poetica in stile Baci Perugina. Il caffè turco e il tè caldo, detto cay, accompagneranno piacevolmente le nostre soste nei giorni a venire.

Caffè turco

Ci faranno compagnia anche infinità di cani che troviamo lungo il percorso, fortunatamente quasi sempre mogi o dormienti. Tuttavia, memore di brutte esperienze con cani particolarmente aggressivi, quest’anno mi sono munito di fischietto e soprattutto di una trombetta da stadio ad aria compressa. Verificheremo lungo il tour la sua efficacia.

Cani randagi in Turchia

All’ultima sosta presso un bar deserto, a pochi km da Gemlik, chiediamo suggerimento per il pernottamento al ragazzo del locale. Abbiamo così modo di constatare la gentilezza di queste genti; infatti il giovane si prodiga chiamando un amico che, arrivato poco dopo, precedendoci con l’auto, ci accompagna ad un hotel sito sul lungomare di Kumla, una piccola località poco distante da Gemlik.

Passiamo così una serata immersi nella calma e la pace che contraddistingue il luogo ed i suoi abitanti. La tranquillità è disturbata solo dall’azzardato passaggio lungo viale di alcuni ragazzini con i motorini, ma nessuno sembra farci caso.

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Dopo un piatto di sardine pagate una cifra irrisoria esageriamo spendendo un euro per un kg di albicocche.

Tappa 2: Kumla (Gemlik) - Bursa

53 km - D+ 1040 m

Oggi siamo diretti verso Bursa. La tappa non è lunga per cui decidiamo di seguire strade interne evitando quelle più trafficate. Si inizia subito con un bel tratto in salita al 16% e così a seguire per diversi km che poco dopo cominciano e svilupparsi su strade bianche, con pendenze impegnative, ma che si contrappongono a favore del piacevolissimo contesto di campagne e frutteti di una pace assoluta. Attraversiamo dei piccoli centri abitati costituiti da 4 case, 8 abitanti e 16 cani, dove il nostro passaggio viene ignorato sia dagli uni che dagli altri.

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Non siamo ancora abituati ai primi caldi, quindi la pendenza che aumenta di pari passo con temperatura, fino punte di 38°, esasperano la fatica della incessante salita. Finito il tratto di strada bianca l’illusione di aver raggiungo il gran premio della montagna dura ben poco con ulteriore lungo tratto con pendenze in aumento.

Accompagnati da un cane che si unisce a noi lungo il percorso giungiamo in un piccolo paesetto dove sostiamo in un ombreggiato baretto frequentato da gente anziana; qui attendiamo inutilmente la coca cola che, con una certa difficoltà, credevamo di aver ordinato. Ci arrendiamo trasferendoci nel vicino market e all’uscita veniamo avvicinati da un uomo su un carretto. Pur non essendovi alcuna possibilità di dialogo, neanche con un inglese elementare, a gesti l’uomo insiste per invitarci a bere qualcosa insieme, per il solo piacere della compagnia, incurante che nessuna delle parti avrebbe compreso una parola.

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Riprendiamo il viaggio con una lunga discesa su un asfalto pericolosamente liscio e giunti all’ora di pranzo alla periferia di Bursa ci fermiamo in una mensa/tavola calda frequentata da gente e lavoratori del luogo. Qui, in un conteso anni 60, respiriamo l’autentica atmosfera indigena e consumiamo due primi e due secondi al costo complessivo di 5 Euro.

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Quindici Euro invece ci costa la pensione a Bursa dove il pomeriggio passeggiamo tra le bancarelle del Capali Karsi (mercato coperto), che si estende per le vie limitrofe, dove possiamo di ammirare anche antiche botteghe artigianali ed una piccola moschea.

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Sopra il monte Uludag il cielo si fa plumbeo e le previsioni per l’indomani ed i giorni a seguire non sono incoraggianti.2 6

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Tappa 3: Bursa - Bandirma

110 km - D+ 500 m

Il temporale ci sveglia all’alba e alle sei siamo in sella con la speranza di anticipare il traffico mattutino. Previsione illusoria poichè affrontiamo 30 km da annoverare sicuramente tra i più insidiosi di tutti i nostri viaggi. Sotto una incessante pioggia ci destreggiamo in un traffico terrificante che si sviluppa in contesti urbani e strade ad alto scorrimento.

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Esasperati finalmente usciamo dal caos, tanto che potendo finalmente pedalare su una strada scorrevole, larga e con un discreto margine, accettiamo di buon grado la pioggia che continua inesorabile. Ci troviamo infatti sulla E90, una strada europea di classe A, che si estende da Lisbona fino ai confini con l’Iran. L’avevamo già percorsa in Italia fra la Basilicata e la Calabria, dove pur essendo vietata alle bici non vi erano altre strade alternative.3 2

Il contesto non è particolarmente entusiasmante, ma finalmente un timido sole ci permette di affrontare i lunghi dolci saliscendi che ci conducono a Bandirma sporchi ma asciutti.

Nell’atrio dell’hotel troviamo una bella bici carica di borsoni di un ciclo-viaggiatore che tuttavia non riusciamo ad incontrare.

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Nel pomeriggio assaggio di pietanze locali in un piccolo buffet gestito da una coppia estremamente cordiale, con la quale Francesco immediatamente socializza; quindi una piacevole passeggiata lungo mare.

Prima di rientrare una pausa seduti su delle tipiche e caratteristiche seggioline bassissime, dove un caffè turco e una tazzina di cay concludono il nostro pomeriggio.

Il trend si ripete nella serata, anche se il locale scelto per la cena risulta un po' troppo turistico per i nostri gusti.

Tappa 4: Bandirma - Gallipoli

130 km - D+ 1040 m

Partiamo con la pioggia e così sarà per 120 dei 130 km odierni. Nonostante questo si pedala in tranquillità lungo la E90, con poco traffico ed un susseguirsi di lunghe salite che ci portano a macinare chilometri con un dislivello giornaliero di oltre 1000 metri. Non bastasse la pioggia anche freddo e vento ci accompagnano con tratti immersi in una coltre di nebbia con temperature in picchiata.4 1

La monotonia del tragitto viene interrotta da un gruppo di profughi che attraversa velocemente e pericolosamente la strada davanti a noi: uomini, vecchi, donne e bambini in condizioni di assoluta miseria, molto diversi da quelli che siamo abituati a vedere nella nostra realtà. Diretti di corsa verso di noi avvertiamo un attimo di infondato timore, subito stemperato dallo scambio di saluti al volo, ricambiato da vecchi il cui sorriso sdentato ci crea una immediata empatia. Prima che realizzassimo di potergli lasciare il cibo o gli Euro che avevamo al seguito si erano già furtivamente dileguati nell’aspra vegetazione. Riprendiamo il nostro privilegiato viaggio col pensiero rivolto alle iniquità di questo mondo.

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Non molto altro da raccontare in questa tappa che di conduce allo stretto dei Dardanelli, dove traghettiamo da Lapseki verso la sponda europea di Gallipoli.

Il paesino di mare non offre molta ricettività alberghiera, ma a 15 Euro troviamo una modesta pensione che tuttavia mette a prova il nostro spirito di adattamento e mi consiglia di dormire vestito.

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Quattro passi per la viuzza centrale del paese con soddisfacente cena in una fornita tavola calda, anche se con rammarico solo al rientro ci accorgiamo dei bei ristorantini che popolano il porticciolo.

Si conclude così l’ultima giornata in terra turca; domani una tappa lunghetta ci porterà in Grecia.

Tappa 5: Gallipoli–Alessandropoli (Gre)

145 km - D+ 1020 m

La partenza anticipata alle 6.30 viene vanificata dal tempo necessario a riparare una foratura di Francesco.5 1

Sotto un sole via via più intenso riprendiamo la E90 affrontando una prima parte pianeggiante, seguita da una lunga salita che termina presso una baita purtroppo chiusa. Sui tavoli prospicenti una tranquilla famiglia composta da tre generazioni consuma serenamente una merenda a sacco, dandoci l’ennesimo esempio di ospitalità invitandoci ad assaggiare i loro biscottini e kouglof casalinghi accompagnati da una tazza di caffè.

Riprendiamo la marcia ed in prossimità del valico di Ipsala, a ridosso del fiume Evros, ci accoglie una fila chilometrica che superiamo con discrezione.

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Durante le lunghe procedure di frontiera apprendiamo che il massiccio esodo è dovuto ai cittadini turchi che approfittano della giornata di festa nazionale per raggiungere le località di mare della Grecia.

Ora comprendiamo il perché delle tante bandiere sventolare fino dai giorni precedenti: il 19 maggio ricorre infatti la nascita di Ataturk, fondatore della Repubblica Turca e primo Presidente della stessa.

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Espletate le formalità di frontiera la Grecia ci accoglie con una improvvisa pioggia, a cui seguirà un sole caldo, a conferma della perdurante instabilità meteo.

Approfittiamo della sosta per ripristinare le modalità dati e roaming sui cellulari e poi via lungo la Tracia, regione della Grecia occidentale, in direzione Alessandropoli.

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Usciamo dalla E90 poiché non più percorribile in bici in quanto diventata autostrada, ma ci immettiamo in una strada comunque larga e poco trafficata in direzione Feres. Lungo i margini di tanto in tanto sorgono piccoli santuari che assomigliano alle cassette per la posta. Si chiamano csoklissia e sono delle cappelle votive, piccole chiese in miniatura che vogliono ricordare la morte su strada di qualche caro (triste primato della Grecia).

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In serata gustiamo i primi piatti di cucina greca prima di farci avvolgere da un contesto urbano che riprende i tratti occidentali. Negozi di grandi marchi e supermercati tra le frenetiche vie del centro che brulicano di vivace gioventù.

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Tappa 6: Alessandropoli - Xanthi

114 km - D+ 880 m

Una lunga salita pedalabile ci immerge in un panorama collinare di una pace assoluta con un traffico inesistente. Davanti a noi impavide tartarughe che Francesco mette al sicuro rimuovendole dal manto stradale.

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L’incantesimo viene di tanto in tanto interrotto da inquietanti gruppi di cani che spuntano dal nulla alla ricerca di cibo. Ad un certo punto, sentendo uno scricchiolio sotto le ruote, ci accorgiamo che stiamo pedalando sopra un autentico tappeto di cavallette morte, disseminate per centinaia di metri. A seguire diversi chilometri di deserta strada vallonata fino ad attraversare paesini di contadini dove gli anziani riposano all’ombra delle loro umili abitazioni, mentre frotte di cani si risvegliano dal torpore inseguendoci a lungo più incuriositi che minacciosi.

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Si susseguono altri paesi dove alle umili dimore si contrappongono bellissime villette, sia nuove che ristrutturate. Lungo strade deserte dal nulla spuntano modernissimi edifici costituiti da negozi di edilizia, arredo bagno e mobili, un po' in contrasto con le caratteristiche dei luoghi.

Tra raffiche di vento e sotto un sole cocente raggiungiamo Xanthi oramai affamati. La sera, passeggiando in un bellissimo centro brulicante di gente che affolla le pittoresche viuzze, i baretti ed i ristorantini caratteristici, scegliamo un locale dove ci rifocilliamo a dovere, concludendo la serata in una pasticceria.

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Domani abbandoneremo la Tracia ed entreremo nella Macedonia, la regione più grande della Grecia.

Tappa 7: Xanthi – Paralia Ofriniou

114 km - D+ 560 m

Partiti con previsioni meteo non incoraggianti troviamo invece delle condizioni ideali per pedalare. Cielo coperto, temperatura mite ed un leggero venticello a favore.

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Passata Kavala con scatto di alcune foto ai piedi del dominante acquedotto romano, riprendiamo il tranquillo andamento finché decidiamo di concludere la giornata in una piccola località di mare costellata di hotel e ristorantini. Qui ci concediamo una serata di assoluta tranquillità in una atmosfera enfatizzata da una stagione turistica ancora da iniziare, come confermato dalla piscinetta dell’Hotel tristemente chiusa per la manutenzione stagionale.

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Tappa 8: Paralia Ofriniou - Salonicco

110 km - D+ 522 m

Le previsioni meteo ci pongono davanti ad un dilemma. L’idea originaria di scendere lungo la Penisola Calcidica, alle cui prevedibili salite si sarebbero contrapposti piacevoli momenti di relax nelle suggestive spiaggette, è vanificata da un sole che fatica a farsi breccia, specie nelle ore pomeridiane. Decidiamo pertanto a malincuore di proseguire direttamente verso Salonicco, rinviando i momenti di sole e relax soffermandoci maggiormente nel Peloponneso.

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Non molto da raccontare sulla tappa che ci porta a Salonicco, con un itinerario tranquillo e poco trafficato. Una sosta per la pioggia a ridosso della città ci conferma la prevista instabilità.

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Pomeriggio e serata a passeggio per le vie del centro e per il lungomare dove assaggiamo il primo espresso freddo, caffe shakerato con ghiaccio e zucchero liquido, da bere rigorosamente con la cannuccia, largamente consumato in Grecia. Infine ricerca di un ristorantino con cucina di mare.

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Tappa 9: Salonicco – Paralia Katerini Beach

98 km - D+ 345 m

Sorpresa mattutina con le bici rimaste chiuse nel cortile e attesa di 40 minuti del ragazzo addetto alla portineria, col quale avevamo preso inutili accordi il giorno prima.

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Con analogo fastidio affrontiamo i 20 km di uscita dalla città districandoci in mezzo ad un traffico consistente. A seguire una cinquantina di km che non offrono niente di memorabile, se non l’attraversamento di un guado con l’acqua fino all’altezza delle borse.

Dopo una sosta per un espresso freddo un ultimo tratto collinare lungomare molto piacevole tra campi e splendide villette.

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Paralia Katerini Beach si rivela una località turistica che in alta stagione deve essere molto frequentata. Troviamo alloggio nel primo Hotel che incontriamo, che pur apparendo ancora in chiusura stagionale i 30 Euro complessivi sono per noi un argomento convincente per soffermarci.

Nel pomeriggio ci dedichiamo alla manutenzione delle bici prima di goderci un po' di spiaggia con il primo bagno nell’Egeo, nonostante la temperatura non particolarmente invitante.

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La sera superlativa cena in un ristorantino dove, facendomi prendere dall’appetito, ordino una moussaka ed un pita gyros, le cui porzioni generose mi costringono alla vaschetta per asporto, mentre anche Francesco si arrende lasciando qualche forchettata della sua mega spaghettata agli scogli.

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 Con una passeggiatina tra i viali lungomare si conclude così in bellezza questa giornata non nata sotto i migliori auspici.

Tappa 10: Paralia K. Beach - Larissa

110 km - D+ 539 m

Ormai chiuderci le bici sta diventando un’abitudine. Attendiamo l’albergatore che venga ad aprirci lo stanzino e al primo bar due cappuccini e una brioches in due ci costano 7 Euro... come sono strani i prezzi in Grecia.

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Con un caldo in aumento percorriamo 100 km rilassanti; lasciamo la Macedonia per entrare nella Tessaglia, costeggiando l’Olympus National Park alla vista del Monte Olimpo. Poi qualche piacevole tratto collinare con una foratura di Francesco sotto un sole cocente.

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Sul finire incontriamo un cicloturista di cui riconosciamo la bici vista in Hotel a Bandirma: un eccentrico spagnolo che vaga da 5 mesi per l’est Europa ed oramai in fase di rientro in Spagna.

Arriviamo presto a Larissa e dopo l’acquisto di bombolette di CO2 presso un attrezzatissimo negozio di bici ci godiamo la frescura del clima dell’Hotel.

