Le dolomiti, alcune delle montagne più belle del mondo dove percorrere sentieri o vie ferrate. Due giorni trascorsi nel cuore del parco naturale dello Sciliar e nel gruppo del Catinaccio, fra l'imponente massiccio dell'Antermoia ed i pittoreschi Denti di Terrarossa. Due giorni di fatica e sudore assolutamente ripagati dai paesaggi e dagli avvistamenti di biodiversità!
Dati tecnici
Trentino Alto Adige - Val di Fassa
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Mazzin/Campitello di Fassa |
Tempo |
2 giorni
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Dislivello |
2253 m |
Lunghezza |
34 km |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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1° giorno: dalla Val di Fassa al Rifugio Passo Principe
Dalla frazione Mazzin di
Campitello di Fassa, nell'omonima valle, si inizia questo
trekking faticoso ma di
grandissima soddisfazione! Un sentiero poco battuto (ma chiedendo agli abitanti della località ve lo indicheranno senza problemi!) si risale il bosco lasciandosi le ultime case alle spalle ed immergendosi completamente nella natura. Ripido e spaccagambe, il tracciato si presenta fin da subito abbastanza faticoso. La prima indicazione si incontra dopo circa 10 minuti di camminata: è il sentiero 577 in direzione della
Val Dona, del rifugio Dona e del Rifugio Antermoia. Sul 577 ci si imbatte in uno stretto corridoio di sempreverdi, forse un portone elfico che, in poche decine di metri, termina lasciando spazio ad uno strappo erto e scomodo su cemento, la via d'accesso alla Val Dona.
Non eccessivamente ampia, disabitata e verdeggiante, la Val Dona non è particolarmente frequentata dagli escursionisti nonostante sia davvero incantevole. Durante l'estate, in cielo è possibile osservare gheppi in volo, cuculi e una numerosa colonia di
marmotte. In un'ora dalla partenza a Mazzin si giunge al
rifugio Dona dove è possibile mangiare un
pranzo d'alpeggio. La Val Dona è punteggiata da baite, alcune delle quali abbandonate ed in caso di pioggia improvvisa, non vi sarà difficile trovare un riparo di fortuna. In circa un'altra ora, dipende un po' dal vostro passo, si raggiunge un bivio che seguiremo in direzione del Passo Dona ed il
Rifugio Antermoia (50 minuti).
L'ampio tracciato in ghiaino sale abbastanza regolare verso il passo e permette di avere finalmente una visuale panoramica sulle montagne: il gruppo del Piz Boè, il Sella ed in lontananza la presenza imponente della
Regina delle Dolomiti, la Marmolada! In 40 minuti ci si trova al Passo de Dona, a 2516 metri, da dove si scorge poco più sotto il Rifugio Antermoia incastonato, come una pietra preziosa, fra le pareti di dolomia. Dal rifugio Antermoia parte il sentiero in direzione della via ferrata per raggiungere il vero e proprio Catinaccio d'Antermoia, ma per questa volta si punta verso il
Passo Principe seguendo il segnavia Sat n° 584.
Pochi passi dal rifugio portano sulle rive dell'omonimo lago che, in base all'inverno ed alle nevicate dell'anno, si presenta più o meno in salute! La valletta dell'Antermoia è ciò che più si avvicina alla mia
immagine di wild ed è per questo che la ritengo un luogo di incredibile bellezza naturale! Il Passo Antermoia si raggiunge percorrendo un tracciato ghiaioso, forse improvvisato su un'antica frana, ma non per questo pericoloso! (ci vuole sempre e comunque la giusta dose di prudenza ed attenzione). 2770 m ed un forte vento, dal passo si ammirano il
Catinaccio d'Antermoia ed il gruppo del
Catinaccio Rosengarten dove si trovano anche le celebri Torri del Vajolet, un altro
bellissimo posto per far trekking!
Il sentiero 584 non si ferma qui: guardando il panorama noterete uno stretto tracciato scendere lentamente alla vostra destra. Imboccatelo nonostante possa capitare di trovare i segnavia Sat girati in modo inopportuno (vento forte o uno scherzo di cattivo gusto!?). Una lenta ma piacevole discesa su terreno sdrucciolevole e
rocce dolomitiche arriva direttamente al rifugio Passo Principe dove si può pernottare per la notte a quota 2600 metri. Concedetevi una cena a base di polenta e formaggio, ve la siete meritata! Noi non siamo stati particolarmente fortunati a livello fotografico perchè la nottata si è presentata nuvolosa e piovosa e così, lo sforzo di trasportare il
cavalletto sulle spalle per l'intero trekking, è stato per questa volta vano! In questa prima tappa abbiamo camminato circa 6 ore superando all'incirca 1300 metri di dislivello.
2° giorno: dal Rifugio Passo Principe toccando il Sassopiatto
L'aria frizzantina del
Passo Principe ricorda subito che ci si trova a 2600 metri. Il sentiero 554 verso il
Passo Molignon sembra davvero duro, ma non ci facciamo scoraggiare: la giornata è appena iniziata!Si scende e poi si sale per circa un'ora fino al Passo in questione dal quale si apre un altro mondo fatto di
Monti Pallidi. Ci stiamo avvicinando al parco naturale dello Sciliar- Catinaccio e a conferma di ciò appare l'esteso massiccio dei
Denti di Terrarossa, fra le montagne più belle dell'intero trekking.
Il rifugio Alpe di Tires (lo strudel di questo rifugio dell'Alto Adige è sublime!) è a soli 30 minuti da qui e per raggiungerlo ci toccherà scendere ancora un po'. Con il sole che li illumina i Denti di Terrarossa che sovrastano l'edificio richiamano quasi il colore dell'
Enrosadira crepuscolare sulle Dolomiti. Imbocchiamo il sentiero 4 della segnaletica Cai dell'Alto Adige che fra marmotte e paesaggi un po' meno aspri di quanti visti finora, marcia veloce fino al
Passo Duron, a quota 2204 metri.
Dal passo in poi l'ampio tracciato da seguire sarà tutto un leggero saliscendi fra cavalli al pascolo, mucche e fischi di marmotte. In poco meno di 1 ora e mezza durante la quale gli incontri con altri escursionisti, prima occasionali, diventano quasi un obbligo, i prati ed i pendii verdi dello Sciliar lasciano il posto al massiccio del
Sassopiatto ed all'omonimo rifugio situato appena sotto.
Il cielo si stà annuvolando velocemente e non abbiamo proprio voglia di farci una doccia prima del tempo così, dopo una breve sosta sull'erba davanti al rifugio ci rimettiamo in movimento superando una malga dove vengono venduti
yogurt e formaggi e continuando in direzione della Val Duron che incontreremo solo oltre il Micheluzzi (si può scegliere di percorrere la Val Duron in gran parte della sua lunghezza o tagliare il percorso per i boschi lungo un comodo sentiero a tornanti nel fitto della vegetazione).
Campitello di Fassa ci accoglie con un mercatino dell'artigianato e una grande confusione di turisti ed escursionisti al ritorno dal loro fine settimana ad alta quota! Itinerario lungo e di estremo interesse naturalistico e paesaggistico!
Ristori lungo il trekking: Questo itinerario di montagna ha dei buoni punti di appoggio per trovare acqua, mangiare qualcosa o pernottare per la notte. Il primo giorno si incontrano il Rifugio Dona (1h), il rifugio Antermoia(2h30'-3h) ed il rifugio Passo Principe(3h30'-4h). Il secondo giorno incontrerete il Rifugio Tires(1h45') ed il rifugio Sassopiatto (3h-3h 30')
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico