Ancora una volta le
Dolomiti sono protagoniste delle nostre escursioni in montagna. Questa volta ci troviamo in
Veneto, nel cuore di quella che è una delle mete forse più sottovalutate dal punto di vista del turismo attivo:
Cortina d'Ampezzo è stata per anni ed è tutt'ora considerata una
località da ricchi dove divertirsi in inverno nei locali della cittadina dopo aver sciato sulle piste nei dintorni. Con questa idea però spesso passa in secondo piano la bellezza delle montagne che circondano la cittadina e la possibilità di effettuare numerose
escursioni e
trekking sulle
Dolomiti d'Ampezzo. La nostra prima esperienza in questa zona non poteva non toccare le vette più conosciute della zona: le
Tofane e le Cinque Torri che, tra le altre cose, si possono esplorare anche in
MTB!
Quest'escursione costituisce la prima tappa di un percorso ad anello (o quasi) di due giorni nel
parco naturale delle Dolomiti d'Ampezzo. Lasciata l'auto nel parcheggio all'entrata del parco in
località Felizon si imbocca la strada sterrata che porta ad inoltrarsi nel bosco. Tenendo la destra si segue per un po' la strada in pianura e leggera ascesa, attraversando boschi e radure. Ignorando il primo bivio sulla destra si imbocca il secondo verso
pian de Loa, in direzione delle
cascate Fannes.
Il percorso è, in questo tratto, ancora costituito da una strada sterrata che lascerà spazio ad un sentiero una volta giunti ad un punto panoramico sulle cascate di Fanes e la gola sottostante. Dopo qualche scatto ci si inabissa verso il canyon stesso su un sentiero a tornanti ripido e scosceso. Una volta giunti sul fondo della forra si prosegue verso le cascate prestando attenzione e tenedosi al cordino presente.
Ai piedi delle cascate il rumore è assordante e l'umidità supera abbondantemente il limite massimo, ma appena oltre sembrerà di entrare in un altro mondo, schermati dalle rocce. È giunta l'ora di indossare l'
imbrago e fissare i
moschettoni per un breve tratti di
via ferrata che ci permetterà di risalire la gola. Il passaggio non è difficile ma la sicurezza di essere legati agli ancoraggi è una precauzione da cui è meglio non prescindere. Poco oltre il tratto attrezzato si trova uno dei passaggi più suggestivi dell'intero trekking: il sentiero si nasconde sotto la cascata passando esattamente dietro al salto più alto... bellissima sensazione!
Chi volesse evitare il tratto attrezzato del percorso lo può fare tenendo la sinistra al bivio precendentemente citato nei pressi del pian de Loa e proseguendo lungo la strada sterrata.
Il tratto più complesso dal punto di vista tecnico si conclude qui e d'ora in avanti il percorso sarà semplice e accessibile a tutti. Ci si ricongiunge presto con la strada, adatta anche e soprattutto alle
mountain bike, che sale dal parcheggio di partenza. Il percorso continua a salire, prima docilmente e quindi, dopo aver attraversato un ponte con bei panorami sul
canyon sottostante, impennandosi per qualche centinaia di metri. Poco oltre un bel punto panoramico su una roccia permette la visuale sulla vallata tra
Cortina e Dobbiaco e la strada, in questo tratto, prosegue in quota pianeggiante. Un bel panorama su Cortina segna il nuovo cambio di pendenza, questa volta in negativo: si scende fino a raggiungere la
Baita Piè Tofana e qui non sarà difficile
scorgere qualche camoscio. Dalla Baita si prosegue nel bosco risalendo e tagliando i prati che d'inverno tingendosi di bianco ospitano i percorsi delle piste da sci della zona. Dopo aver attraversato questo versante ci si ricongiunge alla strada asfaltata che porta al
rifugio Dibona a quota 2037m, nostra meta per pranzo. L'ultimo tratto prima del rifugio sarà possibile abbandonare la strada per seguire un sentiero, più adatto ai camminatori.
Dopo un lauto ristoro, proseguiamo nella nostra avventura in terra ampezzana imboccando il sentiero che risale dietro il rifugio, adagiato ai piedi della
Tofana di Rozes. L'ampia traccia attraversa tutto il pendio ai piedi di vette dolomitiche mitiche e risale prima dolcemente e poi più severamente fino a giungere a sfiorare i 2200m. Un gruppo di camosci al pascolo si sente disturbato dal passaggio di questi animali multicolori che stonano con la monocromaticità della giornata: la pioggia ci accoglie allo scollinamento mentre la grandine ci concede un piccolo intervallo per raggiungere, scendendo a gran velocità, una galleria provvidenziale.
Aspettiamo che la tempesta passi, terrorizzati dal fatto che il treppiede legato allo zaino possa attirare qualche
fulmine vagante (scopriremo solo alla sera che una troupe televisiva è stata colpita da un fulmine nella zona delle
Cinque Torri). Ormai stremati, scendiamo a valle fino a raggiungere il parcheggio sulla strada del
passo Falzarego, poco sotto la seggiovia che conduce verso le Cinque Torri. La pioggia torrenziale ci consiglia una ritirata strategica e rinunciamo a proseguire risalendo la vallata per gli ultimi cinquecento metri di dislivello fino al
rifugio Scoiattoli. Optiamo invece per chiamare un servizio jeep che ci porti, quando ormai sono già le 20.30 al rifugio posto in una posizione splendida, di fronte alle Cinque Torri.
L'indomani ripartiremo da qui...
Se cercate informazioni su trekking, eventi, alloggi e altro nella zona di Cortina potete dare un'occhiata al sito del turismo locale mentre se volete affrontare un'esperienza in tutta sicurezza in montagna, affidatevi alle Guide Alpine di Cortina (in particolare nel nostro caso un ringraziamento speciale va a Paolo Mezz'ora Tassi che ci ha fatto sudare parecchio ma anche divertire!).
A breve vi racconteremo anche della seconda giornata nelle Dolomiti d'Ampezzo. Per il momento, se cercate altri trekking sulle Dolomiti potrebbe interessarvi il giro delle Tre Cime di Lavaredo dalla Val Fiscalina oppure il trekking dal Lago di Braies al rifugio Biella.
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