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Sellaronda: l'itinerario ciclabile dei 4 passi dolomitici
Il Sellaronda, il giro dei 4 passi, viene ogni anno reso speciale da una giornata durante la quale la cornice naturale idilliaca, migliaia di ciclisti e i quattro valichi alpini sono i veri protagonisti. Le Dolomiti non finiranno mai di stupirmi e di incantarmi, sia che mi ci affacci a piedi, sia che le scavalchi in sella alla bicicletta. Questa volta è toccato alle due ruote regalare emozioni forti in occasione del Sella Ronda bike day tenutosi a giugno. Ma cos'è il SellaRonda bike day? E' una festa della bici e della montagna: sette ore di strade rigorosamente chiuse al traffico, senz'auto ne moto, su e giù per i passi dolomitici immersi tra le guglie appuntite di queste montagne incantevoli. Anche quest'anno erano in tanti a sfruttare quest'occasione...
In questo articolo
Sella Ronda bike: un percorso mitico
Noi, un gruppetto di amici pedalatori della domenica, ci siamo ritrovati sotto casa presto al mattino per salire in val di Fassa da dove avevamo deciso di partire... ma facciamo un po' di chiarezza: quali sono i passi chiusi al traffico durante il Sella Ronda bike day, qual'è il tracciato, quando sono chiusi?
Per tutte le informazioni tecniche vi rimandiamo all'articolo introduttivo in cui trovate date e informazioni del Sella Ronda Bike Day che cercheremo di tenere aggiornato anno per anno.
Quali sono i 4 passi del Sellaronda bike?
Per ora vi basti sapere che noi siamo partiti da Campitello di Fassa (abbiamo preferito parcheggiare qualche chilometro prima di Canazei per trovare comodamente parcheggio) per compiere l'anello in senso antiorario come prevedeva la chiusura dei passi di quest'anno.
In questo caso perciò noi abbiamo salito nell'ordine:
- passo Pordoi,
- passo Campolongo,
- passo Gardena
- passo Sella.
2060m di dislivello in totale tra panorami da favola, con le nuvole di tanto in tanto a coprire gentilmente il sole, senza però negarci il panorama sui massicci dolomitici.
Sellaronda Bike: il percorso
Dopo un avvicinamento di tre-quattro chilometri da Campitello a Canazei, è iniziata la nostra avventura senz'auto: decisa svolta a sinistra (a destra si potrebbe proseguire verso il passo Fedaia, altra salita mitica) ed iniziano le rampe del passo Pordoi.
Fino al sesto chilometro circa la strada coincide con quella che sale al Passo Sella e sul finale la percorreremo anche in discesa. Iniziano i tornanti, tutti numerati ed indicanti la quota... quest'oggi credo ne faremo oltre cento!
Il numero di ciclisti è ancora piuttosto contenuto: la partenza ufficiale è da Selva di Val Gardena e questo primo tratto è percorso solo da chi sale dalla Val di Fassa ma quando si giunge al bivio tra passo Sella e passo Pordoi la folla oceanica di biciclette ci travolge colorata: notiamo subito un gruppetto di ciclo-schutzen che sale allegramente. Sullo sfondo di questa fiumana a pedali, le vette dolomitiche del gruppo del Sella dominano mettendo un po' di soggezione: pareti di roccia si ergono altissime ad accompagnare ciclisti e curiosi in questa festa senza il rombo di auto e moto a rompere il silenzio.
Dopo una dozzina di chilometri giungiamo al termine della nostra prima fatica: il passo Pordoi si conclude con un'ultima serie infinita di tornanti, fatti apposta per scattare qualche immagine del fiume di ciclisti che salgono agili.
Ci concediamo la foto di rito con i compagni che ci hanno atteso in vetta prima di rituffarci verso Arabba entrando in territorio Veneto: dieci chilometri di picchiata refrigerante. I punti di ristoro ci attraggono ma resistiamo alla tentazione, salutando Cassani che passa veloce con una maglietta brasiliana che fa tanto aria di vacanza. Ci imponiamo di giungere perlomeno a Corvara per concederci un bel panino alla salsiccia: tipico pranzo degli sportivi! Ma prima c'è il passo Campolongo, breve ma traditore... nei miei ricordi era poco più di una passeggiata ma, sarà l'età, oggi sembra più duro del Pordoi!
Scolliniamo comunque ancora incolumi e scendiamo a Corvara, ammirando di fronte a noi le guglie del parco naturale delle Puez Odle, altro incantevole angolo delle Dolomiti in Alto Adige. Finalmente possiamo concederci una bella sosta con ristoro ed i nostri amici, conoscendoci, ci attendono già davanti al bar-paninoteca dove potremo saziare la nostra fame atavica: un mega panino con la salsiccia, qualche scacco di cioccolata ed un po' di frutta secca ci permettono di fare il pieno per affrontare senza paura le ultime due asperità della giornata.
Salutiamo i compagni di giornata che, stufi di attenderci per delle ore, decidono di abbandonarci al nostro destino e correre verso la meta... miserabili! Il passo Gardena fa paura: nove chilometri di ascesa agile ma costante. Anche la pioggia fa capolino per salutare i ciclisti al cospetto di un panorama struggente, che ci regala un'ottima scusa per molte soste: non vorrete che uno non si fermi a fare qualche foto con questi mostri rocciosi al proprio cospetto!
Ed allora anche il terzo valico di giornata diventa meno spaventoso... siamo quasi alla fine: manca soltanto il passo Sella che però, imboccato dal bivio con il passo Gardena è dimezzato: sei chilometri di pura sofferenza ci attendono e dato che ormai sono già le 15.30 le auto, liberate dal guinzaglio temporaneo, iniziano a sfrecciare verso le Dolomiti.
Ciò che spaventa di più però sono le moto ed i loro centauri: non mi stupisco affatto del numero di vittime che ogni anno questi mezzi provocano... pieghe, tagli, sgasate... bah, quale sarà il divertimento? Lenti come vacche al pascolo, risaliamo la vallata che conduce al passo Sella insieme a pochi altri pedalatori ritardatari che arrancano come noi: siamo felici di essere tra gli ultimi, tra i reietti del Sella Ronda... si vedono persone in là con gli anni o con i chili, quelli che meritano un applauso più di tutti gli altri per aver compiuto un'impresa che li renderà orgogliosi di se stessi ed aumenterà di certo la loro autostima: sono i veri vincitori di questa manifestazione!
Facciamo in tempo a vedere anche un pazzo scatenato spingere con le bacchette e gli skiroll ai piedi... ce l'ha fatta anche lui, nonostante i crampi che lo attanagliano dalla discesa del Gardena! Un ultimo obbligatorio scatto con il cartello del passo Sella alla nostre spalle e la picchiata verso Canazei non è altro che una dolce estensione che prolunga il gusto della conquista assaporato al cospetto delle Dolomiti!
Qualche curiosità del nostro Sella Ronda bike day
Un'unica nota stonata, a nostro avviso, della splendida giornata del Sella Ronda bike day è l'apertura dei passi al transito dei mezzi motorizzati alle 15.30 che costringe i più lenti, o coloro che si vogliono godere lo spettacolo delle dolomiti con più calma, a pedalare gli ultimi chilometri in mezzo al traffico, tra l'altro molto sostenuto dopo sette ore di chiusura!
Concedere qualche ora in più permetterebbe alla gente di fermarsi più a lungo sul percorso, lasciando anche che turisti e pedalatori spendano qualche soldino in più per cibo e bevande nelle aziende locali che non disdegnerebbero... e poi diciamocelo, se lo si chiama Sella Ronda bike day, che sia una giornata, non una mezza giornata studiata apposta per non ferire il morale e l'orgoglio di motociclisti e automobilisti incazzati: per un giorno, se ne facciano una ragione, indossino gli scarponi ed inizino a camminare verso i passi se vogliono godere del panorama!
Hanno altri 364, anzi, 363 giorni all'anno (visto che il Sella Ronda si svolge in due date) per sgommare e sgasare in salita rischiando la vita e facendola rischiare anche agli altri.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico