Unisciti alla LiT Family
Cima Ombretta, escursione sulla Marmolada regina delle Dolomiti
In questi mesi abbiamo girato tanto per il Trentino e l'Alto Adige scoprendo luoghi incredibili e montagne selvagge e incontaminate, ma nel nostro amato peregrinare non ci siamo mai spinti fino al gruppo della Marmolada dove cime perennemente innevate, lasciano spazio anche a vette più a portata d'uomo.
In questo articolo
Da Alba di Canazei al rifugio Contrin
Da Trento abbiamo raggiunto l'imbocco della Valle di Fiemme e la successiva val di Fassa fino ad Alba di Canazei dove l'itinerario ha avuto inizio. Alba è un bel paesotto, molto turistico nel periodo estivo e, probabilmente, anche durante quello invernale visto gli ottimi impianti sciistici della zona.
Dal parcheggio, dove è possibile prendere la funivia, dopo una lauta colazione in un bar nei dintorni, abbiamo imboccato una forestale sterrata alquanto ripida e trafficata da escursionisti, al termine della quale si trovava una baita ristoro.
Appena superato questo primo pezzo da subito molto stancante, siamo emersi su un altopiano ricoperto di sempreverdi e ampi pascoli che permettono una panoramica niente male sulle montagne circostanti. Il sentiero 602 continua poi lineare senza dislivelli eccessivi per quasi mezz'ora, conducendo gli avventori, con una facile salita, al Rifugio Contrin, costruito per ospitare coloro i quali vogliano trascorrere più giorni su queste splendide montagne. Non è stato il nostro caso purtroppo: il tempo stringe sempre e noi abbiamo avuto a disposizione solo una giornata.
Verso il passo Ombretta
Dal Rifugio Contrin abbiamo seguito le indicazioni per il Passo Ombretta, situato a due ore di marcia. Davanti a noi la parete sud della Marmolada è già in parte visibile e la sua imponenza è incredibile, come quella del Gran Vernel con la sua cima aguzza e rocciosa.
Da un grande pascolo abitato da una popolosa colonia di marmotte si prende lentamente quota attraversando tre ruscelli che, con le loro acque gelide, concedono un po' di refrigerio agli assetati e sudati escursionisti. Questa parte del trekking è infatti abbastanza stancante per il dislivello da affrontare e rigenerarsi con dell'acqua fresca è un vero piacere.
Si continua l'ascesa costeggiando una parete rocciosa verticale dalla quale provengono strani rumori. All'inizio non vi pongo molta attenzione, ma man mano che mi avvicino riesco a distinguere degli insistenti cinguettii e, alzando lo sguardo verso la roccia, riconosco il colore rosso sgargiante dei picchi muraioli che vivono ad alta quota costruendo il loro nido in piccole cavità. Sono tanti e volano veloci in picchiata da una parte all'altra senza darmi il tempo di scattare qualche foto.
Il sentiero prosegue insinuandosi in un vallone più stretto che nasconde ancora un piccolo nevaio resistito al calore estivo. La salita è davvero erta e incespico ripetutamente fra le insidiose pietre che formano la traccia escursionistica. Finalmente vedo qualcosa in lontananza, ha l'aria di essere un resto di qualche eroica impresa su questi monti. Accelero più che posso e mi accorgo che tutt'intorno ad una specie di rudimentale croce ormai arrugginita sostano almeno dieci persone che, sedute e rilassate, consumano il pranzo al sacco: siamo giunti al Passo Ombretta, quota 2700 m.
Alla conquista di cima Ombretta
Per poter posare i nostri stanchi piedi sul culmine omonimo dobbiamo percorrere ancora un'ora di camminata, almeno in base a quello che esplica il cartello segnaletico. Sospiriamo indecisi, siamo già abbastanza provati dall'escursione fino al Passo, ma la voglia di raggiungere la cima è davvero tanta, quindi...che fare? Lasciamo la decisione a quando avremo lo stomaco pieno, nel frattempo ci godiamo lo splendido panorama sull'altopiano sottostante e su tutte le montagne dal circondario fino all'Adamello, adagiato all'orizzonte.