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In serata, nelle vie che si dipanano attorno al centralissimo anfiteatro, una moltitudine di giovani affollano locali e ristorantini non dando assolutamente l’impressioni di un paese in crisi.

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Tappa 11: Larissa - Lamia

129 km - D+ 1183 m

Oggi si pedala verso l’interno. Piacevoli tratti collinari si alternano a tranquille strade pianeggianti.

Al termine di una salita giungiamo assetati in un paesetto sperduto fermandoci al primo bar. Attendiamo inutilmente fuori per una decina di minuti, quindi entriamo nel modesto locale tra l’indifferenza dei 2 avventori e del barista. Decidiamo quindi di fare un ulteriore tentativo al bar successivo dove in un clima comunque soporifero riusciamo a bere e mangiare qualcosa.

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Lungo le strade del paese gruppi di ragazzi dalle sembianze zigane rendono ulteriormente caratteristico il luogo. Riprendiamo il viaggio e dopo una decina di km pianeggianti affrontiamo una lunga e faticosa salita sotto il sole. A seguire il piacere della lunga discesa deserta.

Al termine il navigatore ci conduce ad una stradina ghiaiosa transitante davanti ad un’abitazione dove 2-3 cani sciolti già ci vengono incontro per darci un minaccioso benvenuto. Dalla mappa intravvediamo la possibilità di bypassare la stradina prendendo un sentiero poco più avanti, il quale tuttavia proseguendo si perde fra la vegetazione.

Ed è così che ci troviamo in mezzo ad un campo a spingere le bici a mano fra fitti cespugli e arbusti acuminati che ci scorticano gambe, braccia e borse. Per finire in bellezza ultimi 20 km contro vento fino alla meta odierna di Lamia.

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Tappa 12: Lamia -Amfissa

76 km - D+ 1346 m

Oggi ci attende una tappa di montagna. La prima salita di 12 km ci offre una varietà faunistica che spazia tra serpenti e tartarughe, finchè da un campo deserto sbucano due cagnolini che dissetiamo e sfamiamo come meglio possiamo prima che si dileguino nuovamente nell’erba più alta di loro.

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In cima sostiamo in un paesino sperduto dove facciamo merenda con due orridi cappuccini e delle uova bisunte. Affrontiamo la seconda salita con le uova che mi ballano sullo stomaco e mi devo arrendere al ritmo sostenuto da Francesco che, come in ogni viaggio, con l’andare dei giorni tonifica la gamba. Un cielo sempre più minaccioso trova il suo sfogo al termine della salita, con una pioggia intensa che ci costringe ad un riparo di fortuna tra la vegetazione.

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Terminiamo la giornata in una Amfissa avvolta da nubi, rinviando all’indomani i 20 km per salire a Delfi. Nella riposante Amfissa ceniamo in un ristorantino caratterizzato da un clima di simbiosi tra la stravaganza del gestore e la particolarità dell’arredo.

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Tappa 13: Amfissa - Marathias

104 km - D+ 1146

Un buongiorno con un velocissimo drittone di 10 km in discesa prima di affrontarne altrettanti per Antica Delfi apre il 13° giorno del nostro viaggio. Seppur lunga la salita risulta estremamente piacevole poiché accompagnata dall’aria fresca e tersa del mattino e da fantastici contesti panoramici.

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Doverosa visita al sito archeologico con il suo centralissimo Tempio di Apollo e, dopo un caffè, riprendiamo la strada da cui siamo saliti scendendo fino a Itea.

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In totale rilassatezza affrontiamo spettacolari saliscendi lungo costa fino a fermarci poco prima di Lepanto in una località di 4 case e 6 ristorantini, luogo ideale per concludere in relax una giornata appagante.

Bagnetto, riposino in spiaggia e la sera l’unico pensiero è la scelta del menù.

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Tappa 14: Marathias - Nerantza

142 km - D+ 768 m

Incuriositi dal transito per Lepanto (Nafpaktos), che ci evoca antichi ricordi scolastici, affrontiamo i 20 km che ci conducono al suo porto abbracciato dalle mura veneziane da cui si può ammirare l’imponente sovrastante castello.

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Proseguiamo verso il ponte Rion Antirion, che attraversa lo stretto di Rion, unendo Rion nel Peloponneso con Antirion nella Grecia continentale. Soprannominato Ponte di Poseidone e uno dei più grandi ponti strallati (sospesi) al mondo.

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Giungiamo così finalmente nel Peloponneso dove iniziamo a costeggiare il versante nord in direzione Corinto. Poco entusiasmanti i primi 40 km che si sviluppano fra contesti industriali in una giornata ventosa e alquanto grigia.

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Siamo comunque avvantaggiati dal poco traffico domenicale.

Poi il vento cambia, il cielo si apre e gli ultimi 30/40km lungomare risultano alquanto piacevoli. In procinto di concludere la giornata attraversiamo paesini dalla ricettività alberghiera pressoché nulla, tanto che allunghiamo via via il chilometraggio finché a fatica google maps ci guida verso uno sperduto Hotel in riva al mare. Qui concludiamo la giornata sui comodi lettini fronte mare cenando infine alla visuale della vicina Corinto.

Tappa 15: Nerantza - Nafplio

69 km - D+ 492 m

Poiché l’attesa della colazione si fa lunga decidiamo di saltarla avviandoci alla volta di Micene.

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Il percorso inizialmente conduce in direzione di Corinto per poi deviare all’interno su piacevoli stradine secondarie con continui saliscendi che attraversano campi e borghi rurali. Al termine dell’ultima salita un discesone finale ci porta in prossimità di Micene dove saliamo nuovamente per la visita al sito dell’antica Acropoli.

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Quindi proseguiamo per Argo arrivando probabilmente in un orario infelice con il traffico congestionato, per cui transitiamo per il centro e decidiamo presto di proseguire verso Nauplia (Nafplion).

Nell’avvicinarsi già si intravvedono le meraviglie della località. In mezzo al suo porto la prospicente Isola di Bourtzi (Torre) con la sua fortezza arroccata, mentre sopra la cittadina domina imponente il Forte Palamidi.

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Bellissimo anche il centro storico completamente chiuso al traffico.

Non fortunata invece la scelta del B&B poiché su Booking non era indicato il divieto per le bici. La proprietaria non si rivela inoltre per nulla comprensiva e resta irremovibile sul divieto. Un bizzarro personaggio conosciuto fuori dalla struttura si offre di custodirci le bici nella propria cantina. Pur perplessi accettiamo la gentile proposta lasciandole per il pomeriggio, ma alla sera optiamo per parcheggiarle legate all’esterno, sotto le finestre della nostra stanza.

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Appena il tempo di un bagnetto nella suggestiva baia avvolta dai promontori che le prime gocce di pioggia ci fanno intendere il leitmotiv dei prossimi giorni. Cambio di programma e approfittando delle nuvole dalla spiaggia ci avviamo ad affrontare i quasi 1000 scalini che ci portano all’ingresso della fortezza dove ci godiamo il fantastico panorama dall’alto dei sui 216 metri.

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Un timido sole ci riaccompagna allo stabilimento balneare dove, sorseggiando una coca cola, riflettiamo sulla opportunità di anticipare il rientro in ragione del perdurare dell’instabilità meteo; del resto siamo a 150 km da Atene e anche mentalmente avvertiamo una sorta di appagamento. La possibilità di anticipare il volo dal giorno 5 al giorno 2 senza costi aggiuntivi ci toglie ogni dubbio e “la accendiamo”.

Buttandola sul rispetto delle tradizioni (vedi Spagna 2022) avvisiamo l’amico Marco che anche quest’anno gli concediamo il privilegio di venirci a prendere a Venezia.

Rilassante e piacevole la serata in una località molto turistica, ma veramente molto carina.

Tappa 16: Nafplio - Chiaidari

142 km - D+ 991 m

Dopo una notte agitata al pensiero delle bici in strada, con l’orecchio teso ad ogni rumore sospetto, al risveglio mattutino con sollievo constatiamo la loro presenza.

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Attraversiamo alcuni piccoli centri abitati dove alcuni cani particolarmente insidiosi mi costringo all’uso della trombetta ad aria compressa, che si rivela particolarmente dissuasiva. Quindi ci immettiamo nella strada del giorno prima risalendo quella che ci eravamo goduti in discesa e una volta scollinato procediamo in direzione di Corinto.

Attraversamento del famoso canale e tra contesti trafficati e zone industriali cerchiamo di guadagnare km verso Atene. In un saliscendi lungo costa che si fa finalmente spettacolare giungiamo ad una località di mare speranzosi di goderci un po' di relax, senza tuttavia riuscire a trovare un Hotel. Stesso esito anche la ricerca proseguendo lungo la tratta, poichè anche con il supporto di google maps spesso veniamo indirizzati a strutture inesistenti o chiuse. Siamo oramai a circa 20 km da Atene, con più di 140 alle spalle, quando con diffidenza ci affidiamo all’ultimo tentativo. Vorremmo proprio evitare di affrontare il caotico accesso di Atene con la stanchezza di fine giornata.

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In un traffico estremamente intenso ed insidioso arriviamo ad un Hotel in mezzo ad una zona di incroci e svincoli autostradali.

Beh imbarazzante è dir poco: letto rotondo, specchi sul soffitto... credo che non serva aggiungere altro sulla particolarità della struttura.

Ovviamente niente ristorante e nessun locale nei dintorni per cui, dopo una merenda con patatine e biscotti e altre schifezze al vicino distributore di benzina, su consiglio del portiere almeno riusciamo ad ordinare due panini da farci portare in camera. Una alienante nottata in preda alle zanzare tra urla di donne che litigano conclude la nostra ultima tappa prima di Atene.

Sinceramente mi aspettavo qualcosa di diverso, ma ormai l’importante è solo raggiungere la meta.

Tappa 17: Chaidari - Atene

20 km - D+ 230 m

Sappiamo bene cosa ci aspetta oggi, quindi con rassegnazione affrontiamo gli ultimi 20 km immersi nel traffico delle grandi metropoli, ma giunti ad Atene tutte le insidie sono superate dall’emozione della meta raggiunta. Puntiamo direttamente al colle dell’Acropoli per le foto di rito e momenti di appagamento al bar di fronte, sorseggiando un meritato espresso freddo che sancisce la conclusione del nostro viaggio.

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ATENE

Quando al cicloturista togli il “ciclo” resta il turista e il viaggio diventa vacanza. Partiamo dalla visita all’Acropoli dove presentandoci già all’apertura abbiamo la possibilità di goderci le meraviglie del sito prima di essere travolti dalla massa.

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Quindi tra relax e passeggiate che si sviluppano principalmente nei quartieri di Plaka e Monastiraki, con acquisti di souvenir e prodotti tipici, ci godiamo questa giornata conclusiva con varie soste negli affollatissimi locali del centro.

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Tappa 18: Atene - aeroporto

31 km - D+ 275 m

Partiamo con largo anticipo per affrontare con la massima calma i 30 km che ci separano dall’aeroporto e procediamo con altrettanta calma allo smontaggio e imballaggio delle bici. Francesco utilizza il metodo cellophane e pluriball già testato a Bilbao, mentre io mi avvalgo della sacca che mi è stata appositamente regalata da Lucia per il compleanno e che mi sono portato al seguito.

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Una lunga attesa precede il volo per Venezia dove troviamo Marco ad attenderci e quindi il sempre piacevole rientro a casa con il desiderio di abbracciare i nostri cari.

. . . . Quest’anno il viaggio è stato più corto dei precedenti, ma non per questo meno appagante in quanto ci ha regalato emozioni intense tre gente ed in terre affascinanti.

sempre forti sempre avanti

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ultima

 
 
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