L'ambiente evolve, cresce, si modifica e si trasforma. Tutto è in divenire e di quel tutto fanno parte anche i giganti di roccia delle Dolomiti patrimonio UNESCO. Negli ultimi anni si stanno intensificando le segnalazioni di crolli e frane sulle meravigliose vette di Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli ed a questo proposito mi è capitato di leggere un articolo in cui si parla del recente crollo nel gruppo del Latemar che ha danneggiato il sentiero che sale al rifugio Torre di Pisa.
Ho percorso quel sentiero con gli amici Ale e Nicola alcuni anni orsono per poi dormire al rifugio e scendere dal versante opposto il giorno seguente. I picchi rocciosi in quel gruppo paiono come le guglie di cattedrali gotiche d'alta quota e sembrano sfidare le leggi della fisica quindi devo dire che non mi stupisco più di tanto del crollo di alcune di essi. Quest'anno anche in valle Aurina e sull'Ortles si sono verificati spettacolari distaccamenti e poche settimane orsono abbiamo percorsola val Fiscalina verso le Tre Cime di Lavaredo: lì nel 2007 una enorme frana ha modificato l'orografia di Cima Una. La giustificazione che il geologo dà nell'articolo è logica e assolutamente condivisibile: il paesaggio è in evoluzione e le Dolomiti con esso. Il problema dei crolli tra le vette alpine non è dunque un problema e comunque esiste da secoli. Il riscaldamento globale, causato anche dall'inquinamento umano, ha forse accelerato questo fenomeno sciogliendo più rapidamente il permafrost che faceva da collante della dolomia ad alta quota, ma le sempre più numerose segnalazioni ed immagini delle frane sono probabilmente da attribuire più ad un aumento della presenza umana e della presenza di telefonini-iphone-macchine fotografiche in quota che non ad un effettivo aumento di crolli e distacchi.
Detto questo, non è però da giustificare il continuo assalto alle nostre montagne da parte di teleferiche-funivie-parchi divertimenti... che stanno riducendo le Dolomiti ad un parco giochi per ricchi vacanzieri anziché preservarle come risorsa e bene naturale patrimonio delle popolazioni locali come dell'intera umanità... speriamo che il conferimento dell'UNESCO serva a qualcosa anche se personalmente non mi posso dire ottimista.
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