L'acqua è reperibile lungo tutto il tragitto fino al Passo dell'Ombretta.
Mi continuo a meravigliare di quanta vita si nasconda anche fra le più aspre montagne, di come talvolta, distratti da altri pensieri, camminiamo ignari dei mille occhi che ci stanno osservando curiosi. I paesaggi alpini riescono a farti sentire vivo, ad esternare la parte più coraggiosa dell'animo, ma anche le paure più recondite che si celano talvolta appena sotto la superficie della pelle, i timori nell'attraversare un crepaccio con funi metalliche o il mantenere l'equilibrio su nevai scoscesi, le porte dell'abisso.
Riprendiamo il sentiero che costeggia uno sperone roccioso in direzione della costruzione rosso acceso posta qualche centinaio di metri più avanti, il Bivacco M. Dal Monte, dedicato ad un alpinista scomparso a 31 anni nel 1967, sempre aperto con 9 posti letto.
Cima Ombretta è nascosta dietro la parete che si erge severa a pochi passi da noi; delle corde metalliche fisse aiutano gli impavidi escursionisti, letteralmente, ad arrampicarsi in diagonale lungo la roccia per raggiungere il culmine del muro di pietra. Questo tratto potrebbe risultare un po' difficoltoso a chi soffre leggermente d vertigini, ma trattenendo il fiato e non volgendo lo sguardo a ciò che si trova alle nostre spalle, è fattibilissimo.
Al top di questa muraglia inizia il vero e proprio ghiaione che conduce in circa 30 minuti alla parte di cresta più ad est del profilo di cima Ombretta. Il ritmo di marcia si fà più lento e la fatica si sente fin dalle prime battute a causa delle fastidiose roccette che scivolano sotto i piedi sbilanciando e facendo perdere il contatto diretto con il terreno. Fate attenzione a non perdere di vista i segni tracciati sui massi perchè, una volta usciti dal sentiero, è facile incespicare e complicarsi l'ascesa in maniera rilevante.
Una volta giunti sulla cresta, il panorama è a dir poco pazzesco: in lontananza si intravedono le Maddalene, il gruppo del Latemar e le inconfondibili sagome delle Dolomiti del Brenta e del gruppo dell'Adamello, sulla destra il Piz Boè, la parete sud della Marmolada ed alle nostre spalle verso la vetta, i monti veneti.
Siamo ormai prossimi a oltrepassare i 3000 metri di quota, ma il cielo è terso e la temperature adeguata alla stagione e all'altitudine, poche decine di metri e potremo toccare la croce della cima. Intorno a noi il silenzio più assoluto interrotto a tratti solo dagli acuti striduli dei gracchi alpini, fra i pochi abitanti della zona insieme ai picchi, alle aquile reali e a qualche esemplare di corvo imperiale.
L'ultimo pezzo del tracciato si svolge interamente in cresta ed è parecchio esposto quindi non distraetevi mentre lo percorrete e, se non siete del tutto sicuri, cercate un appiglio saldo per superare i tratti più pericolosi. Paesaggi mozzafiato con il bel tempo e ascella da urlo a fine giornata!
Escursione lunga e stancante, ma davvero appagante adatta solo a chi ha già una buona esperienza in montagna e allenamento medio. Non adeguata a bimbi troppo piccoli (fino al Passo Ombretta è percorribile da tutti!) e persone inesperte.
In Val di Fassa è possibile percorrere moltissimi trekking per tutti i gusti. Noi ti consigliamo di esplorare la zona dell'Antermoia fino alle torri del Vajolet e di raggiungere il panoramico rifugio Vajolet situato poco sotto il Catinaccio di Rosengarten!
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Commenta per primo.
Vero
ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!
EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!
Ultimi da Vero
- Ciclabile Val Brembana: da Piazza Brembana a Zogno in bici
- Ex ferrovia Spoleto Norcia in bicicletta
- Ciclabile Val Seriana: da Alzano Lombardo a Clusone in bici
- Giro lago di Iseo in bici: borghi antichi, olio e Christo
- Cammino di Santiago: km, da dove parte, percorso
- Ciclabile Val di Non: da Sabino a Taio in bici
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico