Il Cammino materano in bici è un itinerario impegnativo che segue l'antica Via Peuceta lungo strade secondarie, sterrati e sentieri, ma facciamo un passo indietro... Corre l'Anno del Signore 2019: 276 stagioni dopo essere stata dichiarata Vergogna d'Italia, Matera diventa Capitale della cultura europea. Questa città lucana, unica al mondo e tra le più affascinanti visitate dalla sottoscritta, è la protagonista di decine di progetti tra i quali spicca la realizzazione di alcuni cammini che la colleghino ad altre località importanti dell'area. Il primo a nascere è il Cammino Materano lungo la Via Peuceta che collega la città portuale di Bari a Matera e che noi abbiamo affrontato in tre giorni di viaggio.
Cammino Materano in bici
Il risultato finale? 3 fantastici giorni in bici tra maestosi ulivi, borghi candidi, campi di papaveri e i paesaggi caratteristici della Murgia e del suo Parco Nazionale.
Il nostro Cammino Materano in bici da Matera a Bari
Per percorrere questo itinerario ciclabile di 150 km sono necessari almeno due giorni (i più accaniti agonisti potrebbero pensare di farlo anche in giornata), anche se noi consigliamo di destinare più tempo, almeno tre o quattro giorni, per potersi dedicare a visite e degustazioni enogastroniche oltre che a rilassarsi nei bei paesaggi della Murgia.
Tappa 1 - Da Matera a Gravina in Puglia
Matera sarebbe il punto di arrivo del Cammino materano se venisse percorso nella direzione proposta ma, nel nostro caso, ti racconteremo del nostro viaggio... controcorrente.
Da Matera, dopo un ultimo sguardo ai Sassi Caveoso e Barisano, seguendo la variante breve di 17 km (quella lunga di 34 km porterebbe alla riserva di San Giuliano che, dopo giornate di pioggia, diventa un lago di fango!) si inizia a scendere verso il torrente Gravina passando dall'area industriale tra tratti su strade secondarie e tratti sterrati. Prima di uscire dalla città si può fare rifornimento di viveri presso il Forno da Gennaro che prepara ottime focacce.
Oltre il piccolo corso d'acqua, che caratterizza questo angolo di Murgia materana, iniziano le prime asperità di un cammino entusiasmante per tutta la sua durata. Il trail si insinua su una collina non ancora bruciata dal sole. In lontananza si scorge una masseria che semba abbandonata, all'orizzonte solo colline più alte. Il timore cresce: da qualche parte bisognerà pur passare... si sale: dal torrente si scala la marcia per cimentarsi nella prima divertente ascesa tra erba e terra, frumento profumato e una gran varietà di fiori colorati differenti. Nala quasi non si vede mentre corre felice nell'erba alta, noi annaspiamo ma alla fine riusciamo a riemergere sull'asfalto.
Una breve sosta sotto una roverella è d'obbligo prima di riprendere l'ascesa, asfaltata ma piuttosto pendente, verso il Santuario di Picciano, sito a 440 m. Si dice che nell'area si insediarono i cavalieri templari con lo scopo di difendere i pellegrini in viaggio verso Bari da eventuali pericoli. In questo viaggio anche noi ci sentiamo un po' pellegrini, o meglio bicigrini, ma ormai più nessun templare protegge i viandanti. Dal piazzale antistante il santuario si inizia a scendere per aggirare la collina in uno scenario tra i più belli del cammino. Lasciato l'asfalto, la sterrata sale tra infiniti campi dorati dove spicca in primavera il rosso dei papaveri in fiore.
Al termine della salita si ha l'ingresso ufficiale nel Bosco Difesa Grande di Gravina, area SIC caratterizzata da una grande biodiversità dove spicca il cospicuo numero di specie ornitologiche, prima tra tutte i rapaci. La pedalata lungo la strada che costeggia il bosco è piacevole e non è difficile imbattersi in un volo fugace o nella corsa di una lepre. La strada inizia improvvisamente a scendere e, nonostante sia sicura da percorrere per l'assenza di traffico, viene presto affiancata da un sterrata ciclabile. Siamo ormai vicini a Gravina in Puglia, mentre la Lucania è alle nostre spalle.
L'ultima parte dell'itinerario del Cammino Materano ci conduce ancora una volta fuoristrada per entrare in città dal ponte - viadotto Madonna della Stella. Il toponimo Gravina deriva ovviamente dalle cosidette gravine - le spaccature della crosta terrestre che ricordano quelle dei canyon - che rendono tipico il paesaggio circostante. Il centro storico è dominato dalla sagoma della cattedrale dedicata a Santa Maria dell'Assunta dalla quale si ha uno scorcio pittoresco sul ponte e su una parte della cittadina. Pedalando tra i vicoli bianchi si possono visitare tante altre chiese, musei e monumenti o ritrovarsi improvvisamente catapultati nella location di una delle pellicole cimematografiche italiane o internazionali girate a Gravina in Puglia.
La città è anche sede del Parco nazionale dell'Alta Murgia, un ampio territorio protetto ricco di luoghi di interesse. All'uscita dal comune, seguendo le indicazioni verdi e gialle e le frecce gialle del Cammino è possibile pernottare presso la masseria San Sebastiano.
Tappa 2 - Da Gravina alla Pineta Galietti
Si riparte da Gravina ma invece di seguire il percorso del cammino che si inerpica sterrato sulla collina ed è poco adatto a bici cariche (lo abbiamo fatto, spingendo in gran parte e distruggendo un mozzo che ci ha costretto a una sosta forzata di un giorno a Gravina), ti consiglio di risalire su asfalto lungo la Sp27 fin sopra la cittadina dove ritroverai le frecce gialle. Il percorso, tra Gravina e Altamura, corre tra piacevoli strade di campagna sterrate, immerse in un paesaggio idilliaco.I campi di fave si alternano a quelli di frumento e papaveri in un susseguirsi di colori vivaci. Si sale e si scende, dolcemente, senza mai fare troppa fatica. Gravina e Altamura sembrano vicine, ma si percorreranno più di 20 km per unire le due località lungo il cammino.
Altamura è la città del pane D.O.P. e quindi è d'obbligo una sosta per acquistare una pagnotta e un ricco pezzo di focaccia. Il centro storico ricalca la fisionomia di quelli già attraversati finora: tanti edifici bianchi, una grande cattedrale a dominare la scena e stretti vicoli dove perdersi volentieri. Il duomo di Altamura, realizzato nello stile Romanico Pugliese, fu fatto edificare da Federico II di Svevia, nel 1232 e ancora oggi, come allora, è l'edificio religioso più importante della città. Il tessuto urbanistico del centro storico è condizionato dalla presenza delle tipiche piazzette chiamate claustri. Oltre ad essere luoghi di aggregazione, i claustri svolgevano una funzione difensiva perchè erano dotati di una sola entrata che era anche l'uscita.
Da Altamura ci si ritrova ancora a pedalare nei classici paesaggi della Murgia raggiungendo presto l'area rupestre di Fornello e la sua antica carraia dove è difficile pedalare. Il tratto è breve e prontamente si risalta in sella raggiungendo una masseria dove è possibile ristorarsi. Il Cammino materano poco più avanti deve oltrepassare una gravinella che tra sassi e rocce sporgenti costringe a portare la bici a mano (a meno che non si stia facendo il cammino in MTB). Noi, per evitare il tratto ostico, abiamo seguito una deviazione ritrovandoci ad attraversare la proprietà di un signore con due maremmani alquanto loquaci, che si sono subito innamorati di Nala e ci hanno tenuot d'occhio e accompagnato per un po'. Oltre il cascinale, abbiamo scavalcato un filo di ferro e superato un brevissimo tratto a piedi per ricongiungerci al percorso ufficiale. Con questa deviazione abbiamo evitato le ripide discesa e risalita della gravinella.
Santeramo non è così lontana: il paesaggio è quello della steppa italica con biodiversità unica e scenari lunari. Santeramo in Colle vanta numerose masserie antiche, alcune chiese importanti e gli ormai abituali vicoletti bianchi con i paesani così accoglienti che vien voglia di non partire più. Da Santeramo, il paese più alto del Cammino con i suoi 489 m, in pochi chilometri si raggiunge la Pineta Galietti, un'area boschiva, accessibile solo a bici e pedoni, dotata di tavolini e panche per fare picnic.
Tappa 3 - Dalla Pineta Galietti a Bari
L'ultima tappa del nostro viaggio in bici lungo il Cammino Materano inizia dalla pineta Galietti che fino ad una certa ora è chiusa da grandi cancelli. Questo imprevisto ci costringe ad uscire dallo stesso accesso d'ingresso del giorno precendente e ad aggirare il bosco su strade asfaltate di campagna. Il tratto di itinerario che collega Santeramo a Cassano nelle Murge è variegato e divertente: si passa da single trail insidiosi a passaggi nell'erba a comode sterrate dove pedalare con facilità. All'interno del parco nazionale dell'Alta Murgia sono presenti davvero tanti trail di diversa difficoltà, per tutte le gambe. Spuntando da uno sterrato ci ritroviamo all'Agriturismo Amicizia dove si possono acquistare prodotti tipici o fare uno spuntino (colazione nel nostro caso!). Poco più avanti, seguendo sempre comodi fuoristrada, appare un'altra masseria - punto tappa chiamata Ruotolo. In entrambe le masserie si può richiedere ospitalità, anche in tenda. Dopo la masseria in bici siamo costretti ad un'altra piccola deviazione: invece di svoltare a sinistra, giriamo a destra per riprendere un paio di chilometri più avanti il percorso ufficiale.
Per entrare a Cassano abbiamo il privilegio di percorrere anche un tratto della ciclovia dell'Acquedotto pugliese. A Cassano ci accolgono Alessandro, referente di tappa, e Paolo. Sono loro ad averci suggerito l'ultima deviazione per evitare problemi sul tracciato. Sembra di conoscersi da una vita mentre parliamo d viaggi, di bici, di cammino... Paolo ci accenna la curiosa storia di Sant'Euligio mentre Alessandro ci accompagna per un tratto di Cammino.
Salutarsi è sempre triste, ma la strada riserva tante sorprese e siamo certi che prima o poi ci rivedremo. Bari è sempre più vicina e il tratto che collega Cassano a Bitetto è davvero facile e divertente tra grandi ulivi e muretti a secco. Nala corre libera avanti e indietro mentre noi ci godiamo la brezza che ci sospinge verso Bitetto. L'ultima sosta prima di Bari è la città dell'oliva termite, Bitetto, con le sue antiche porte d'accesso e la Cattedrale di San Michele Arcangelo in romanico pugliese. La principale risorsa della cittadina è la coltivazione di ulivi che ricopre oltre il 75% del territorio... ecco il perchè dell'appellativo.
Da Bitetto il Cammino Materano su asfalto esce da Porta Bari, la porta medievale sopravvissuta, e scende inesorabile verso Bari e il mare attraversando distese argentee e colture di cereali. L'ingresso a Bari per il cicloviaggiatore è piuttosto traumatico perchè il traffico cittadino è tanto. Una volte raggiunto il ponte adriatico, dotato di pista ciclabile, si entra nel centro storico seguendo quasi sempre una pista ciclabile, per raggiungere con facilità la Basilica di San Nicola, un edificio religioso magnifico che avremo modo di visitare durante un tour a Bari vecchia. La Basilica è il punto finale del nostro Cammino Materano in bicicletta.
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