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Mountain bike sulla neve sull'altopiano dello Sciliar
Pioggia a bassa quota, neve più in alto. Restare a casa non ha senso e allora meglio optare per il gelo e affrontare un'avventura fino in fondo. È così che decidiamo, un tiepido sabato di febbraio, di partire verso Compaccio, sull'Altopiano dello Sciliar e sperare di goderci l'atmosfera un po' mistica di un paesaggio imbiancato tra le nubi
Dati tecnici
Altopiano dello Sciliar con la neve in MTB
Partenza/Arrivo | Parcheggio Spitzbühl |
Tempo | 4-6 ore |
Dislivello |
990 m circa
|
Lunghezza |
29 km
|
Tipologia di fondo: |
Asfalto 50%
Sterrato 50%
in inverno Neve 70%
|
Difficoltà | |
Panorama |
In questo articolo
© Luca Panebianco
Essendo l'Alpe di Siusi un'area di tutela paesaggistica, la strada che sale in quota da Siusi allo Sciliar a Compaccio è chiusa al traffico dalle 9 alle 17 ma salendo prima di quell'orario è possibile transitare e parcheggiare nei pressi del centro maggiore dell'altopiano. Il costo qui è astronomico (26,50€ giornaliero al momento della stesura di questo articolo) ma fermandosi al parcheggio spitzbühl è possibile lasciare l'auto gratuitamente. Il parcheggio è anche punto di passaggio del nostro percorso estivo ad anello, bello tosto, verso il rifugio Bolzano da Fié. Decidiamo di fermarci e iniziare da qui il nostro giro sulla neve all'Alpe di Siusi in MTB.
Il Whiteout è un'illusione
Ci aspettavamo freddo, neve e nuvole basse ma il cosidetto whiteout è solo un'illusione. Le temperature sono alte (al mattino siamo a malapena sotto lo 0), la neve latita e a sprazzi addirittura si vedono angoli di cielo azzurro. Nonostante le condizioni meteo siano diverse da quelle che ci aspettavamo, iniziamo a salire sulla strada asfalata verso Compaccio. Il percorso iniziale è sgombro e in men che non si dica raggiungiamo il parcheggio P2: appena oltre svoltiamo a destra verso il monte Giogo. La neve ghiacciata ricopre le prime rampe e dobbiamo porre attenzione, cercando il ritmo più che la potenza.
© Luca Panebianco
Man mano che ci si allontana dalla strada principale la neve aumenta e l'asfalto svanisce sotto la bianca coltre. Giunti a un bivio, svoltiamo a destra raggiungendo in men che non si dica il monte Giogo (2017 m) sul quale sorge l'Alpenhotel Panorama. Questo è anche il punto di partenza delle piste da fondo e delle strade battute dal gatto delle nevi su cui è possibile fare passeggiate e pedalare.
Verso il rifugio Molignon
Inizia il nostro avvicinamento al rifugio Molignon che parte svoltando a sinistra in leggera discesa. Il panorama si è aperto anche se le guglie dello Sciliar restano nascoste tra le nubi ma di fronte a noi, non appena riprendiamo a salire svoltando più decisi verso est, si stagliano le cime del Sassolungo e Sasso Piatto.
Ci rassegnamo a un meteo clemente e in salita iniziamo anche a spogliarci levando la giacca. Con attenzione, dove è segnalata la possibilità, attraversiamo una pista di discesa giungendo presto allo scollinamento. Una picchiata divertente ci porta alla malga Almrosen da dove ci spostiamo con una rampa inizialmente tosta e un'altra picchiata in cui fare attenzione, verso il rifugio Molignon. Se prima eravamo immersi nel caos delle piste da sci, ora l'ambiente pare selvaggio e deserto anche se siamo poco distanti dalle piste da sci.
Deviamo verso sinistra, sempre più immersi nel bosco di conifere ai piedi dello Sciliar. Le MTB scodano sulla neve mentre affrontiamo i tornanti, di nuovo immersi nelle nubi. La discesa non è lunghissima ma ci fa divertire e al tempo stesso perdere un po' di quota.
Sulla pista da slittino al Rifugio Zallinger
Prima di ritrovare la pista da sci, deviamo a destra su un tragitto battuto che, ci rendiamo presto conto, è dedicato ai ciaspolatori ma anche a chi abbia deciso di scendere con lo slittino dal rifugio Zallinger, che è anche la nostra meta di metà giro.
La salita è impegnativa ma è soprattutto la neve, con l'avanzare della giornata, a diventare più soffice e faticosa. Un paio di tornanti, dove la neve spostata dagli slittini si accumula, ci costringono a scendere di sella e spingere la bici ma ben presto raggiungiamo il rifugio ai piedi del Sassolungo. Le nuvole ci impediscono di avere un gran panorama ma non infastidiscono. Estaiamo dagli zaini lo spuntino e mangiamo all'aperto, senza soffrire un granché il caldo e dopo esserci fatti estorcere bei soldoni per due caffé bruciati, riprendiamo la via della discesa sullo stesso percorso dell'andata.
Ci divertiamo a gareggiare con i pochi slittini che ancora scendono dal rifugio Zallinger fino al rifugio Tirler, dove lasciamo la pista per imboccare l'asfalto. Un altro tratto di discesa ci porta veloce a Saltria, punto più basso dell'itinerario a 1730 m circa.
Rientro nella nebbia da Saltria a Compaccio e Spitzbühl
Dagli alberghi di Saltria imbocchiamo la strada asfaltata per risalire un paio di chilometri e iniziare l'ultimo tratto di questo percorso sulla neve sull'Alpe di Siusi. In realtà pedalaremo sul bianco strato ancora pochi chilometri perché fino allo scollinamento restiamo su asfalto. Proprio sulle dolci gobbe verso Compaccio riprendiamo la strada battuta che fiancheggia il percorso asfaltato ed è dedicato a chi voglia fare una passeggiata.
Oltre il biotopo Gran Palù, visto che è ancora presto, imbocchiamo la strada verso il col da Mesdì, curiosi di vedere se riusciremo a raggiungerlo e se potremo pedalare ancora un po' fuori strada. In realtà purtroppo giungiamo all'Adler Lodge, proprio di fianco alle piste che scendono dal colle e qui un divieto e la strada non più battuta ci impediscono di proseguire. Rientriamo perciò verso il biotopo sulla stessa strada dell'andata e riprendendo poi il tracciato di camminata tra Saltria e Compaccio per chiudere l'anello.
La nebbia si è abbassata e finalmente qualche fiocco di neve scende su di noi mentre procediamo lenti sulla neve molle e sciolta.
Troviamo di nuovo l'asfalto proprio a Compaccio e, dopo aver acceso la luce posteriore per farci notare, scendiamo veloci fino al parcheggio di Spitzbühl chiudendo l'itinerario sullo Sciliar in inverno in MTB, fattibile anche in estate.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico