Questo itinerario cicloturistico tra Jesolo e Eraclea in bici ci porterà alla scoperta di alcune attrattive particolari del territorio che non ci si aspetta. Inoltre,tra una pedalata e l'altra, avrai la possibilità di visitare alcune significative realtà agricole e ricettive della zona, magari prima di divertirti come un matto su uno dei tanti sentieri sterrati lungo fiume.
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I pescatori di Cortellazzo
Dal Lido di Jesolo, con le sue caffetterie, i ristoranti, la gigantesca ruota panoramica e le vie del centro già affollate di gente, iniziamo a pedalare verso ovest seguendo una delle piste ciclabili che si incontrano a poca distanza dal mare. Presto raggiungiamo la Cavetta, uno dei tanti canali della laguna, le cui acque provengono dal Piave.
Oltre il ponte, a pochi passi dalla marina di Cortellazzo, alcuni pescatori stanno ripulendo le reti dopo la pesca. Le grandi mani graffiate dal legno e dagli ami, la pelle disegnata dal sole, dal vento e dal sale, i capelli ingrigiti dal tempo, lo sguardo smarrito in un orizzonte sempre diverso... chissà quante avventure hanno vissuto in mare e quante storie potrebbero raccontare. Le barche intanto rollano placide in balia delle correnti e noi ne approfittiamo per una sosta informativa grazie alle conoscenze di Ale, guida di Real Bike Guides.
La foce del Piave un tempo non si trovava in questo luogo, ma a diverse centinaia di metri di distanza. Poi, in modo del tutto naturale, a seguito di una grande alluvione, il fiume spostò parte del proprio alveo creandosi un nuovo sbocco nel mare.
In bici alla laguna del Mort
In bici attraversiamo la raccolta Cortellazzo ormai intenta a pranzare, al riparo dal sole allo Zenit. Un ponte di barche ci conduce oltre il fiume tanto caro alla patria trasportandoci in mezzo alla natura del canale Revedoli. La sponda più occidentale è asfaltata mentre quella che imboccheremo a breve, l’orientale, si sviluppa su un piacevole sterrato ombreggiato tra ghiaia ed erba.
Divertendoci come bimbi in bici, affrontiamo i brevi tratti di single track avvicinandoci veloci alla laguna del Mort, un’area umida percorsa da passerelle sospese e sentieri scavati nella sabbia nascosti nella silenziosa pineta.
Eraclea Mare sorge proprio oltre la foresta di aghifogli. Località turistica rinomata, Eraclea mare si affaccia sul blu dell’Alto Adriatico e sulla vicina laguna del Mort. Lasciandoci il borgo alle spalle lungo un divertente sterrato raggiungiamo in un paio di chilometri l’agriturismo Dune, un luogo incantato dove trascorrere giornate tra mare e prodotti tipici. Nell'azienda agrituristica infatti si servono numerose pietanze preparate con ingredienti provenienti dal grande orto stagionale o dai terreni della struttura. Il direttore è Sileno, il presidente dell'associazione Adria Bike Hotels ed è davvero interessante confrontarsi sullo sviluppo e la diffusione del cicloturismo e delle infrastrutture presenti nell'alto Adriatico per chi viaggia in bici.
Sterrati e idrovore
Pieni di spunti stimolanti, riprendiamo la strada verso il canale Revedoli e con nostra grande gioia ci ritroviamo quasi immediatamente su una sterrata dorata che taglia due ampi campi coltivati a granoturco. L'argine erboso è percorso da una stretta e sinuosa striscia di terra che cerchiamo di seguire meticolosamente per non arenarci nella macchia verde che ci circonda. Il volo fugace di qualche airone e il profumo di fioritura e acqua trasmette un gran senso di pace e la pedalata è ancora più introspettiva mentre ci soffermiamo a godere della quiete del pomeriggio.
In 5 km raggiungiamo Brian prima di rituffarci nuovamente tra gli appezzamenti di frumento giallo oro. Alcune strane statue attirano la nostra attenzione: in questa proprietà di una delle grandi compagnie assicurative italiane, per non dimenticare i cani e i cavalli che hanno vissuto in queste campagne, sono state ideate delle opere a loro memoria.
All'altezza del campo volo effettuiamo il nostro giro di boa girando gli pneumatici di 180° per raggiungere la grande idrovora di Termine sul canale Ongaro. L'edificio oggi appare in buone condizioni nonostante risalga al primo dopoguerra ed è incredibile pensare all'apporto determinante dato da idrovore come questa per la bonifica ai territori paludosi. Riprendiamo a pedalare verso sud-ovest per oltrepassare ancora una volta Brian e continuare a goderci i territori dell'Alto Adriatico in bici. Un'altra delle realtà che hanno deciso di investire in queste terre è quella de La Fagiana, l'unica produttrice di riso della provincia di Venezia e di tanti altri prodotti legati al cereale come la birra. Per chi fosse interessato a saperne di più è possibile visitare i grandi spazi della tenuta in sella a una bici e partecipare a una degustazione!
Torre di fine e l'idrovora fascista
Torre di Fine, località del comune di Eraclea, sorge dove il canale Ongaro e il Revedoli si incontrano. Il borgo nacque in concomitanza alla realizzazione dell'omonima idrovora, risalente al Periodo Fascista, e più precisamente al 1925. Intorno a questa opera indispensabile si sviluppò un vero e proprio agglomerato urbano con chiesa, asilo infantile e, addirittura, un albergo-osteria... insomma tutti i servizi necessari ai residenti e ai lavoratori provenienti da altre località.
Da Torre di Fine ci riavviciniamo al fiume Piave per attraversarlo sull'ormai conosciuto ponte di barche e proseguire nella percorrenza del nostro itinerario di rientro attraverso Cortellazzo e la Pineta di Jesolo per ritrovarci al punto di partenza dopo circa 63 km di percorso tra Jesolo e Eraclea in bici.
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