L'intensa giornata
da Frontone a Colle di Nocera Umbra ci è rimasta appiccicata addosso anche in questa mattina solitaria. La villa agricampeggio in cui ci siamo fermati per la notte è deserta. Solo la donna delle pulizie ci accoglie con una moca fumante e dei panini incartati per il pranzo... oggi sarà ancora Umbria in bici! Su e giù per l'appennino, non sappiamo cosa ci aspetta ma bici e quadricipiti scalpitano pronti a un'altra giornata di libertà e pedalate.
Dati tecnici
Colle di Nocera Umbra - Pettino in bici
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Colle Nocera Umbra/Pettino
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Tempo |
7/8 ore
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Dislivello |
1600 m circa
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Lunghezza |
59 km circa |
Tipologia di strada |
90% asfalto 10% sterrato
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Nocera Umbra e Colfiorito
Uno sperone in lontananza, sul colmo, il campanile della chiesa e tutt'intorno edifici abbarbicati che scendono fin nella piana circostante. Nocera Umbra si è rialzata, dopo aver subìto danni ingenti nel terremoto del 1997: il centro cittadino è ancora un cantiere ma la maggior parte degli edifici è stata ristrutturata ed operai lavorano alla posa del porfido in via S. Rinaldo, verso la chiesa. I vicoli, ripidi ma brevi, ci fanno pentire della pantagruelica colazione fatta all'imbocco del centro storico. Giungiamo fino ai piedi della torre dei Trinci, sul colmo del colle... uno sguardo all'orizzonte e siamo pronti a ripartire verso nuove salite e nuove strade.
Torniamo sui nostri passi per qualche metro e poi deviamo bruscamente a sud, imboccando la strada verso Bagni Stravignano ed Annifo. I tornanti addolciscono le pendenze, mai proibitive. Il sole tiepido d'autunno ci scalda quanto basta per permetterci di godere del paesaggio senza stress. Un gruppo di bikers ci incrocia... saluti e sorrisi ed ognuno va per la propria strada: la nostra conduce verso la piana di Colfiorito. Si sale fino a Colle Croce, dove la strada ci fa respirare: a togliere il fiato però ora ci pensa il panorama. Non sarà Castelluccio, ma è ugualmente un piacere per i nostri occhi!
Annifo è poco più di un paesello ma troviamo un supermercato dove rimpinguare le nostre scarse scorte alimentari. La discesa ci invita a proseguire per raggiungere Colfiorito attraversando la piana che fino a poco prima ammiravamo dall'alto.
Un colpo di fortuna: il centro visitatori aperto di domenica ad ottobre e due gentilissime dipendenti che ci illustrano la zona. Uno sguardo incrociato ci basta per decidere: si va in riva al laghetto della riserva a pranzare! L'
oasi Colfiorito è rifugio di molta avifauna e in paese il museo archeologico rende il piccolo centro un'eccezione nel panorama delle località appenniniche di quest'area: qui si prova a valorizzare le proprie risorse per attrarre turismo, cosa che intorno non avviene.
Su e giù per l'Umbria orientale
Piacevolmente stupiti da questo particolare, lasciamo Colfiorito per rientrare nelle Marche per pochi chilometri. La strada torna ad avere percentuali di pendenza positive e il traffico è pressochè assente.
Le colline ricordano quelle della Val d'Orcia, con ulivi e campi arati dal color caffelatte. Saliamo da Popola a Volperino, poi uno sguardo alle
mappe sul navigatore GPS ci suggerisce una deviazione in discesa verso Resiglia. Chiediamo all'unica persona che frequenta le strade di Volperino, intenta a sradicare erbacce dal muro di casa: è sterrata e piuttosto malmessa. Aggiudicato, è la nostra strada!
Freni e sospensioni sono messe a dura prova, ma il divertimento è assicurato. Ci obblighiamo a percorrere qualche tratto a spinta per non rischiare un ruzzolone sulla ghiaia traditrice che ricopre il sentiero nei punti più ripidi ma per il resto ce la caviamo alla grande e in poco tempo siamo sulla strada a Rasiglia. Un cane incazzato con il mondo rischia di farmi prendere un infarto proprio quando avevo allentato la tensione, abbaiando a tradimento non appena svolto l'angolo.
Ci aspetta l'ultima fatica di giornata e da Molini di Cammoro la strada sale inesorabile per una decina di chilometri... la stanchezza viene sconfitta dall'allegria colorata dell'autunno di un bosco di latifoglie e in men che non si dica il paesaggio si apre nella luce calda del tramonto. I pastori iniziano a radunare le pecore mentre noi ci rifocilliamo a bordo strada. Un motocrossista spaesato ci chiede informazioni sull'amico, passato qualche minuto prima... la mente non può che ragionare sul lento e silenzioso incedere del nostro mezzo mentre lui riparte sgasando e rompendoci i timpani: sarà, ma non cambierei il mio biciclo con il suo nemmeno per tutto l'oro del mondo (beh dai, forse ho esagerato, ma ci siamo capiti!).
Imbocchiamo l'ultima rampa dopo aver raccolto da terra qualche noce caduta da un enorme albero nei pressi di una chiesetta. Subito siamo costretti a interrompere la marcia: un gregge ritardatario ingombra tutta la sede stradale e noi cerchiamo di farci piccoli in un angolo per lasciar spazio alle vere padrone dell'Appennino... il mastodontico cane pastore abruzzese che controlla gli ovini ci si avvicina sospettoso e noi diventiamo minuscoli sul nostro selllino: un'annusata profonda conferma che siamo solo dei fifoni pedalatori innocui: si può avanzare trascurando gli intrusi. L'ultima pecora purtroppo zoppica vistosamente e fatica a tenere il passo delle altre: la incoraggiamo riprendendo poi la nostra avanzata a singhiozzo.
Notte stellata a Pettino
Il sole è ormai all'orizzonte e decidiamo di accamparci in una
magnifica area picnic sulla cima del valico, poco oltre il borgo di Pettino. Dopo qualche titubanza, montiamo la tenda in una posizione panoramica anche se esposta: per oggi preferiamo goderci il tramonto e l'alba piuttosto che nasconderci tra le fronde di un boschetto lì vicino. Fornelletto, pasta e un sugo precotto oggi diventano la cena di un ristorante a cinque stelle. I commensali sono grilli, rapaci notturni e chissà, forse anche qualche lupo appostato dietro l'albero in attesa di una nostra ritirata. Le luci della luna e delle stelle rischiarano la serata e non abbiamo tutta questa fretta di andare in tenda a dormire... la temperatura scende un po' e dopo qualche foto ed un po' di contemplazione silenziosa, ci rintaniamo nella nostra tenda infilandoci dentro il
sacco a pelo per cicloturismo che ci terrà caldo fino al mattino.
E' sempre emozionante farsi sorprendere dalla bellezza della natura e restarne ammaliato!
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico